Il Bell’Occidente

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di Giorgio Valdès

A Bidonì, sulle sponde del lago Omodeo, è stato rinvenuta una vasta area templare di periodo romano, che si presume fosse dedicata a Giove in quanto sulla pietra d’altare è presente l’iscrizione Jovis. A parte qualsiasi discorso riferito al sincretismo religioso che con buona probabilità accomunava Giove a Jahwé, dio unico degli shardana, è interessante osservare come in questo territorio sia stato rinvenuta, diverso tempo fa, una statuina in legno nero raffigurante Anubi, divinità cinocefala del pantheon egizio, che accompagnava le anime dei defunti verso i campi di Yalu, nella sacra terra dell’Amenti. Non so che fine abbia fatto quest’oggetto del quale ho recuperato solo un’immagine piuttosto sbiadita, e non so neanche se qualcuno si sia mai preso la briga di leggere e tradurre la scritta geroglifica sovraimpressa. Tuttavia, ricorrendo a una lente d’ingrandimento, mi è parso di individuare alcuni segni che ho trascritto in una delle immagini postate e che avrebbero complessivamente il significato di “io stesso conduco a occidente” o qualcosa del genere. Ovviamente è una traduzione da dilettante e meriterebbe una più approfondita verifica da parte di un egittologo, ma trovo coinvolgente l’idea che si sia rinvenuto proprio in Sardegna un oggetto che richiama prepotentemente quel mondo dell’aldilà, che secondo gli antichi testi egizi era situato nel “Bell’Occidente”.