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Nuraghe complesso ad addizione frontale con sviluppo laterale, con torre centrale e due torri aggiunte con bastioni e in mezzo sta il cortile come ambiente di raccordo.
Il nuraghe S’Argara è sicuramente tra i più importanti presenti a Su Pranu, si tratta di un nuraghe quadrilobato, con quattro torri ai vertici del bastione quadrangolare e cortile interno di fronte all’ingresso alla torre centrale. Dalla sua sommità, nei giorni in cui il cielo è più terso, si può dominare quasi tutta la costa occidentale della Sardegna, da Capo Caccia fino a Capo Pecora nel Sulcis.
Conserva la tholos intatta.
Conserva la tholos intatta.
Tracce di strutture nuragiche in prossimità del nuraghe Abba Chene Soi
Nuraghe monotorre con annesso probabile insediamento.
Nuraghe quadrilobato, con quattro torri ai vertici del bastione quadrangolare e cortile interno di fronte all’ingresso della torre centrale.Il nuraghe è completamente diroccato, si notano nelle vicinanze i resti della sua fortificazione.
Nuraghe quadrilobato, con quattro torri ai vertici del bastione quadrangolare e cortile interno di fronte all’ingresso della torre centrale.Il nuraghe è completamente diroccato, si notano nelle vicinanze i resti della sua fortificazione.
Nuraghe quadrilobato, con quattro torri ai vertici del bastione quadrangolare e cortile interno di fronte all’ingresso della torre centrale.Il nuraghe è completamente diroccato, si notano nelle vicinanze i resti della sua fortificazione.
Il sito prenuragico di Cuccuru Is Arrius, scoperto durante gli scavi del canale scolmatore, è situato sulle sponde sud occidentali dello stagno di Cabras. Il sito è interessato da una necropoli e da diversi insediamenti del neolitico, del calcolitico, di età punica , da un tempio a pozzo nuragico cui era annessa un’area cultuale tardo-repubblicana ed infine da una necropoli romana-imperiale.
Nel villaggio di Cuccuru Is Arrius si abitava in capanne seminterrate, fatte di pali ed erbe palustri, si praticava la caccia, si coltivavano il grano duro, l’orzo, le lenticchie e le fave. Si lavorava e commerciava l’ossidiana, si univano abilità e gusto nelle ceramiche, si fondevano senso artistico e fede religiosa nelle statuine della dea madre; protettrice dei vivi e dei morti. (Comune di Cabras)