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Domus de janas di Bau Cannas

la fronte rocciosa di questo ipogeo presenta la particolarità di avere, al di sopra del portello, un segno taurino costituito da una linea (m. 1.14), incisa e con le estremità volte verso l’alto (alt. cm. 0.18). Si tratta di una rappresentazione della divinità taurina tracciata in maniera estremamente elementare e rozza, che riveste tuttavia, notevole interesse perché si tratta dell’unico esempio conosciuto nel territorio. Misure del vano: prof. m. 1.24; largh. 1/1.18 alt. 0.70/0.94.

DONNA CHE RECA SUL CAPO UNA CESTA CON DONI

36) DONNA CHE RECA SUL CAPO UNA CESTA CON DONI
Nome: donna che reca sul capo una cesta con doni
Professione: sconosciuta
Altezza: 9,5 cm
Vestiario e aspetto: La donna indossa una veste semplice lunga fino alle caviglie e stretta in vita che scende a campana. Ha una testa a capocchia, occhi a tondino incavato, bocca ampia e cava (un sorriso?), orecchie a sventola. Sul capo porta una cesta sferica di paglia intrecciata all’interno della quale si distinguono nettamente 3 oggetti disposti a trifoglio che emergono dal l’orlo del recipiente. Potrebbero essere – secondo Lilliu – focacce di pasta al miele, oppure tortelle miste di ricotta formaggio fresco ed erbe aromatiche.
Luogo di ritrovamento: Villasor (CA), loc. sconosciuta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: rotto il braccio destro negli anni ’60 (era però ancora visibile in una fotografia del 1956); mancanti anche il braccio sinistro e le gambe alle caviglie
Curiositá: ancora una volta grazie SOLO a una fotografia precedente, Lilliu può descrivere in modo completo i gesti rappresentati nel bronzetto: il braccio destro afferra, con una mano appena abbozzata, l’orlo del canestro mentre il braccio sinistro è sollevato col gomito piegato e porge il saluto rituale che accompagna la preghiera e l’offerta alla divinità.
L’offerta viene così descritta da Lilliu: “dolciumi di civiltà pastorale e contadina preparati nell’intimità sacra della casa dalle donne e cose sacre, in un certo senso; essi stessi perché fatti soltanto in occasioni solenni”
fotografia di F. Cannas
Per approfondimenti: G. Lilliu “Sculture della Sardegna Nuragica” – ed. ILISSO ( pag. 385-386)

Comune: VILLASOR
Prov:
Autore: F. Cannas
ARCIERE MANCINO CON ARCO IN SPALLA

48) ARCIERE MANCINO CON ARCO IN SPALLA
Nome: arciere orante con arco in spalla
Professione: guerriero
Altezza: 17,7 cm
Vestiario e aspetto: il guerriero impugna con la mano destra all’estremitá inferiore un grande arco, lungo e stretto annodato alle estremitá e appoggiato sulla spalla. Con la mano sinistra porge il saluto devozionale.
Porta sul capo un elmo con due corti creste e corna rivolte in avanti; indossa la doppia tunica e sopra questa porta un corpetto rettangolare di cuoio liscio ornato a tacche intorno al collo. Sopra questo indumento si nota la solita piastra ventrale di protezione dalla quale spunta la punta e l’elsa gammata del noto pugnaletto.
Al polso destro indossa un bracciale con una cresta striata sul dorso in corrispondenza della giuntura dei due capi ottenuta con strisce e legacci in pelle. Ai polpacci si notano gambiere con placca anteriore rettangolare.
Alle spalle porta tre oggetti: faretra per le frecce, vasetto (contenente forse il grasso per ungere la corda) e spada a lama larga con elsa a manubrio.
Luogo di ritrovamento: Teti (NU), loc. Abini
Residenza attuale: Museo Archeologico Nazionale di Cagliari
Segni particolari: le gambe sono rotte sotto i polpacci, il corno destro dell’elmo é spuntato.
Curiositá: anziché con la mano destra, l’arciere saluta con la mano sinistra tenendo il palmo aperto con il grosso pollice divaricato. Questa curiosa inversione fa pensare che si tratti di un arciere mancino.
fotografia di F. Cannas
disegno – bellissimo – di G. Exana (arciere destrorso)
Informazioni tratte da G. Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO, pt. 148

Comune: TETI
Prov:
Autore: Gerolamo Exana
SUONATORE DI FLAUTO ITIFALLICO DI ITTIRI

