Il nuraghe è un trilobato che, per quel che si può vedere, ha due tolos collassate all’interno. Sotto la macchia, conci isodomi, disposti circolarmente. Dalla cima delle torri si domina tutto il territorio e la costa sino alle falesie di Mariolu parte della foce del Cedrino e il suo tributario. Capanna di piccolo diametro contiene un circolo di pietre concentrico dentro il quale danno bella evidenza dei residui di fornace in terra rossa cotta. La seconda, è una capanna più irregolare della precedente con, all’interno, dei sedili lungo la muratura perimetrale. Al centro della capanna una costruzione di conci isodomi analoga ai cosiddetti pozzi sacri. La muratura è aggettante e tende a chiudere la volta. All’interno si accede a una stretta scala conclusa in un ambiente in cui un uomo si muove a malapena. Di fronte si trova l’incavo del pozzo, ancora oggi, e in pieno agosto, pieno d’acqua.
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Il nuraghe è un trilobato che, per quel che si può vedere, ha due tolos collassate all’interno. Sotto la macchia, conci isodomi, disposti circolarmente. Dalla cima delle torri si domina tutto il territorio e la costa sino alle falesie di Mariolu parte della foce del Cedrino e il suo tributario. Capanna di piccolo diametro contiene un circolo di pietre concentrico dentro il quale danno bella evidenza dei residui di fornace in terra rossa cotta. La seconda, è una capanna più irregolare della precedente con, all’interno, dei sedili lungo la muratura perimetrale. Al centro della capanna una costruzione di conci isodomi analoga ai cosiddetti pozzi sacri. La muratura è aggettante e tende a chiudere la volta. All’interno si accede a una stretta scala conclusa in un ambiente in cui un uomo si muove a malapena. Di fronte si trova l’incavo del pozzo, ancora oggi, e in pieno agosto, pieno d’acqua.
Il nuraghe è un trilobato che, per quel che si può vedere, ha due tolos collassate all’interno. Sotto la macchia, conci isodomi, disposti circolarmente. Dalla cima delle torri si domina tutto il territorio e la costa sino alle falesie di Mariolu parte della foce del Cedrino e il suo tributario. Capanna di piccolo diametro contiene un circolo di pietre concentrico dentro il quale danno bella evidenza dei residui di fornace in terra rossa cotta. La seconda, è una capanna più irregolare della precedente con, all’interno, dei sedili lungo la muratura perimetrale. Al centro della capanna una costruzione di conci isodomi analoga ai cosiddetti pozzi sacri. La muratura è aggettante e tende a chiudere la volta. All’interno si accede a una stretta scala conclusa in un ambiente in cui un uomo si muove a malapena. Di fronte si trova l’incavo del pozzo, ancora oggi, e in pieno agosto, pieno d’acqua.
Queste domus, ubicate a monte della tenuta Mariani e in precario stato di conservazione, presentano al loro interno petroglifi, rappresentazioni pittoriche e scultoree. Sono in particolare rappresentati il tetto a doppio spiovente, il focolare circolare, la spirale ricorrente e il motivo corniforme. In attesa di definirne i necessari interventi di conservazione e restauro attualmente l’accesso all’ipogeo non è consentito.
Prov: Sassari
Autore: Sovrintendenza Sassari Nuoro
Codice Geo: NUR6911
> Scheda Geoportale
Queste domus, ubicate a monte della tenuta Mariani e in precario stato di conservazione, presentano al loro interno petroglifi, rappresentazioni pittoriche e scultoree. Sono in particolare rappresentati il tetto a doppio spiovente, il focolare circolare, la spirale ricorrente e il motivo corniforme. In attesa di definirne i necessari interventi di conservazione e restauro attualmente l’accesso all’ipogeo non è consentito.
