Nuraghi sommersi, economia sommersa

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di Nicola Manca Di recente ho letto di una polemica fra i sostenitori del lavoro volontario e quelli del lavoro retribuito. Va premesso che il lavoro per essere tale debba essere retribuito e che quindi il volontariato non si possa considerare lavoro ma sia più giusto accostarlo a concetti quali passione, morale e senso civico. Detto questo, cerco di intuire le cause di questa diatriba: con tutta probabilità i lavoratori sentono in pericolo la roccaforte costruita negli anni, sotto i colpi delle orde di volontari. Vorrei rassicurarli: non è proprio così. Il lavoro volontario è la risposta più concreta che si possa dare all’epoca del PIL. I paesi vengono classificati in base ai beni e servizi prodotti e quelli consumati. Un paese è ricco se ha un prodotto interno lordo alto, viceversa è povero. Tuttavia ricchezza e benessere non sempre vanno di pari passo. Poco importa se un paese con molti ammalati è un paese con un PIL superiore – eh sì, perché il comparto medico e farmaceutico contribuiscono ad aumentare questo indicatore. Poco importa se un paese è molto inquinato e quindi si spende di più per lo smaltimento dei rifiuti. Ciò che importa è la classifica! Nei paesi mediterranei, molti lavori sono a carattere domestico e mal si confrontano con i moderni sistemi di calcolo della ricchezza: lasciare il nipote alla nonna anziché alla baby sitter, fare la pasta fresca in casa anziché comprarla al supermercato, avere dei volontari anziché dei lavoratori… Per venire in soccorso a tutte queste attività per molto tempo dimenticate richiamo due dei più famosi indicatori alternativi: il BIL e il FIL. Il primo, istituito dalla commissione Sarkozy, identifica il benessere interno lordo, nel tentativo di inserire nel computo della “ricchezza” di un paese la maggior parte dei beni e servizi internalizzati; il secondo indica la felicità interna lorda, è stato reso famoso dal piccolo paese del Bhutan e vede il Dalai Lama fra i più strenui sostenitori. All’interno di questi due indicatori di ricchezza, i criteri presi in considerazione sono la qualità dell’aria, la salute dei cittadini, l’istruzione, la ricchezza dei rapporti sociali, il volontariato ecc. Credo sia innegabile che nella speciale classifica dei paesi più ricchi le caratteristiche prese in considerazione da questi due indicatori siano imprescindibili. Ma per tornare alla premessa iniziale, il volontariato non potrà mai essere sostitutivo del lavoro ordinario. Questo perché non vi è nulla di più demotivante del lavorare – a ritmi consoni e giornalmente – senza una giusta retribuzione: fare il volontario tutti i giorni otto ore al giorno significherebbe quindi lavorare e lo spirito con cui si affronta il lavoro è completamente differente e esulerebbe dalla passione, dal senso civico e dalla morale. Secondariamente perché i volontari lo sono nel loro tempo libero quindi generalmente si occupano di altro mentre per certe mansioni occorre una specializzazione. Nonostante questo i volontari non sono dei fessi, incapaci di svolgere mansioni più o meno semplici. Se formati per qualche ora, tutti sono in grado di piantare un albero sotto la supervisione di un responsabile – retribuito. Tutti sono capaci di estirpare una pianta senza fare danni a una struttura. Le due figure sono perfettamente complementari, specie in un sistema in cui i soldi destinati ai beni culturali sono sempre più sacrificati. Anzi, ancor più a causa di questa congiuntura ritengo indispensabili per tutta la comunità. Essere volontari, visto quanto spiegato testé, non vuol dire svilire il lavoro dei professionisti né svendersi. Vuol dire essere dei cittadini a tutto tondo, che spendono il loro tempo in modo altruistico e desiderano mettersi al servizio di un obiettivo che coincide con la propria passione. Vuol dire aiutare i professionisti a destinare le proprie risorse che hanno per qualcosa di utile, teso alla valorizzazione del bene che hanno in capo, senza dover pagare manovalanza che possa svolgere lavori generici. Vuol dire arricchire la propria terra. Ecco perché non trovo giustificazione, né economica né logica agli attacchi su questo fronte e grido VIVA IL VOLONTARIATO!!

"Pensate a tutti i milioni di persone che vivono insieme anche se non gli piace, odiano il lavoro ma hanno paura di perderlo, non c’è da meravigliarsi se hanno la faccia che hanno” [Charles Bukowski]

Nell’immagine: scavi a Su Pallosu (Su Pallosu blog spot) e a Su Nuraxi di Barumini