68) SUONATORE DI FLAUTO ITIFALLICO DI ITTIRI
Nome: aulete o suonatore di flauto nudo e itifallico, seduto
Professione: suonatore
Dimensioni: altezza 8 cm
Aspetto e vestiario: La statuetta – presumibilmente un ex-voto esposto in un tempio – rappresenta un personaggio maschile, un Aulete o un suonatore di flauto, raffigurato nudo ed in posizione assisa. Di stile Barbaricino-mediterraneizzante, essa presenta gambe appena delineate da una solcatura mediana, nelle quali s’innesta, con linea flessuosa ed armonica, il tronco e, in questo, la testa, senza soluzione di continuità.
La testa, a calotta sferica, è coperta da una berretta della medesima forma, ben distinta dal cranio. Sul volto, caratterizzato da occhiaie enormi, profonde e vuote, spicca la bocca larga, tesa nel soffiare in un flauto a tre canne, simile alle launeddas, strumento oggi presente nella Sardegna centro-meridionale ed usato nelle cerimonie religiose e civili soprattutto per accompagnare le danze folkloristiche.
Molto evidenziati appaiono alcuni particolari anatomici come le mammelle e, con cura dei dettagli, il membro virile. Quest’ultimo, di fatto, per il suo marcato risalto si presenta come elemento centrale e concettualmente significativo della composizione figurativa. Esso, infatti, suggerisce connessioni con la religione nuragica, modellata sulla natura feconda.
Esprime pertanto un erotismo di carattere sacro, sollecitato dal suono stesso del flauto e dal ritmo delle danze che si svolgevano intorno, per ottenere il favore degli dei largitori di messi, di bestiame e prole in abbondanza.
Luogo di ritrovamento: Ittiri (SS). S. Cau ci segnala che venne rinvenuto nei pressi della necropoli di “sa figu”, vicino alla chiesa di San Maurizio.
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: il supporto sul quale il bronzetto era seduto probabilmente era realizzato in legno o altro materiale deperibile dove la figurina veniva appoggiata temporaneamente, prima di finire con le altre – dice Lilliu – forse gettata via o probabilmente riutilizzata per successive fusioni.
Curiositá: il flauto a tre canne ricorda le launeddas, strumento ancora oggi utilizzato in Sardegna. Questo strumento è suonato utilizzando la tecnica della respirazione circolare, che permette di non avere pause nel l’immissione del fiato all’interno dello strumento; questo fa sì che il suono prodotto non abbia interruzioni.
La stessa tecnica della respirazione circolare é utilizzata ancora oggi dagli aborigeni australiani per suonare il didjiridoo (strumento musicale ricavato da ramo di eucalipto e riservato solo agli uomini).
Altra curiosità (fonte F. Cannas): In epoca fascista il bronzetto fu censurato come in fotografia.
Fotografie del bronzetto di F. Cannas dal gruppo “Archeologia della Sardegna”.
Descrizione tratta dal sito dell’associazione musicale “IIttiri Cannedu” e da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune: ITTIRI
Prov:
Autore:
SUONATORE DI FLAUTO ITIFALLICO DI ITTIRI

68) SUONATORE DI FLAUTO ITIFALLICO DI ITTIRI
Nome: aulete o suonatore di flauto nudo e itifallico, seduto
Professione: suonatore
Dimensioni: altezza 8 cm
Aspetto e vestiario: La statuetta – presumibilmente un ex-voto esposto in un tempio – rappresenta un personaggio maschile, un Aulete o un suonatore di flauto, raffigurato nudo ed in posizione assisa. Di stile Barbaricino-mediterraneizzante, essa presenta gambe appena delineate da una solcatura mediana, nelle quali s’innesta, con linea flessuosa ed armonica, il tronco e, in questo, la testa, senza soluzione di continuità.
La testa, a calotta sferica, è coperta da una berretta della medesima forma, ben distinta dal cranio. Sul volto, caratterizzato da occhiaie enormi, profonde e vuote, spicca la bocca larga, tesa nel soffiare in un flauto a tre canne, simile alle launeddas, strumento oggi presente nella Sardegna centro-meridionale ed usato nelle cerimonie religiose e civili soprattutto per accompagnare le danze folkloristiche.
Molto evidenziati appaiono alcuni particolari anatomici come le mammelle e, con cura dei dettagli, il membro virile. Quest’ultimo, di fatto, per il suo marcato risalto si presenta come elemento centrale e concettualmente significativo della composizione figurativa. Esso, infatti, suggerisce connessioni con la religione nuragica, modellata sulla natura feconda.
Esprime pertanto un erotismo di carattere sacro, sollecitato dal suono stesso del flauto e dal ritmo delle danze che si svolgevano intorno, per ottenere il favore degli dei largitori di messi, di bestiame e prole in abbondanza.
Luogo di ritrovamento: Ittiri (SS). S. Cau ci segnala che venne rinvenuto nei pressi della necropoli di “sa figu”, vicino alla chiesa di San Maurizio.
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: il supporto sul quale il bronzetto era seduto probabilmente era realizzato in legno o altro materiale deperibile dove la figurina veniva appoggiata temporaneamente, prima di finire con le altre – dice Lilliu – forse gettata via o probabilmente riutilizzata per successive fusioni.
Curiositá: il flauto a tre canne ricorda le launeddas, strumento ancora oggi utilizzato in Sardegna. Questo strumento è suonato utilizzando la tecnica della respirazione circolare, che permette di non avere pause nel l’immissione del fiato all’interno dello strumento; questo fa sì che il suono prodotto non abbia interruzioni.
La stessa tecnica della respirazione circolare é utilizzata ancora oggi dagli aborigeni australiani per suonare il didjiridoo (strumento musicale ricavato da ramo di eucalipto e riservato solo agli uomini).
Altra curiosità (fonte F. Cannas): In epoca fascista il bronzetto fu censurato come in fotografia.
Fotografie del bronzetto di F. Cannas dal gruppo “Archeologia della Sardegna”.
Descrizione tratta dal sito dell’associazione musicale “IIttiri Cannedu” e da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune: ITTIRI
Prov:
Autore:
Arciere

