La necropoli è costituita da sei domus de janas in cattivo stato di conservazione. Una tuttavia presenta due pilastri scolpiti nella roccia con decorazioni a spina di pesce. Il soffitto anch’esso scolpito a rappresentare il tetto della capanna
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La necropoli è costituita da sei domus de janas in cattivo stato di conservazione. Una tuttavia presenta due pilastri scolpiti nella roccia con decorazioni a spina di pesce. Il soffitto anch’esso scolpito a rappresentare il tetto della capanna
La necropoli è costituita da sei domus de janas in cattivo stato di conservazione. Una tuttavia presenta due pilastri scolpiti nella roccia con decorazioni a spina di pesce. Il soffitto anch’esso scolpito a rappresentare il tetto della capanna
La necropoli è costituita da sei domus de janas in cattivo stato di conservazione. Una tuttavia presenta due pilastri scolpiti nella roccia con decorazioni a spina di pesce. Il soffitto anch’esso scolpito a rappresentare il tetto della capanna
La necropoli è costituita da sei domus de janas in cattivo stato di conservazione. Una tuttavia presenta due pilastri scolpiti nella roccia con decorazioni a spina di pesce. Il soffitto anch’esso scolpito a rappresentare il tetto della capanna
La necropoli è costituita da sei domus de janas in cattivo stato di conservazione. Una tuttavia presenta due pilastri scolpiti nella roccia con decorazioni a spina di pesce. Il soffitto anch’esso scolpito a rappresentare il tetto della capanna
Negli anni novanta del secolo scorso si è scoperto che il palazzo Zapata fu edificato sopra i resti ben conservati di un insediamento nuragico che l’archeologo Giovanni Lilliu ha denominato Nuraxi ‘e Cresia. Grazie ad un progetto di restauro architettonico di grande impatto scenografico elaborato dall’architetto Pietro Reali, sia il palazzo baronale che il sottostante nuraghe, opportunamente riportato alla luce, sono diventati sede di un complesso museale , inaugurato il 29 luglio 2006.
Negli anni novanta del secolo scorso si è scoperto che il palazzo Zapata fu edificato sopra i resti ben conservati di un insediamento nuragico che l’archeologo Giovanni Lilliu ha denominato Nuraxi ‘e Cresia. Grazie ad un progetto di restauro architettonico di grande impatto scenografico elaborato dall’architetto Pietro Reali, sia il palazzo baronale che il sottostante nuraghe, opportunamente riportato alla luce, sono diventati sede di un complesso museale , inaugurato il 29 luglio 2006.