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Offerente

Reperto recuperato dai Carabinieri

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Madre con bambino

146) MADRE CON BAMBINO
Nome: madre con bambino
Dimensioni: altezza 13,1 cm
Luogo di provenienza: probabilmente Lodé (Siniscola)
Residenza Attuale: Ginevra -Svizzera (CH), collezione ORTIZ
Aspetto e vestiario: la madre offerente è raffigurata stante. Con il braccio sinistro piegato, sorregge il bambino nella cavità del gomito e con la mano aperta offre una ciotola alla divinità. Con il braccio e la mano destra, estesi in avanti, porge il saluto devozionale.
Il bambino è seduto nell’incavo del braccio e si regge con il braccio destro appoggiandosi al collo e alla spalla della madre; la mano sinistra scende sulle ginocchia.
La donna indossa
– una doppia tunica: una lunga veste leggera forse di lino e sopra una tunica più corta, avvolta attorno al corpo. La sottoveste lascia intravedere le pieghe rappresentate da linee verticali (molto simile alla lunghe gonne con pieghe volute in senso orario, Su frangiu, ancora oggi in uso nei costumi tradizionali).
– un mantello molto spesso indossato sulle spalle, lungo quasi fino ai piedi nudi.
Segni particolari: patina grigio-verde, varie incrostazioni. Tracce sotto i piedi della colata plumbea che fissava la statuetta sul blocco di calcare
Curiosità:
Jürgen Thimme [Kunst und Kultur Sardiniens, no. 139, pp. 117, 392.] confronta questa figurina con altre tre raffigurazioni di madre e figlio che chiedono l’aiuto alla divinità, ma generalizza concludendo che il gesto e la ciotola sacrificale del presente esempio lo inducono a ritenere che tutte queste rappresentazioni dell’arte nuragica rappresentino una madre con un figlio MALATO.
Effettivamente “due di queste rappresentazioni di madri con bambini furono ritrovate al santuario di Santa Vittoria a Serri, sito probabilmente visitato dai malati in cerca di guarigione, come anche attestato da una statuetta trovata in loco di offerente con stampella.
Ci sono però notevoli differenze tra i quattro bronzetti (di madri con figlio).
Nel caso dei due di Santa Vittoria, il bambino appare malato, la testa si appoggia sul braccio della madre, mentre lo avvolge come in una culla, con la mano che termina sulla coscia del bambino. Tuttavia il terzo esempio (“la Madre dell’Ucciso” di Urzulei ) – che raffigura una madre seduta su uno sgabello con il figlio in braccio – è diverso. Il figlio non è un bambino, è già un giovane e indossa un berretto utilizzato di solito dai capotribù e sul petto mostra il pugnale ad elsa gammata, chiare indicazioni del suo rango: secondo Lilliu forse si trattava di un giovane aristocratico. Potrebbe quindi rappresentare il figlio morto, dal momento che il gruppo è stato trovato in una grotta sacra associata al culto alle divinità ctonie e può rappresentare un voto alla Dea Madre, un’intercessione a favore della vita (del giovane) dopo la morte. L’avambraccio destro della madre è rotto e mancante, ma era sicuramente proteso in avanti in una posizione simile a quella della nostra statuetta, in un gesto di offerta.
È da notare che questo quarto bronzetto è unico e ci ricorda le Vergini romaniche con Bambino della regione Auvergne della Francia, anche se queste ultime sono di solito sedute e il braccio destro del Bambino viene sollevato piuttosto che posto sopra la spalla della madre . Quello che è simile è l’aspetto sano del bambino, la testa alta.
Quindi preferiamo l’ipotesi che questa statuetta sia una rappresentazione di una madre che chiede una grazia/porge un’offerta, ma è incerto se il gesto sia fatto per ringraziare per la guarigione del figlio malato o se sia una richiesta per il suo futuro o per qualche altro scopo, come il ritorno sicuro del marito da una spedizione guerriera”.
Testo virgolettato e fotografia dal web – fonte catalogo “Kunst und Kultur Sardiniens”, 1980
NOTA:
La statuetta, insieme ad altri innumerevoli bronzetti nuragici di inestimabile valore storico e culturale, si trova a Ginevra nella famosa collezione di George Ortiz Patiño… Questo signore oggi deceduto, noto come “Il Re dello stagno”, ricchissimo proprietario di miniere di stagno in Bolivia, era in possesso della più grande collezione di bronzetti nuragici al mondo!
Cosa ne sarà ora della sua immensa collezione non lo sappiamo…ci auguriamo che gli eredi la preservino e decidano in futuro di custodirla ed esporla in un museo aperto al pubblico! 🙂
…e mentre noi schediamo, Andrea Loddo sta abilmente lavorando per riportare in vita questo stupendo bronzetto (in fotografia, suo modellino in cera persa) 😉
Ringraziamo Roberto Lai per le preziose informazioni riportate in nota.

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Guerriero sardo

Sono sei le rondelle rappresentate negli scudi degli spadacini, visibili nei dipinti murari Egizi! Sono sei anche quelle rappresentate nello scudo impugnato dal bronzetto spadacino di Padria. Le rondelle si interrompono la dove passa il braccio che impugna lo scudo, osservate il bronzetto, stessa impugnatura con braccio passante nella stessa posizione!.

