Astroarcheologia esoterica.

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Nelle civiltà antiche si osservava il sole, la luna e le stelle personificando le mitologie circa i loro movimenti e legami. Il sole era figura centrale, dato il suo potere di dare la vita e di salvare le genti dall’oscurità. Era quindi personificato come colui che rappresenta il Creatore invisibile, cioè il Dio. D’altro canto, le 12 costellazioni rappresentavano le tappe del viaggio del Dio Sole e venivano identificate con i nomi che spesso rappresentavano particolari elementi della natura che si manifestavano in quel periodo dell’anno. Nella mappa dello zodiaco, schema nel quale le stagioni sono antropomorfizzate, cioè personificate con uomini e animali, viene rappresentato il sole come se esso attraversasse metaforicamente le 12 principali costellazioni nel corso di un anno. Si rappresentano in essa anche i 12 mesi dell’anno, le 4 stagioni, i solstizi e gli equinozi.

Tra i più attivi, gli antichi egizi hanno documentato le loro scoperte dalle quali abbiamo appreso che ogni 2150 anni il Sole, nel giorno di primavera, si sposta in un differente segno dello Zodiaco. Questo è dovuto ad una angolazione che la Terra mantiene mentre ruota attorno al suo asse. E’ chiamata “precessione” in quanto le costellazioni vanno all’indietro anziché nel normale ordine dell’anno. Il periodo di tempo affinché questa precessione attraversi tutti segni è prossimo ai 25765 anni e ogni dodicesimo di questo valore era chiamato dagli Egizi “il grande anno” e si riferivano a ciascuno di questi periodi di poco inferiori ai 2150 anni come ad un’ Era. Ne parla anche la Bibbia. Dall’anno 4300 a.C. all’anno 2150 a.C vigeva l’Era di Taurus, il Toro. Dal 2150 al 1. dc fu l’Era di Aries, l’Ariete e dal 1 d.C al 2150 d.C abbiamo l’attuale Era dei Pesci. Tuttavia la Bibbia si riferisce, parlandone in modo generico, ad un movimento simbolico entro 3 Ere, presagendone una 4°. Poco prima dell’anno 2150 entreremo nell’Era dell’Acquario. Ci stiamo arrivando molto rapidamente.

Nel vecchio testamento Mosè, quando discende dal Monte Sinai con i 10 comandamenti, si infuria vedendo una parte del suo popolo in adorazione del vitello/Toro d’oro. Spazientito, lancia per terra le sue tavole di pietra e invita la gente ad uccidersi l’una con l’altra per potersi purificare. Alcuni studiosi attribuiscono questa furia al fatto che gli Israeliti stavano rappresentando un falso idolo. In realtà gli ebrei avrebbero seguito i dettami di Mosè mentre una parte di loro, gli hyksos, no. La verità è che il vitello d’oro rappresenta Taurus, la vecchia Era (superata a livello spirituale) mentre Mosè rappresenta Aries, la nuova Era dell’Ariete. Questa è la ragione per cui ancora oggi gli ebrei suonano il corno di Aries, il corno d’Ariete. La qual cosa crea una criticità spirituale al popolo ebraico che, non avendo superato l’era dell’Ariete per passare all’era dei Pesci, resta ancorato ad un’Era superata perpetuando all’infinito il conflitto con le nazioni limitrofe. Più o meno lo stesso tranello spirituale in cui caddero i nostri antenati sardi che stiamo per tirare in ballo.

Relativamente all’epoca di Mosè, alcuni autori antichi – fra cui Giuseppe Flavio ed Erodoto, sostenitori della teoria dell’Esodo Antico – ritennero di datare gli episodi dell’Esodo con la cacciata degli hyksos, i faraoni semiti allontanati dall’Egitto da Ahmose (circa 1550-1525 a.C.) Ma gli hyksos non sono egizi. Il loro nome che ha il significato letterale di ‘Capo di un paese straniero’ è il termine con cui nel Canone Reale sono indicati i sei sovrani costituenti la XV dinastia egizia. Ci sono molte probabilità che essi siano provenienti dalla Sardegna, l’isola del grande verde dove invece Taurus/Toro era spiritualmente tenuto in enorme considerazione: nelle Domus De Janas prima, e nelle tombe dei Giganti poi, cioè nei veri templi del Dio Toro in Sardegna, già quasi dall’inizio dell’avvento della sua Era, cioè dal 4000 a.C circa.

Mosè dunque rappresentava il "salto spirituale", cioè la nuova Era dell’Ariete, e il suo avvento significa che si è in ritardo, questo crea conflitti e problemi materiali e, con l’arrivo della nuova Era, tutti devono abbandonare l’Era precedente: quella di Taurus.

A ben vedere i sardi non lo fanno o lo fanno troppo tardi trascinandosi nell’era del Toro almeno fino al 800 a.C , epoca nella quale possiamo notare, ancora in molti nuraghes complessi, piccole statuine con protomi taurine e perfino nei più recenti pozzi sacri e nei santuari, l’anacronistica, ormai da più d’un millennio, simbologia del toro. Ci sono diverse Divinità che mettono in evidenza questa transizione tra Ere, come Mitra, la divinità precristiana che “uccide il Toro” e quindi porta la stessa simbologia. Infine Gesù, che è la figura mitologico-religiosa che introduce l’Era dei Pesci, successiva all’ariete/Aries, la nostra attuale Era che durerà ancora qualche decennio per poi lasciare il passo alla nuova Era dell’Acquario. Papa Francesco, come accadde a Giovanni Battista con Gesù Cristo, ne anticipa l’avvento ma saranno i suoi successori ad introdurre i cristiani nella nuova Era. Esotericamente, il mancato o ritardato passaggio dalla vecchia Era alla nuova crea degli scompensi e se è risaputo che gli ebrei hanno saltato l’Era dei Pesci, i sardi sembrano aver ignorato spiritualmente l’Era dell’Ariete. Ininterrottamente, dal 4300 a.C fino al 800-700 a.C hanno vissuto nell’epoca del Toro dimenticandosi del salto di Era ormai avvenuto dappertutto e, verso il 500 a.C, vedono spegnersi definitivamente la loro antica civiltà Nuragica di Taurus (Tharros). Effettuano l’ingresso nell’Era dei Pesci tramite i loro conquistatori romani, assoggettati alla loro orbita. La civiltà Punica invece perisce come Ariete e anch’essa diventa romana entrando nell’Era dei Pesci.

E’ stato rinvenuto un bronzetto a Mogoro, nel Nuraghe complesso ‘Cuccurada’. Sotto il pavimento di un vano della Torre D è stato recuperato, dagli archeologi della Soprintendenza, un bronzetto raffigurante un misconosciuto Dio nuragico che uccide un Ariete/Aries trafiggendolo con una lancia mentre un cane lo azzanna alla gola. Il bronzo è datato stratigraficamente al 1° Ferro (900-500 a.C.). Esotericamente questa rappresentazione è un monito e potrebbe avere un significato ben preciso: si tratta dell’annuncio del sacerdote ai suoi adepti che l’era dell’Ariete è stata ignorata, soppressa dai Sardi ancor prima di attecchire.

(mlqrt)