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STATUETTA DI DEVOTO

64) STATUETTA DI DEVOTO
Nome: statuetta di devoto
Professione: guerriero
Dimensioni: altezza residua 16 cm
Aspetto e vestiario: la figura alza il braccio destro porgendo con la mano il saluto devozionale, con la mano sinistra probabilmente reggeva un’offerta. Indossa sul capo una papalina, sul corpo una doppia tunica aderente con maniche a metà braccio, cosce e gambe sono nude. L’elemento superiore della veste mostra una breve frangia con taccheggiature verticali sul contorno.
Sul petto porta il solito pugnale a elsa gammata.
Luogo di ritrovamento: Fluminimaggiore (CA), località Antas
Residenza attuale: Museo Archeologico di Sassari
Segni particolari: spezzati il braccio sinistro e le gambe alle caviglie
Curiositá: la stessa “papalina”, dice Lilliu, é visibile anche in altri bronzetti:
– negli arcieri saettanti con grembiule corazzato di tipo orientale, definita “elmetto a calotta emisferica”
– in vari Capi tribù, come piccola berretta a bassa calotta aderente ai capelli
Fotografia di B. Auguadro
Descrizione tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune: FLUMINIMAGGIORE
Prov:
Autore: Beatrice Auguadro
Guerriero Orante

67) GUERRIERO ORANTE CON SCUDO SULLE SPALLE SOSPESO A STOCCO
Nome: guerriero orante con scudo sulle spalle sospeso a stocco
Professione: guerriero
Dimensioni: altezza residua 18 cm
Aspetto e vestiario: il guerriero stringe con la mano sinistra uno stocco appoggiato sulla spalla che regge sul dorso uno scudo. Il braccio destro è piegato al gomito e alzato per porgere il saluto devozionale.
Indossa un elmo a cresta con lunghe corna protese in avanti e in alto curvate. Le punte delle corna sono appiattite e unite. Il guerriero veste una tunica semplice aderente e liscia che copre le anche e lascia scoperte le gambe.
Sul petto spicca, portato a tracolla, il noto pugnale ad essa gammata.
Sulle spalle porta lo scudo rotondo con umbone centrale, decorato con disegno ornamentale a quattro riquadri.
Il viso ha i lineamenti delicati, a parte il naso acuto e sporgente. Gli occhi a globuletto sono piccoli e contornati da un tenue rilievo circolare, la bocca è minuta, appena accennata sul mento dritto e squadrato. Le orecchie sono molto grosse e ritratte indietro sulla nuca.
Luogo di ritrovamento: Sardegna, località sconosciuta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Sassari
Segni particolari: la figura ha i piedi divaricati ciascuno saldato sulla forcella del perno cilindrico che veniva immerso nel piombo e saldato poi sulla tavola delle offerte
Curiositá: Lilliu nota che il corpo e in particolare la posizione delle braccia è reso con accuratezza, compostezza e ordine. Sono evidenziati, sulle gambe, persino i polpacci. Tuttavia rileva anche le misure esagerate dei piedi, con la forma a tavoletta e lunghe dita, che risultano di poco più corti delle gambe.
Fotografia di B. Auguadro
Descrizione tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune:
Prov:
Autore:
DONNA OFFERENTE