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Prov: Sassari
Autore: Sovrintendenza Sassari Nuoro
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Prov: Sassari
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Prov: Sassari
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Prov: Sassari
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Queste domus, ubicate a monte della tenuta Mariani e in precario stato di conservazione, presentano al loro interno petroglifi, rappresentazioni pittoriche e scultoree. Sono in particolare rappresentati il tetto a doppio spiovente, il focolare circolare, la spirale ricorrente e il motivo corniforme. In attesa di definirne i necessari interventi di conservazione e restauro attualmente l’accesso all’ipogeo non è consentito.
Prov: Sassari
Autore: Sovrintendenza Sassari Nuoro
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Ad Alghero sorge il più esteso complesso di ‘grotticelle’ sepolcrali preistoriche della Sardegna settentrionale: conserva i tratti di una civiltà vissuta cinque millenni fa
Una vallata con 38 tombe scavate nell’arenaria, risalenti al 3200-2800 a.C., al cui interno sono stati ritrovati persino i picchi di pietra usati per scavarle. La necropoli ipogeica di Anghelu Ruju, scoperta nel 1903, si trova nell’entroterra di Alghero, a meno di dieci chilometri dal mare, in una fertile piana solcata dal rio Filibertu. L’area sepolcrale occupa due zone, nelle quali le tombe sono distribuite in maniera irregolare: nella prima più pianeggiante se ne trovano sette, la seconda, su una piccola collina, ne comprende 31…Le domus sono decorate con rilievi legati al culto dei defunti: in pareti e pilastri sono scolpiti protomi e corna taurine, che rappresentano la divinità che doveva proteggere il sonno eterno. Mentre l’incisione di false porte simboleggia l’ingresso nell’aldilà. Noterai in alcune parti la presenza di ocra rossa: è rappresentazione del sangue dei sacrifici e di rigenerazione dopo la morte. Il rito funerario ‘neolitico’ prevalente era l’inumazione, ma sono stati rilevati anche casi di semicremazione. I manufatti rinvenuti nell’area – vasi, statuette della dea Madre e parti di collane – permettono di datare la necropoli, usata per un lungo arco di tempo (1500 anni), dal Neolitico sino al Bronzo Antico (1800 a.C.).
La necropoli di Anghelu Ruju è la massima espressione sepolcrale preistorica di tutto il nord Sardegna. (Sardegna Turismo)
Ad Alghero sorge il più esteso complesso di ‘grotticelle’ sepolcrali preistoriche della Sardegna settentrionale: conserva i tratti di una civiltà vissuta cinque millenni fa
Una vallata con 38 tombe scavate nell’arenaria, risalenti al 3200-2800 a.C., al cui interno sono stati ritrovati persino i picchi di pietra usati per scavarle. La necropoli ipogeica di Anghelu Ruju, scoperta nel 1903, si trova nell’entroterra di Alghero, a meno di dieci chilometri dal mare, in una fertile piana solcata dal rio Filibertu. L’area sepolcrale occupa due zone, nelle quali le tombe sono distribuite in maniera irregolare: nella prima più pianeggiante se ne trovano sette, la seconda, su una piccola collina, ne comprende 31…Le domus sono decorate con rilievi legati al culto dei defunti: in pareti e pilastri sono scolpiti protomi e corna taurine, che rappresentano la divinità che doveva proteggere il sonno eterno. Mentre l’incisione di false porte simboleggia l’ingresso nell’aldilà. Noterai in alcune parti la presenza di ocra rossa: è rappresentazione del sangue dei sacrifici e di rigenerazione dopo la morte. Il rito funerario ‘neolitico’ prevalente era l’inumazione, ma sono stati rilevati anche casi di semicremazione. I manufatti rinvenuti nell’area – vasi, statuette della dea Madre e parti di collane – permettono di datare la necropoli, usata per un lungo arco di tempo (1500 anni), dal Neolitico sino al Bronzo Antico (1800 a.C.).
La necropoli di Anghelu Ruju è la massima espressione sepolcrale preistorica di tutto il nord Sardegna. (Sardegna Turismo)