James Cameron, Tartesso e Atlantide

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di Giorgio Valdès

Sta riscuotendo notevole interesse mediatico il documentario di James Cameron su Atlantide, mandato in onda  da National Geographic. Nello stesso documentario si parla anche di Tartesso, la biblica città (o terra ) dei metalli,  che nel 1905, gli studiosi tedeschi, Henning, Herman, Jessen e Schulten cercarono invano  sulla costa atlantica della Spagna, nella convinzione che le sue rovine si trovassero presso la foce del  Guadalquivir. In realtà in Spagna si è rinvenuto poco o niente mentre svariati indizi, a mio personale giudizio, consentono di ipotizzare una collocazione tartessica in Sardegna. Uno di questi indizi ce lo fornisce Ovidio, che nelle sue “Metamorfosi” così descriveva le tristi vicende della ninfa Canente impegnata invano nella ricerca del suo amato sposo, che  la maga Circe aveva trasformato in un picchio: Sulle spiagge di Tartesso si spegneva il tramonto del sole e invano gli occhi e il cuore di Canente avevano atteso il ritorno dello sposo. Servitori e popolo al lume delle torce perlustrano in ogni luogo tutte le selve. E la ninfa non si accontenta di piangere, di strapparsi i capelli, di percuotersi il petto; fa, sì, tutto questo, ma poi corre fuori e vaga impazzita per le campagne del Lazio. Per sei notti e per sei giorni, quando tornava a splendere il sole, fu vista vagare senza dormire e senza cibarsi per monti e valli, dove la guidava il caso. L’ultimo a vederla fu il Tevere…”

E’ del tutto intuitivo che, rispetto al Lazio ed al corso del Tevere in particolare, le prime spiagge ad occidente, dove tramonta il sole, non potevano che essere quelle della Corsica o della Sardegna e non certo quelle situate sulla costa Atlantica della Spagna in prossimità del Guadalquivir.

Gli stessi studiosi tedeschi ritenevano inoltre che scoprendo Tartesso si sarebbe trovata la mitica Atlantide. Quest’ultima ipotesi trova un’interessante conferma nella comparazione di due brani tratti rispettivamente dai racconti di Apollodoro e di Platone:

Apollodoro così riferisce della venuta di Ercole in occidente, per conquistare i buoi rossi di Gerione, primo re mitologico di Tartesso:

“Come decima fatica gli fu ordinato di catturare la mandria di Gerione ad Erizia.  Erizia è un’ isola bagnata dall’oceano; è adesso chiamata Gadira.  Quest’isola era abitata da Gerione, figlio di Crisaore e figlio di Calliroe, a sua volta figlia dell’Oceano….così viaggiando attraverso l’Europa per conquistare la mandria di Gerione abbattè molte bestie selvatiche e mise piede in Libia e, procedendo verso Tartessus, eresse come limiti del suo viaggio due colonne ad indicare ad ognuno i confini dell’Europa e della Libia.

Ma essendo troppo scaldato dal Sole nel suo viaggio, tese il suo arco contro al dio che in ammirazione del suo coraggio, gli diede un calice d’oro nel quale lui attraversò l’oceano. Arrivato a Erythia (Gadira) alloggiò su Monte Abas. Comunque il cane, sentendo la sua presenza, gli si gettò contro; ma lui lo abbattè con la sua clava, e quando il mandriano Euritio venne in aiuto del cane, Eracle uccise anche lui…. e veleggiando attraverso Tartesso restituì il calice al sole….”

Dal canto suo Platone racconta nel suo “Crizia” che Poseidone  “dopo aver diviso in dieci parti l’isola di Atlantide, al figlio nato per primo dei due più vecchi (gemelli) assegnò il lotto circostante che era il più esteso ed il migliore e lo fece re degli altri….il fratello gemello nato dopo di lui, che aveva ricevuto in sorte l’estremità dell’isola verso le colonne di Eracle, di fronte alla regione oggi chiamata Gadirica dal nome di quella località, in greco era Eumelo, mentre nella lingua del luogo Gadiro, il nome che avrebbe appunto fornito la denominazione di questa regione…”

Raffrontando i due passi di Apollodoro e di Platone si deduce in primo luogo che Tartesso era ubicata nella “regione gadirica” e che questa regione faceva altresì parte dell’isola di Atlantide. Tutto ciò a sostegno di quanto asserito dagli studiosi tedeschi, secondo i quali trovando Tartesso si sarebbe trovata Atlantide.

Detto questo, ciascuno potrà liberamente trarre le proprie conclusioni.

http://www.sardiniapost.it/culture/alla-ricerca-di-atlantide-con-james-cameron-piu-fiction-che-documentario/

 

Nella foto di Lorenzo Muntoni: il nuraghe S’Acqua Seccis di Muravera, prossimo alla costa orientale della Sardegna.