69) DONNA OFFERENTE
Nome: donna offerente
Professione: sconosciuta
Dimensioni: altezza 11,7 cm
Aspetto e vestiario: la figura femminile é rappresentata frontalmente, dritta su perno bronzeo a fusto cilindrico. Con la mano destra, alzata in avanti col palmo rivolto verso il basso, porge il saluto devozionale; con la mano sinistra regge una ciotola troncoconica ornata all’interno con striature a raggiera.
Indossa una lunga veste e una sottoveste, strette lungo i fianchi e allargate all’orlo inferiore. Le braccia sono coperte solo dal manto accollato cadente dalle spalle ai piedi. Sul retro, il manto è decorato nella parte superiore con tre fasce orizzontali limitate da linee incise e riempite da trattini verticali e paralleli tra di loro; il mantello è ornato anche nel risvolto sulle braccia, continuando le bande tratteggiate del dorso.
La testa è avvolta, nella metà posteriore, da un velo che scende sulla nuca e si nasconde sotto il manto. Nel viso è molto marcato il naso che sporge a punta; gli occhi risaltano e sono globetto. La bocca, segnata da una breve incisione, accenna al pronunciamento del labbro inferiore sopra il mento sfuggente. Le orecchie sono disegnate con un tenue rilievo sotto il velo.
Luogo di ritrovamento: Sardegna, località sconosciuta
Residenza attuale: Museo Archeologico di Sassari
Segni particolari: per Lilliu questo bronzetto è meno curato rispetto ad altri più distinti e preziosi, forse un prodotto di copia di pezzi migliori, più ricercati e costosi. I piedi, uniti sui talloni e aperti sulle punte malformate, hanno dita abbozzate soltanto nel piede destro mentre il sinistro non è che una placchetta informe.
Curiositá: i segni riscontrati sul manto di questo e di altri bronzetti sono davvero solo elementi decorativi o potevano avere un significato differente? Attendiamo il parere degli esperti ?
Nel frattempo segnaliamo, a puro titolo informativo, che – secondo alcuni appassionati di alfabeto Ogham (da Wikipedia: trattasi di scrittura che non utilizzava lettere ma incisioni e linee ed era in uso soprattutto per trascrivere antiche lingue celtiche) – questi segni potrebbero essere una vera e propria scritta.
Fotografia del bronzetto di B. Auguadro
Descrizione e immagini del bronzetto tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune:
Prov:
Autore: Beatrice Auguadro
ORANTE IN ATTO DI INCEDERE CON FOCACCIA (O CIOTOLA)

72) ORANTE IN ATTO DI INCEDERE CON FOCACCIA (O CIOTOLA)
Nome: orante in atto di incedere per fare l’offerta di una focaccia (o di una ciotola)
Professione: sconosciuta
Dimensioni: altezza 10,4 cm
Aspetto e vestiario: il bronzetto rappresenta un offerente che – camminando – porge con la mano destra il saluto devozionale e con la mano sinistra regge una focaccia o forse una ciotola votiva.
L’uomo indossa un gonnellino liscio e molto corto; il resto del corpo è nudo. Il busto, che si stringe alla vita, è proporzionato con le gambe e ciò costituisce un’eccezione perchè di solito le gambe sono più corte rispetto al lungo tronco. L’insieme appare sciolto e spedito nella forma e nel profilo, soprattutto apprezzabile la raffigurazione del movimento delle braccia e delle gambe.
Sul capo più che una berretta a calotta sembra indossare – dice Lilliu – una specie di parrucca con corta frangia sulla fronte che vorrebbe stilizzare la massa dei capelli. La corrosione non impedisce di vedere, nel profilo molto aguzzo del mento, la rappresentazione schematica di una corta barba a punta. Gli occhi sono a piccolo incavo, il naso piccolo e abbozzato, le orecchie non si scorgono perché forse nascoste sotto la calotta di capelli.
Il bronzetto è raffigurato in movimento: il piede sinistro è portato avanti rispetto a quello destro e le gambe, appoggiate a terra, sono leggermente flesse al ginocchio, come per indicare l’attimo tra l’incedere e il fermarsi.
Luogo di ritrovamento: Olmedo (SS), località Camposanto, rinvenuto nel deposito di un pozzo sacro insieme ad altri bronzetti
Residenza attuale: Museo Archeologico di Sassari
Segni particolari: ciò che fa di questo bronzetto un UNICUM nella produzione protosarda sono i seguenti dettagli:
– lo schema delle gambe. Il personaggio infatti non è fermo, come negli altri bronzetti di offerenti, ma è rappresentato nell’atto di camminare avvicinandosi alla divinità per porgere l’offerta e la propria preghiera.
– la presenza di barba a pizzetto, dettaglio raro e eccezionale nelle statuine nuragiche che suggerisce accostamenti con bronzetti siriaci
– la calotta di capelli, che potrebbe essere la schematica imitazione di una pettinatura a parrucca presente, ad esempio, in bronzetti dell’Asia Minore e di Cipro.
Curiosità: per Lilliu due sono le ipotesi interpretative di questo bronzetto, che ha una postura rara e inedita e presenta una non comune scioltezza e sicurezza nel modellato:
1) il bronzetto di Olmedo imita un modello iconografico di cultura esterna (fenicia), imitazione favorita dagli scambi con questa civiltà. Lo schema del bronzetto infatti sembra derivare da una tradizione orientale visibile in molti bronzetti fenici quali la statuina a polos a Berlino o nel Baal benedicente del nuraghe Fluminilongu nella Nurra- Sardegna
2) forse non del tutto convinto dalla prima ipotesi….Lilliu suggerisce una seconda strada: il bronzetto di Olmedo potrebbe rappresentare uno straniero (un fenicio?) che si è fatto effigiare dal ramaio nuragico secondo uno schema iconografico della propria cultura religiosa ed estetica
Fotografia di B. Auguadro
Descrizione e immagini tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune: OLMEDO
Prov:
Autore:
NAVICELLA CON PROTOME BOVINA

