Domus pluricellulare dotata di finte finestre, definite da solchi incisi con tracce di pittura rossa, di travetti rettilinei in rilievo a raggiera sul soffitto a evocare una copertura lignea. Nella cella principale è presente un pilastrino sub-rettangolare, del quale si conservano solo la parte inferiore e quella superiore con incisa una protome taurina. (Donna Nuragica)
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Domus pluricellulare dotata di finte finestre, definite da solchi incisi con tracce di pittura rossa, di travetti rettilinei in rilievo a raggiera sul soffitto a evocare una copertura lignea. Nella cella principale è presente un pilastrino sub-rettangolare, del quale si conservano solo la parte inferiore e quella superiore con incisa una protome taurina. (Donna Nuragica)
Domus pluricellulare dotata di finte finestre, definite da solchi incisi con tracce di pittura rossa, di travetti rettilinei in rilievo a raggiera sul soffitto a evocare una copertura lignea. Nella cella principale è presente un pilastrino sub-rettangolare, del quale si conservano solo la parte inferiore e quella superiore con incisa una protome taurina. (Donna Nuragica)
Domus pluricellulare dotata di finte finestre, definite da solchi incisi con tracce di pittura rossa, di travetti rettilinei in rilievo a raggiera sul soffitto a evocare una copertura lignea. Nella cella principale è presente un pilastrino sub-rettangolare, del quale si conservano solo la parte inferiore e quella superiore con incisa una protome taurina. (Donna Nuragica)
Domus pluricellulare dotata di finte finestre, definite da solchi incisi con tracce di pittura rossa, di travetti rettilinei in rilievo a raggiera sul soffitto a evocare una copertura lignea. Nella cella principale è presente un pilastrino sub-rettangolare, del quale si conservano solo la parte inferiore e quella superiore con incisa una protome taurina. (Donna Nuragica)
Domus pluricellulare dotata di finte finestre, definite da solchi incisi con tracce di pittura rossa, di travetti rettilinei in rilievo a raggiera sul soffitto a evocare una copertura lignea. Nella cella principale è presente un pilastrino sub-rettangolare, del quale si conservano solo la parte inferiore e quella superiore con incisa una protome taurina. (Donna Nuragica)
24) DONNA DI TETI CHE OFFRE UNA FOCACCIA
Nome: donna che offre una focaccia
Professione: sconosciuta
Altezza: 8,5 cm
Vestiario e aspetto: testa coperta da un turbante decorato da striature oblique, viso triangolare con lineamenti marcati; indossa una tunica liscia orlata da tre balze decorate con motivi geometrici. Sulla spalla sinistra è appoggiata una stola o mantello ripiegato che scende obliquo sul petto lasciato nudo dalla giacchina (che è presente anche nei costumi sardi femminili). La donna sorregge un’enorme focaccia che ha un incavo nella parte alta da cui parte una decorazione a raggiera.
Luogo di ritrovamento: TETI (NU), loc. Abini
Residenza attuale: Museo Archeologico di Cagliari
Segni particolari: per le inconsuete proporzioni e per il fatto che è portata con la forza di tutte e due le mani, la focaccia è da intendersi come dono rituale, in segno di ringraziamento.
Curiositá: donna nuragica con abito molto simile a quello indossato dalle statuette cretesi rappresentanti le Dee dei Serpenti esposte al Museo di Heraklion a Creta
fotografie di G. Exana e B. A.
Per approfondimenti: G. Lilliu “Sculture della Sardegna Nuragica” – ed. ILISSO ( pag. 328)
Della tomba, oggi andata distrutta, rimane soltanto la “stele” centinata bilitica: la lastra di base dalla forma di un lungo ed assimetrico quadrilatero, con il lato destro più corto di quello sinistro, e il frammento centinato della lunetta superiore, accuratamente lavorati e marginati, su tre lati, da una bella cornice rilevata.
Fonte: Caterina Bittichesu
Della tomba, oggi andata distrutta, rimane soltanto la “stele” centinata bilitica: la lastra di base dalla forma di un lungo ed assimetrico quadrilatero, con il lato destro più corto di quello sinistro, e il frammento centinato della lunetta superiore, accuratamente lavorati e marginati, su tre lati, da una bella cornice rilevata.
Fonte: Caterina Bittichesu
Della tomba, oggi andata distrutta, rimane soltanto la “stele” centinata bilitica: la lastra di base dalla forma di un lungo ed assimetrico quadrilatero, con il lato destro più corto di quello sinistro, e il frammento centinato della lunetta superiore, accuratamente lavorati e marginati, su tre lati, da una bella cornice rilevata.
Fonte: Caterina Bittichesu
Il tempio a pozzo è il luogo più importante di tutto il santuario, tale da essere riconosciuto per primo e subito oggetto di scavi. Datato al IX secolo a.C. dall’archeologo Anati nel 1985[2], il sito venne costruito con la tecnica ciclopica, la medesima utilizzata per i nuraghi, ma al contrario di questi con pietre molto curate e non sbozzate. . Nell’antichità il tempio era coperto.
Il tempio a pozzo è il luogo più importante di tutto il santuario, tale da essere riconosciuto per primo e subito oggetto di scavi. Datato al IX secolo a.C. dall’archeologo Anati nel 1985[2], il sito venne costruito con la tecnica ciclopica, la medesima utilizzata per i nuraghi, ma al contrario di questi con pietre molto curate e non sbozzate. . Nell’antichità il tempio era coperto.