Arzana e la longevità

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di Giorgio Valdès

Angelo Stochino era nato ad Arzana il primo maggio 1889. Una vita trascorsa sul Gennargentu ad accudire il bestiame. Il suo podere era tra i più distanti da Arzana, in località Sa Pruna, al confine con Desulo. Il certificato di nascita di sua moglie Rafaele Monne, riporta la data del 28 maggio 1898. Dopo il fidanzamento con Angiulinu – come lo chiamavano in paese – ogni settimana preparava il pistoccu insieme alla mamma, all’imbrunire saliva in sella al suo cavallo e viaggiava da sola sotto le stelle per arrivare all’alba dal suo amato e consegnargli la scorta di pane. Nel terreno sul costone del Gennargentu si occupava anche dell’orto e delle coltivazioni di cereali e grano. Poi preparava la cena per il marito che stava seduto accanto al camino a fumare il sigaro. «Il mio minestrone era speciale, perché lo preparavo con il lardo», raccontava spesso Tzia Rafaela. I due erano cugini di primo grado. Follemente innamorati. Si erano sposati nel 1913, un rapporto lungo 77 anni senza mai diventare genitori. Lui è morto l’8 gennaio 1990 a 100 anni e sette mesi d’età. Lei si è spenta il 4 ottobre 2007 a 109 anni e 4 mesi.

In merito al primato tra i paesi della lunga vita che caratterizza in particolare Arzana, Raffaele Sestu, medico e storico presidente delle Pro Loco sarde, osservava come molti dei centenari provenissero da Ruinas, l’antico villaggio nuragico situato a 1250 metri sul Gennargentu. È uno dei più alti dell’isola e tra i più grandi con oltre 200 capanne. Intorno al 1400 gli abitanti del sito lo abbandonarono per spostarsi a valle, a causa della peste. Uno dei primi nuclei arrivati ad Arzana era la famiglia Congera. «Dai nostri studi – ha sottolineato Sestu – abbiamo scoperto che la nonna di Rafaela si chiamava Sofia Congera, morta a metà dell’Ottocento a quasi cent’anni». Il fatto che molti dei centenari abbiano vissuto o lavorato per molto tempo sul Gennargentu non può essere solo una coincidenza: «Io lo chiamo Fattore G», ha concluso il presidente.

(Le notizie sono tratte da un articolo di Giovanna Falchetto, pubblicato nel 2017 sul sito della Confartigianato)

Le foto del sito nuragico di Ruinas sono di Andrea Mura – Nuragando Sardegna, Giovanni Sotgiu e Gianni Sirigu.