74) NAVICELLA CON PROTOME BOVINA
Nome: navicella con protome bovina
Dimensioni: lunghezza 20,5 cm – altezza 7 cm – larghezza 7,5 cm
Aspetto: lo scafo, piatto e orlato, ha il listello a ponte rotto.
Lungo i fianchi sono visibili i due fori assiali, praticati in un secondo momento dopo la rottura del listello, per infilarvi un cordoncino di sospensione che sostituiva il manico di bronzo. Dalla placca orizzontale di prua, emerge dritta e verticale la protome bovina, con testa solida e ortogonale al collo corto e rigido. La testa é molto curata nei dettagli: sotto le corna risaltano le grandi orecchie a sventola con largo foro auricolare; gli occhi sono obliqui con palpebre tratteggiate così come l’orlo interno delle orecchie; il muso presenta l’incisione marcata della bocca con i forellini ciechi delle narici.
Sulla fronte della protome appaiono fini e fitte striature longitudinali e intorno al muso si notano rigature meno strette che stilizzano le grinze della pelle e il pelo dell’animale.
Luogo di ritrovamento: Àrdara (SS), localitá Scala de Bòes
Residenza attuale: Museo Archeologico di Sassari
Segni particolari: si notano, là dove c’era il manico oggi mancante, le fratture basali limate: l’oggetto fu dunque ancora usato dopo il servizio originario. Lilliu ipotizza un uso domestico.
Le corna dell’animale sono spezzate poco sopra la radice.
Curiositá: la navicella fu ritrovata presso il nuraghe di Scala de Bòes, insieme a un bracciale bronzeo.
Lo Spano, nella sua pubblicazione del 1874 “Scoperte Archeologiche”, mise in relazione questa navicella con (uno dei) Popoli del Mare, gli Shardana, notando una forte somiglianza con le imbarcazioni rappresentate nei bassorilievi egizi del sec. XIV a.C.
Tuttavia, fa notare Lilliu, questa navicella è databile molti secoli dopo rispetto ai bassorilievi, intorno al VIII-VII sec. a.C.
In ogni caso la somiglianza con le navi Shardana e con la navicella proto etrusca, rappresentata su un vaso fittile, dove si osserva una protome bovina di ispirazione nuragica, é davvero notevole. Potrebbe esserci attraverso i secoli un collegamento tra la marineria shardana, nuragica ed etrusca? ?
Fotografia della navicella di B. Auguadro
Immagine tratta dal pannello illustrativo del Museo Sanna di Sassari
Immagine di navicella proto etrusca (descrizione e segnalazione di Shar Dana)
Immagine comparativa tra navicella proto etrusca e navicella nuragica di G. Exana
Descrizioni del bronzetto tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune: ARDARA
Prov:
Autore:
BUE STANTE

85) BUE STANTE
Nome: bue stante
categoria: animale
Dimensioni: altezza 5 cm – lunghezza 7,5 cm
Aspetto: l’animale, impostato sulle robuste zampe a profilo uniforme, grava il peso sulle zampe anteriori verso cui scende il profilo della pancia. Le zampe anteriori sono più corte e senza indicazioni di zoccoli, come le posteriori, carnose e tondeggianti.
La testa è alta e rivolta in avanti, così pure la postura delle corna e il movimento plastico della coda, lunga e rivoltata sulla schiena.
Luogo di ritrovamento: Laèrru (SS), localitá Monte Altanu, rinvenuta tra i resti di un “antico fabbricato” supposto “tempio”, in un ripostiglio di bronzi vari, di età nuragica (altre due statuette di bue ed una di muflone, bracciali, anelli e pensioni) e romana (statuina di Minerva e stili)
Residenza attuale: Museo Archeologico di Sassari
Segni particolari: corpo integro, spuntate solo le corna. Presente la piastra rettangolare del basamento.
Curiosità: sulla groppa, dal lato sinistro, si osserva un segno ovale in rilievo. Per lo Spano esso identifica una piaga, da qui l’ipotesi che il bronzetto fosse stato offerto alla divinità come ex-voto per guarire l’animale dal male ?
Fotografie di B. Auguadro
Descrizione tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune:
Prov:
Autore:
NAVICELLA CON PROTOME BOVINA

