Bacco tra Sardi e Tirreni

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di Giorgio Valdès

Tirsenoi o Tirrenoi (Τυρσηνοί o Τυρρηνοί) era il nome con cui i greci chiamavano gli Etruschi. Dal libro di Berni e Chiappelli “Haou-Nebout –  i Popoli del Mare” (Ed. Pendragon 2008), abbiamo estratto alcuni brevi ma altrettanto interessanti passi:

<<…la vicinanza culturale tra Tirseni e Sardi è indubbia e ulteriormente sottolineata dai vincoli della parentela eraclide che li accomuna. Erodoto narra infatti che Tirreno, l’eponimo del mare, proveniva dalla famiglia reale eraclide dei re di Lidia allontanatosi dalla patria a causa di una carestia, mentre Strabone riporta la notizia che Iolao colonizzò la Sardegna portandosi dietro alcuni figli di Eracle. I Tirseni, così a stretto contatto con l’altro popolo pelasgico degli Shardana, condividevano talmente una simile cultura che Massimo Pittau li considera un unico popolo, almeno per queste prime fasi. Lo testimonierebbero le piccole navi di bronzo sarde che si ritrovano nelle più antiche sepolture etrusche. Recenti studi avrebbero dimostrato anche il livello immuno-ematologico un grado di affinità tra Sardi ed Etruschi. Tutto tende a farci pensare ad una consanguineità per matrimoni aristocratici nel comune interesse dello sfruttamento dei giacimenti metalliferi, ma potrebbe trattarsi di legami ancora più atavici.>>…<<Esiodo nella “Teogonia” li poneva (i Tirseni) nelle “isole sacre”, cioè quelle isole poste all’estremo Occidente del mondo come lo erano anche le “isole felici” o “fortunate” o “beate”.>>…<< Tra le più antiche citazioni sugli illustri Tirseni possediamo anche quella dello Pseudo-Omero dell’”Inno a Bacco” dove rivestono il mitico ruolo di rapitori del dio con l’intenzione di portarlo a Cipro o in Egitto o tra gli Iperborei e chiederne un riscatto ai genitori. Bacco, legato all’albero maestro grazie a dei prodigi che trasformano i lacci in viticci di edera e fiori, riesce a riprendere la libertà sotto l’aspetto di un feroce leone, mentre i Tirseni sono trasformati in delfini. Il culto di Bacco era decisamente presente nel mondo tirrenico e nuragico tanto che sino a una cinquantina di anni fa, ogniqualvolta in Sardegna si piantava una nuova vigna, vi era l’usanza che i parenti e gli amici legassero il proprietario con tralci di vite e rami fioriti mentre veniva sottoposto a scherzi che non risparmiavano le zone genitali, finchè la moglie non riscattava il marito con l’intervento di ricche libagioni. Inoltre il fiume principale della Sardegna era il Tyrsos, che ci riporta sia al termine “tirseno” sia a “thyrsos”, termine con cui si si identificava il bastone di Bacco e delle Baccanti>>.

Vorrei aggiungere una mia breve considerazione. Luigi Battisti, in una sua ricerca sull’“Etimologia del nome Tibur”, per quanto si riferisse al Tevere, scriveva che <<la paroletta “ti” aveva il significato di “acqua” nella toponomastica dell’Europa pre-indoeuropea e dell’Asia minore, un esempio evidente è il nome del mare Tirreno. Ancora nel quinto secolo a.C., nel nome e nei suoi derivati gli autori greci usavano ancora la forma “tyrsen-” che mostra chiaramente che quella attuale è dovuta al rotacismo della s. Ora se si considera che gli etruschi chiamavano se stessi Rasenna, l’interpretazione del nome è chiaramente   ti-rsen = acque degli Etruschi>>.

http://www.tibursuperbum.it/ita/storia/EtimologiaTivoli.htm

In allegato il “Bacco” del Caravaggio.