I Protonuraghi

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di Giorgio Valdès
Tra il XVIII e il XVI secolo a.C., nel corso del Bronzo Antico, in Sardegna si sviluppò la cultura di “Bonnanaro”, che prende il suo nome dal paese nel cui territorio è presente l’ipogeo di “Corona Moltana”.
Risale a questo periodo l’edificazione dei primi nuraghi, generalmente denominati “protonuraghi” o “nuraghi a corridoi”. L’archeologo Paolo Melis nel suo libro “Civiltà Nuragica” (ed.Delfino -2003) così li descrive:
I protonuraghi sono edifici che differiscono in maniera significativa dai nuraghi classici: di aspetto più tozzo e di planimetria generalmente irregolare, al loro interno non ospitano la grande camera circolare tipica del nuraghe, ma uno o più corridoi e qualche rara celletta coperta a falsa-volta. La loro altezza non sembra superare i 10 metri (contro gli oltre 20 di alcuni nuraghi a “tholos”), mentre è quasi sempre ben maggiore la superficie occupata da questi edifici rispetto ai nuraghi classici (con una media di mq 245 registrata nel Marghine-Planargia, mentre la torre di un nuraghe a “tholos” difficilmente supera i 100 mq).
In queste costruzioni, caratterizzate da una notevole massa muraria sfruttata solo in minima parte da pochi e angusti spazi, la parte più funzionale doveva essere la piattaforma della terrazza superiore, ove potevano venire ricavati degli ambienti di abitazione, anche con copertura lignea.
Spesso, un lungo corridoio coperto con lastre orizzontali (a “piattabanda”) attraversava tutto l’edificio, per sfociare sul lato opposto della costruzione, che in tal modo presentava un doppio ingresso (protonuraghi a “corridoio passante”). Il tipo più diffuso era, tuttavia, quello caratterizzato da un corridoio cieco, che poteva essere affiancato da piccole nicchie o essere intersecato da uno o più corridoi trasversali, e sul quale si affacciava anche l’accesso al vano della scala che conduceva alla parte superiore della costruzione. In alcuni casi, lungo i corridoi potevano aprirsi piccoli vani coperti a “tholos” e in qualche protonuraghe (Friarosu, Mogorella-OR) la massa muraria non ospitava corridoi ma soltanto piccole cellette con ingressi indipendenti.
Una evoluzione di questi ultimi protonuraghi, è costituita da un tipo di edificio in cui il corridoio, dopo un tratto inizialmente stretto e basso coperto a piattabanda, si amplia in larghezza e in altezza, presentando una copertura ad aggetto dalla tipica sagoma a “schiena d’asino”, o meglio a forma di chiglia rovesciata (protonuraghe a “camera naviforme”). E’ questo il preludio della realizzazione della camera coperta a “tholos” (o “falsa cupola”), che caratterizzerà il nuraghe vero e proprio.
I protonuraghi accertati, attualmente, sono circa 300,: un numero decisamente esiguo se rapportato al numero complessivo di oltre 6500 monumenti (fra protonuraghi e nuraghi), anche se altri potrebbero essre compresi tra i moltissimi edifici segnalati genericamente come “nuraghi” ed ancora non indagati.
I protonuraghi, probabilmente, continueranno ad esser utilizzati anche quando si sarà già diffusa l’architettura più evoluta dei nuraghi a “tholos”, assolvendo forse a compiti di tipo particolare.
La foto aerea del protonuraghe Bruncu Madugui o Bruncu Maduli di Gesturi è di Maurizio Cossu