142) NAVICELLA CON PROTOME BOVINA
Nome: navicella con protome bovina
Dimensioni: lunghezza 27 cm, larghezza 7 cm, altezza 13 cm
Aspetto:
Lo scafo è molto basso, fusiforme e con forma molto allungata; il fondo è appiattito, l’orlo superiore in risalto.
Il manico è costituito da ponticelli che sorgono dall’orlo e, convergendo nel mezzo, si uniscono con una piega ortogonale in un unico elemento a barra trasversale, orizzontale e rettilinea. Nel mezzo è presente una corta colonnina cilindrica (albero) terminante con un capitello sagomato a scozia tra due tori o tondini ben rifiniti.
L’anello in sommità è chiuso in alto da una forma stilizzata forse di colombina (o altro piccolo volatile) priva del capo.
La protome bovina, purtroppo ora priva di corna ma ancora raffinata ed elegante, avanza dalla prua con la linea sinuosa del collo e della testa. Le orecchie hanno forma triangolare e sono poste sul collo al di sotto delle corna (mancanti, spezzate alla radice).
La protome sembra modellata a parte e poi applicata allo scafo in un secondo momento, saldata con un manicotto alla base del collo e fermata da un bastoncello cilindrico che unisce il muso dell’animale al manicotto.
Luogo di ritrovamento: Sardegna, località sconosciuta
Residenza attuale: Museo delle Antichità di Torino
Segni particolari: Rotte alla base le corna della protome, rotto lo scafo sull’orlo di poppa.
Curiositá:
La navicella schedata e fotografata da G. Lilliu nel 1966 (vedi immagine in bianco e nero) appariva mancante dell’anello posto in sommità. Tuttavia Lilliu a quel tempo aveva visionato una fotografia eseguita nel 1957 da Lo Porto in cui appariva l’anello sommitale con colombina (o altro volatile) con il capo rivolto verso poppa. Egli quindi aveva potuto descriverla pur segnalando che forse l’elemento “è da considerarsi per sempre perduto”.
La navicella è stata restaurata (non sappiamo se è stato utilizzato l’elemento originario nel frattempo ritrovato) e oggi appare come illustrato da Anna Depalmas nel 2005 (vedi nota).
Ringraziamo la gentile archeologa e i custodi del Museo delle Antichità per averci aiutato nella ricerca del reperto ?
Fotografie di B. Auguadro
Descrizioni e immagine tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO
NOTA: si veda il disegno a pag. 319 – tavola 51 reperibile al seguente link https://core.ac.uk/download/pdf/11693312.pdf tratto da A. Depalmas, “Le Navicelle di bronzo della Sardegna nuragica”, 2005, Ettore Gasperini editore Società poligrafica sarda

Comune:
Prov:
Autore:
Bue

143) BUE STANTE CON GIOGO
Nome: bue stante con giogo
categoria: animale
Dimensioni: altezza 7 cm, lunghezza 8,5 cm
Aspetto: il bue ha forme agili, snelle e si presenta con il dorso rialzato nella parte posteriore, la schiena fortemente incurvata e la testa con il muso cilindrico rivolto in avanti.
Le zampe anteriori sono robuste mentre quelle posteriori appaiono più sottili e quasi stilizzate. La coda scende dritta tra le zampe posteriori. Sul collo sembra portare il giogo (o forse il suo cuscinetto); la testa ben proporzionata ha il muso con taglio netto, corna brevi, gli occhi a pastiglia, le orecchie indicate da brevi escrescenze sotto le corna
Luogo di ritrovamento: Sardegna, localitá sconosciuta
Residenza attuale: Palazzo Reale – Torino (nella teca dell’armadio ligneo, sulla sinistra, nella saletta che precede il corridoio dell’Armeria)
Segni particolari: integro, con gli zoccoli ancora incastrati nella colata di piombo che saldava la figurina alla tavola votiva
Curiositá:
Questo bronzetto, insieme ad altri 6 (custoditi però nel Museo delle Antichità), è esposto a Torino come arredo nelle sale di Palazzo Reale.
“Nel 1840 Alberto della Marmora fece scoprire al Piemonte la preistoria sarda con un libro (Voyage en Sardaigne) e una serie di oggetti per le collezioni reali: soprattutto le armi e le figurine votive in bronzo diventano da allora elementi ricercati per raccolte museali”
(dal pannello esplicativo del museo delle Antichità – Torino)
Fotografie di B. Auguadro
Descrizione tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune:
Prov:
Autore:
DONNA OFFERENTE

