Illustrata dal Lamarmora e dal Mackenzie che l’avevano vista quasi intatta, almeno nel profilo di pianta e definita dal Pinza “il prospetto del più bel sepolcro di giganti che si conosce in Sardegna”, la tomba di giganti di Imbertighe, a Borore, è ormai ridotta alla sola stele centinata e alle ali dell’esedra costituite da tre file di pietre.
Sempre a Borore, la tomba Perda Longa ‘e Figu, di tipo dolmenico e disposta lungo l’asse Ovest-Est, conserva soltanto la camera funeraria e parte dell’esedra con la grande stele centinata, mentre non è rilevabile il profilo esterno della tomba e quindi il suo spessore. E’stata segnalata dal Lamarmora, che nell’Atlante ne documenta la stele già spezzata, come appare attualmente.
Posta a breve distanza dalla chiesetta campestre di S. Gavino e ad un centinaio di metri a NO dal Nuraghe Toscono, con il quale era in stretta relazione culturale, la tomba di Santu Bainzu, a Borore, è del tipo dolmenico con stele centinata monolitica, disposta lungo l’asse SE-NO e con ingresso a SE. Fu rilevata dal Lamarmora quando ancora presentava in situ gli ortostati dell’esedra.
Le foto della tomba di giganti di Imbertighe sono di Lucia Corda e Sergio Melis; quelle della tomba Perda Longa ‘e Figu sono di Giovanni Sotgiu e Sergio Melis. Gli scatti della tomba Santu Bainzu sono di Nicola Castangia e Alessandro Pilia.