di Giorgio Valdès Immaginiamo una gigantesca “città mercato” internazionale, con tanti negozi compreso quello della Sardegna e più di un miliardo di visitatori che vi circolano ogni anno. Da questa parte del banco abbiamo l’esigenza di vendere, ma occorre che dall’altra parte ci siano gli acquirenti ed è quindi necessario intercettare una parte congrua della marea di persone che passa in galleria. Abbiamo diversa merce esposta sugli scaffali e in vetrina: mare, interno, clima, ambiente, tradizioni, ricettività, agro alimentare…. Tutto di ottima qualità, ma anche altri empori vendono le stesse cose, magari non tutte nel medesimo negozio; solo che in alcuni sono meno care o altrimenti sono offerte a condizioni particolari o sono presentate meglio o chi le propone può contare su un’insegna o un marchio più conosciuto del nostro, come “Stonehenge”, che svetta tra gli altri bazar con il suo nome esotico ed intrigante. Poi ci sono alcuni negozietti apparentemente insignificanti che offrono qualcosa di particolarmente originale: uno di questi, che ha un’insegna con sopra scritto “Loch Ness”, vende “mostri per lago” virtuali, perché nessuno li ha mai visti; l’altro, ancora più dimesso, si chiama “Rapa Nui” e offre statue di pietra mohai, più o meno tutte uguali. Sono articoli che hanno solo loro, proprio perché i due negozietti ne detengono il monopolio e la gente fa la fila per comprarli anche se costano piuttosto cari….ma tornare a casa per mostrarli a parenti e amici fa tendenza. Mentre noi stiamo dietro il nostro banco guardando con invidia la ressa di fronte ai due empori della concorrenza, improvvisamente ci viene in mente che disponiamo di un’enorme quantità di oggetti originali dimenticati in soffitta; talmente eccezionali da surclassare qualsiasi mostro virtuale del lago o statua mohai. Così, insieme alle nostre eccellenze in termini di mare, interno, clima, ambiente, tradizioni, folklore, ricettività, agro alimentare e quant’altro, decidiamo di esporre tutti i nostri pezzi unici: un’ottantina di dolmen; più di 2000 domus de janas; 800 tombe di giganti; un centinaio di pozzi e fonti sacre; circa 1500 villaggi nuragici; centinaia di menhir e soprattutto gli oltre diecimila nuraghi che costituiscono la vera icona identitaria della nostra terra. Infine, in un angolo del ripostiglio, ecco sbucare delle bellissime statue di guerrieri, che ci accingiamo a tirare fuori con cura, e il cui numero sembra non finire mai. Fatto questo, per riavviare l’attività del negozio come si deve, occorrerà riorganizzare la vetrina, avvicinare la gente che passa in galleria, invitarla a entrare e quindi presentare tutte le meraviglie che abbiamo negli scaffali con disponibilità, competenza ma soprattutto con un bel sorriso.