144) DONNA OFFERENTE
Nome: donna offerente
Professione: sconosciuta
Dimensioni: altezza 18,5 cm
Aspetto e vestiario: la donna raffigurata in piedi e frontalmente, con la mano destra alzata porge il consueto saluto devozionale, con la mano sinistra regge l’offerta votiva: una ciotola emisferica contenente quattro oggetti con forma sferica, forse focacce o frutti.
La figura femminile indossa:
– un velo sul capo che, scendendo sulle spalle, lascia scoperti sulla fronte i capelli, distinti da una scriminatura mediana
– una tunica attillata e senza maniche, sobria ed elegante, che si avvolge intorno al corpo con un lembo aperto sul fianco sinistro e fermato sulla spalla forse tramite una fibula;
– una cintura sui fianchi segnata con tratteggio verticale
– una sottoveste con l’orlo a pieghe verticali lunga sino ai piedi nudi
– un mantello rigido sulle spalle che riquadra la figura come un fondale e cade dalle spalle fino all’altezza della balza della sottoveste; sul manto notiamo un lembo verticale che accentua la struttura filiforme del corpo e un “manipolo pieghettato a fini rigature che trattiene presso il gomito sinistro il mantello” dice Lilliu ” simile a quello delle frange, a striature sottili, applicate sul dorso del mantello portato dal Capotribù di Uta”.
Il capo ha forma cilindrica, squadrata e allungata; si nota lo schema a T delle sopracciglia scolpite con intaccature oblique e del naso, gli occhi oblunghi scavati all’intorno, la bocca “ottenuta con taglio curvo da cui sporge il labbro inferiore”.
Il collo appare tozzo, grosso e sproporzionato rispetto al corpo esile, forse per sottolineare la forza MATRIARCALE e la solennità del personaggio.
Luogo di ritrovamento: Sardegna, località sconosciuta
Residenza attuale: Museo delle Antichità di Torino
Segni particolari: Il bronzetto poggia ancora sul sostegno a tre piedi che di solito veniva incastrato, tramite piombatura, sulla tavola delle offerte. Andrea Loddo però, che si occupa di archeologia sperimentale, ha notato che i tre canali di colaggio della figurina sono privi di piombo, quindi questo prova che il bronzetto non è stato mai posizionato su altare litico, con grappa di piombo e fissato eternamente sugli altari o sulle pietre menir, come al santuario di Serri.
Curiosità:
Lilliu nota una fortissima somiglianza tra questo bronzetto femminile e altri bronzetti maschili:
1) ai Capotribù, in particolare quello di Abini-Teti, per la forma squadrata della testa e il taglio marcato delle sopracciglia, la forma del manto
2) al guerriero con scudo trovato ad Aidomaggiore, loc. Tuvàmini per il taglio del volto: schema a T, fattezze della bocca, occhi oblunghi
Per Lilliu questa figura femminile potrebbe essere “l’altra metà” dei Capitribù: se questi infatti erano Re, Notabili, (Sacerdoti?)… le belle e solenni immagini di donne con manto in posa ieratica potrebbero essere le loro mogli, ovvero signore di notabili
…..oppure Sacerdotesse, perchè no? ?
NOTA:
Questo bronzetto, insieme ad altri 6 è esposto a Torino.
“Nel 1840 Alberto della Marmora fece scoprire al Piemonte la preistoria sarda con un libro (Voyage en Sardaigne) e una serie di oggetti per le collezioni reali: soprattutto le armi e le figurine votive in bronzo diventano da allora elementi ricercati per raccolte museali”
(dal pannello esplicativo del museo delle Antichità – Torino)
Fotografie di B. Auguadro
Descrizione tratta da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune:
Prov:
Autore:
Capotribù da UTA

1) CAPOTRIBU’ DI UTA CON SPADA (e bastone)

Nome: Capotribù di Uta con spada
Altezza: 39 cm
Aspetto: fiero e imponente, armato di spada, pugnale nuragico ad elsa gammata (inguainato in custodia decorata a spina di pesce) e bastone con borchie in metallo
Vestiario: berretto, doppia tunica o tunica con gonnellino, ampio mantello, due sciarpe con estremità frangiate
Luogo di ritrovamento: UTA (CA), località Monte Arcosu
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: bellissimo

Comune: UTA
Prov: Cagliari
Autore: B. Auguadro
NAVICELLA CON ANIMALI VARI SULL’ORLO

87) NAVICELLA CON ANIMALI VARI SULL’ORLO
Nome: navicella con animali vari sull’orlo
Dimensioni: lunghezza residua 13 cm – altezza 5,5 cm – larghezza 6 cm
Aspetto: la bellissima e interessantissima navicella ha lo scafo col fondo piatto, due peducci nella parte anteriore, l’orlo ribattuto e sporgente ad angolo retto, Il manico a giogo con anello di sospensione.
Sopra l’orlo dello scafo sono raffigurati cinque animali (prima della rottura erano sei), tre da una parte e tre dall’altra, in simmetria.
Non tutti sono chiaramente identificabili, tutti sono posizionati in direzione opposta rispetto a quella della rotta e guardano all’indietro…tutti, tranne uno ? quello posto sull’orlo della fiancata destra che guarda a prua
La posizione degli animali é in piedi, con le zampe anteriori tese in avanti, come per sostenersi meglio in piedi a causa del dondolìo della nave…tutti in piedi, tranne uno ? lo stesso animale di prima è accovacciato e disteso lungo l’orlo come se vi si aggrappasse …timoroso del mare
Sul margine DESTRO dello scafo possiamo vedere, in ordine, da poppa verso prua:
1) un quadrupede col muso appuntito, orecchie corte, occhi a globetto e coda levata a riccio
2) un animale che sopporta il giogo costituito da una sbarretta rettangolare trasversale con nel mezzo l’anello di sospensione dell’oggetto. Dall’altra parte si contrapponeva il compagno (ora perduto) per sostenere l’altra estremità del giogo. Davanti al muso dell’animale si osserva, sopra l’orlo dello scafo, due piccoli rilievi che rappresenterebbero due mucchietti di paglia o altro mangime per l’animale
3) un animale selvatico che non guarda a prua ed è accovacciato….lo abbiamo schedato qualche mese fa… Di lui (o lei) sappiamo che ha la coda lunga, striscia con la parte posteriore del corpo mentre si solleva con il collo e la testa; il muso è corto, gli occhi piccoli e le orecchie brevi e a punta, aguzze e tese all’indietro
Nella fiancata SINISTRA si presentano in ordine:
4) un quadrupede con muso appuntito
5) animale mancante, per rottura. Doveva essere però il compagno del numero 2) perchè sopportava insieme a lui il giogo
6) un animale ben caratterizzato da muso a ventosa, dalla schiena setolosa stilizzata in una cresta dentata e dalla coda di riccio….anche questo animale è già stato schedato mesi fa…
Luogo di ritrovamento: Meana (NU), a c.a. 1 km a ovest del paese. La navicella fu rinvenuta nel 1875, a poca profondità, in un ripostiglio insieme a un pezzo di “aes rude” (bronzo non lavorato utilizzato come “moneta”), una piccola lancia e la metà di uno stocco di bronzo.
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: rotte la poppa e la prua a cui manca la protome, rotta la parte sinistra del giogo, fori di rottura sotto l’orso nella fiancata dello scafo, slabbrature sull’orlo
Curiositá: avete riconosciuto TUTTI gli animali???
Ecco le risposte secondo Lilliu:
1) un cane
2) un bue. Esso ha il muso “suino” tutto segnato da striature a spina di pesce e le corna sottili erette verticalmente intorno alle quali si avvolge, come un anello, la fune
3) una volpe (forse); è l’animale che non guarda all’indietro come gli altri e che è accovacciato, timoroso del mare ?. Per Lilliu la postura dell’animale ha qualcosa del “rettile” ma per la lunga coda e la struttura generale somiglia a una volpe. Per lo Spano invece sarebbe una martora
4) un cane (come quello della parte opposta, ma senza coda) per Lilliu. Per lo Spano invece era un montone o una pecora
5) un bue, in coppia con il n. 2)
6) un maialino o un cinghiale
Nota dal web: Aes rude (cioè bronzo non lavorato) è un tipo di pre-moneta costituita da pezzi irregolari di bronzo. Tecnicamente non si può parlare di moneta perché non ne ha la forma, mancano segni che ne identifichino in qualche modo il valore e l’autorità che lo emette.
Fotografia di B.Auguadro
Descrizioni e immagini tratte da G.Lilliu, “Sculture della Sardegna nuragica”, 1966, ed. ILISSO

Comune:
Prov:
Autore: Beatrice Auguadro