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Autore: Andrea Loddo
Guerriero con scudo

“Gli Etruschi. Cinque miti da sfatare” di G. Pianu, 1985, ed. CURCIO

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Toro con uccello sul dorso

Catalogo “L’arte dei sardi” collezione Borowski 1983
37. Toro con uccello sul dorso
Bronzo. h 14,6 cm, l 11,6 cm
Sardegna, località sconosciuta.
Periodo nuragico, IX sec. a.C.
Questo toro fortemente stilizzato, con zampe stranamente lunghe e sottili, è riconoscibile come tale solo tramite le sue lunghissime corna piegate a semicerchio ed alla raffigurazione schematica del sesso. Un uccello è poggiato al centro del dorso. Sulla testa piatta, appuntita a triangolo, sporgono gli occhi rotondi. La coda è rigirata nella parte inferiore. Nonostante la notevole astrazione questo bronzetto è pieno di vitalità. Con pochi tratti è stata creata una meraviglia di rappresentazione naturale.
Il motivo “uccello su toro” si ripropone sui tori di Lilliu (G. Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966), nr. 210 e 212; su questi però l’uccello è appoggiato tra le corna. La forte schematizzazione con lunghe zampe e tronco sottile, testa piatta ed occhi sporgenti si ripete anche su altri bronzetti, per esempio nel gruppo cervo e cane di Karlsruhe (SKK nr. 149), così come su un toro di Sassari proveniente dal nuraghe Pizzinnu (Maetzke, pagg .736, SKK, ill. 73a e 73b). Tutti e tre i bronzetti sono della stessa qualità e provengono probabilmente dalla stessa officina. Da confrontare per la forte stilizzazione dei corpi animali i bronzetti di Lilliu op.cit., nr. 209 al 212, 250 al 257.
Stato di conservazione: intatto. Il bronzo ha una forte corrosione, patina verde granulosa con punti rossi di ossidazione.
Bibliografia: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 148

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Gruppo cervo e cane

Gruppo cervo e cane
bronzo, h 13,1 cm, Sardegna località sconosciuta.
Periodo nuragico, IX sec. a.C.
Karlsruhe, Badisches Landesmuseum

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Navicella con protome

Catalogo “L’arte dei sardi”, collezione Borowski 1983
Nr. 56 Navicella con protome bovina
Bronzo. l 14 cm, h 5,2
Sardegna, località sconosciuta.
VIII – VII sec. a.C.

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Guerriero con elmo a pettine e spada votiva sulla spalla

Nr.23 Catalogo collezione Borowski
Guerriero con elmo a pettine e spada votiva sulla spalla
Bronzo, h 11,2 cm, con condotto di colata 12,9 cm
Sardegna, località sconosciuta.
Cultura nuragica VII-VII sec. a.C.
Il guerriero, vestito con una tunica singola, porta un elmo a pettine di tipo caldeo che si ripete in una serie di statuette , probabilmente tutte della stessa officina (G.Lilliu, , Sculture della Sardegna nuragica,1966, nr. 92, 107 e 108). Sulla schiena è appeso ad una banda fissata alla spada votiva doppia, un piccolo scudo rotondo; alla stessa banda, sul petto, è sospeso il pugnale. Gli schinieri hanno un rivolgimento a foglia verso l’esterno (simili a G.Lilliu, op.cit. nr. 94 e 106).
Gli occhietti a bottoncino e l’ascella arcuata si ripetono in due guerrieri-demoni da Abini (Lilliu, op.cit. nr. 107 e 108) e sono solitamente caratteristici per i bronzetti del cosiddetto gruppo di Abini (vedi pag. 37 del catalogo).

I valori dell’analisi dei metalli dell’istituto di ricerca Rathgen di Berlino (J.Riederer) corrispondono alla lega tipica dei bronzi sardi.
Stato di conservazione: mancano il piede destro, l’avambraccio destro, gran parte della spada votiva e la cima del rialzo dell’elmo. Il condotto di colata a forcella è conservato. Patina verde macchiata e rimarginata con efflorescenze.
Bibliografia: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 105

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Nobile sardo

Nr.25 Catalogo collezione Borowski
Nobile sardo
Bronzo, h 10,6 cm
Dalle vicinanze di Alba, precedentemente collezione Traverso.
Cultura nuragica VIII sec. a.C.
La figurina a gambe divaricate porta un corto gonnellino ripiegato sul davanti, sulla spalla sinistra il manto da pastore con i bordi ripiegati, un pugnale sul petto fermato su una larga banda e sulla testa un copricapo piatto con una fascia al centro. Il corpo è rappresentato appiattito, gli arti magri e la testa cubica e fortemente dominante. Le sopraciglia ed il naso formano una Ti.
Testa e corpo sono nelle loro forme simili al capotribù di Santa Vittoria (G.Lilliu, Sculture della Sardegna nuragica, 1966, nr. 6). Queste due statuette potrebbero essere state eseguite dallo stesso maestro fonditore. Affini per quanto riguarda la tipologia della testa, ma superiori nell’esecuzione, sono i due arcieri di Sa Costa (SKK, nr. 110 Lilliu, op. cit. nr. 24 e 25), così come il portatore d’acqua di Santa Vittoria (SKK, nr. 117).
I valori dell’analisi dei metalli dell’istituto di ricerca Rathgen di Berlino (J.Riederer) corrispondono alla lega tipica dei bronzi sardi.
Stato di conservazione: braccia e gambe per gran parte mancanti. Patina verde sabbiosa con incrostazioni
Bibliografia: SKK (Kunst und Kultur Sardiniens, 1980) Nr. 118 con richiami precedent

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