140) ARCIERE CON ARCO A SPALLA (E SPADA)
Nome: arciere con arco a spalla e spada
Dimensioni: altezza residua 18,8 cm
Aspetto e vestiario: L’arciere è raffigurato in piedi, con la mano sinistra impugna l’arco pesante tenendolo appoggiato sulla spalla, con la mano destra impugnava molto probabilmente una spada.
L’arciere porta sul capo un elmetto a due corte creste e corna brevi rivolte in avanti, indossa una doppia tunica coperta nella parte superiore da un corsaletto. Dalle spalle – dice Lilliu – pendono due bande frangiate e sul dorso sono visibili gli anelli orizzontali nei quali probabilmente si infilava la lunga asta direzionale.
La corazza è decorata nella zona superiore con striature orizzontali parallele, nelle due zone sottostanti con incisioni verticali affiancate.
Gli altri elementi di protezione che completano il corredo da combattimento del guerriero sono:
– goliera
– gambiere (già viste in molti bronzetti) divise in due pezzi sul davanti
– un elemento insolito: sotto la goliera si nota un risalto a lingua non diverso da quella borchia cuoriforme del guerriero di Sant’Anna Arresi in cui lo Spano riconosceva una “culla” talismanica…. o forse – dice Lilliu- trattasi di un semplice fermaglio degli spallacci alla corazza
Nel volto notiamo il noto stilismo a T di sopracciglia e naso, gli occhi sono a globetto scontornato, la mascella ha un taglio squadrato e le orecchie a disco (orecchie “enormi, mostruose” dice Lilliu).
Luogo di ritrovamento: Suelli (CA), località sconosciuta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: rotta la corda dell’arco, parte delle gambe e la spada sopra l’elsa; piedi mancanti.
Curiosità:
1) non si notano in questo bronzetto due elementi fondamentali che spesso troviamo negli arcieri: placca rettangolare di protezione portata sul petto e il pugnaletto ad elsa gammata
2) Lilliu definisce questa statuina di “rozzissima modellazione”, la si potrebbe ritenere un abbozzo o una prima prova di una figurina da perfezionare (per diventare poi come il guerriero di Sant’Anna Arresi).
3) In questo bronzetto sono visibili gli anelli dove probabilmente era inserita la la cosiddetta “asta direzionale” già vista nel bronzetto schedato sulla nostra pagina col numero 129).
Il significato di questo oggetto non è ancora chiaro, questa la possibile ipotesi riportata da Lilliu:
“Una grande penna triangolare, tutta striata, di lamina metallica o di sottile cuoio o anche di piume stesse che serviva a imprimere e mantenere la giusta direzione dell’arma nel tragitto, prima di colpire l’oggetto”.
Per Lilliu quindi l’asta era un’arma è la penna serviva per dirigere il lancio.
Altre ipotesi che appaiono comunque convincenti sono le seguenti: asta che serviva ad indicare la posizione esatta dell’arciere al resto dell’esercito oppure serviva per inviare segnalazioni agli altri schieramenti.
4) Quando Lilliu schedò e fotografò il bronzetto, esso appariva differente rispetto ad oggi ……. cosa notate di diverso? ?
Fotografie del bronzetto di F. Cannas dalla pagina Fb Archeologia della Sardegna
Descrizione e immagini tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune:
Prov:
Autore: