Due tombe dei giganti affiancate di due periodi realizzativi diversi. La prima è del tipo dolmenico, la seconda a filari contrapposti.
Prov: Medio Campidano
Autore: Andrea Mura - Nuragando Sardegna
Codice Geo: NUR11372
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#immagini: 915
Due tombe dei giganti affiancate di due periodi realizzativi diversi. La prima è del tipo dolmenico, la seconda a filari contrapposti.
Si trova sulla sommità di un colle della Marmilla. La struttura è di tipo complesso, formata da una torre centrale originaria, edificata nella media età del bronzo, a cui si aggiunsero in seguito altre quattro torri e un bastione. Una delle quattro torri venne successivamente sacrificata durante un ulteriore intervento edilizio che vide presumibilmente anche l’edificazione del possente antemurale di forma esagonale. Nella prima età del ferro nel sito si sviluppò un nuovo villaggio.
La fortezza è stata costruita in posizione strategica: dalla sommità della collina sulla quale è stata eretta è infatti possibile vedere la piana del Campidano, la catena montuosa del Lina e alcuni nuraghi in territorio di Pabillonis. Di dimensioni notevoli (copre un’area di quasi 4000 metri quadrati) è composta da quattro torri collegate da una cinta muraria di forma romboidale. A causa del crollo parziale delle torri, oggi solo una risulta accessibile.
Al suo interno, durante gli scavi, furono ritrovati resti di un focolare e ossa di animali, frammenti di ceramica romana ed una moneta databile al III sec d.C. che permette di ipotizzare una sporadica occupazione del sito tra il II ed il III secolo d.C. Un violento incendio segnò la fine dell”occupazione nuragica anche se fu sporadicamente frequentato nel periodo punico e romano.
L’area conservava l’insediamento che venne riportato alla luce nei primi anni ’80 del secolo scorso. Il terreno venne espropriato e furono avviate le indagini archeologiche che hanno riportato alla luce una serie di ambienti di uso abitativo frequentati almeno sino all’epoca altomedievale, le tracce di un nuraghe complesso e quello che è stato definito un pozzo sacro, ancora da scavare
L’area conservava l’insediamento che venne riportato alla luce nei primi anni ’80 del secolo scorso. Il terreno venne espropriato e furono avviate le indagini archeologiche che hanno riportato alla luce una serie di ambienti di uso abitativo frequentati almeno sino all’epoca altomedievale, le tracce di un nuraghe complesso e quello che è stato definito un pozzo sacro, ancora da scavare
L’area conservava l’insediamento che venne riportato alla luce nei primi anni ’80 del secolo scorso. Il terreno venne espropriato e furono avviate le indagini archeologiche che hanno riportato alla luce una serie di ambienti di uso abitativo frequentati almeno sino all’epoca altomedievale, le tracce di un nuraghe complesso e quello che è stato definito un pozzo sacro, ancora da scavare
L’area conservava l’insediamento che venne riportato alla luce nei primi anni ’80 del secolo scorso. Il terreno venne espropriato e furono avviate le indagini archeologiche che hanno riportato alla luce una serie di ambienti di uso abitativo frequentati almeno sino all’epoca altomedievale, le tracce di un nuraghe complesso e quello che è stato definito un pozzo sacro, ancora da scavare
L’area conservava l’insediamento che venne riportato alla luce nei primi anni ’80 del secolo scorso. Il terreno venne espropriato e furono avviate le indagini archeologiche che hanno riportato alla luce una serie di ambienti di uso abitativo frequentati almeno sino all’epoca altomedievale, le tracce di un nuraghe complesso e quello che è stato definito un pozzo sacro, ancora da scavare
L’area conservava l’insediamento che venne riportato alla luce nei primi anni ’80 del secolo scorso. Il terreno venne espropriato e furono avviate le indagini archeologiche che hanno riportato alla luce una serie di ambienti di uso abitativo frequentati almeno sino all’epoca altomedievale, le tracce di un nuraghe complesso e quello che è stato definito un pozzo sacro, ancora da scavare
L’area conservava l’insediamento che venne riportato alla luce nei primi anni ’80 del secolo scorso. Il terreno venne espropriato e furono avviate le indagini archeologiche che hanno riportato alla luce una serie di ambienti di uso abitativo frequentati almeno sino all’epoca altomedievale, le tracce di un nuraghe complesso e quello che è stato definito un pozzo sacro, ancora da scavare
L’area conservava l’insediamento che venne riportato alla luce nei primi anni ’80 del secolo scorso. Il terreno venne espropriato e furono avviate le indagini archeologiche che hanno riportato alla luce una serie di ambienti di uso abitativo frequentati almeno sino all’epoca altomedievale, le tracce di un nuraghe complesso e quello che è stato definito un pozzo sacro, ancora da scavare