I Nuraghe che “vedono” il mare: S’Ega Marteddu

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 I Nuraghe che “vedono” il mare

Così scriveva l’ammiraglio Orace Nelson nel 1803 dal Golfo di Palmas all’onorevole LORD HOBART: Mio caro Signore, …Dio sa che se ci fosse un’isola da possedere questa sarebbe la Sardegna, né Malta né nessun’altra. Essa é la più bella isola del Mediterraneo, possiede porti adatti a contenere gli arsenali e tutta la nostra flotta a 24 ore di mare da Tolone. Ci sono insenature dove ancorare la flotta e controllare sia l’Italia che Tolone. Nessuna nave potrebbe passare verso Oriente tra la Sicilia e la costa dei barbari, né attraverso il faro di Messina… … l’eccessivo cattivo tempo ci ha costretto a proseguire verso il Golfo di Palmas, dove siamo arrivati alle 11. E’ una baia eccellente e comoda, con approdi buoni e sicuri per tutti i tipi di nave e in qualunque numero…

Alla missiva di Nelson a Lord Hobart io avrei aggiunto : “E inoltre uno splendido palazzo nuragico controlla in maniera perfetta tutta la baia e l’intero Golfo di Palmas” (Mlqrt R)

Si parlava appunto del Nuraghe detto “S’Ega Marteddu” a Maladroxia. Esso controllava (e controlla tutt’oggi) il Golfo di Palmas (Sant’Antioco, Ca) E’ un bel nuraghe complesso del tipo polilobato costituito da una torre centrale circondata da un muraglione sul quale si addossano alcune torri più piccole (una delle camere secondarie, altresì presenta ancora la tholos intatta) che sovrasta Maladroxia , controlla il Golfo di Palmas e “vede” l’altro Nuraghe detto “ Corongiu Murvonis” che vigilava imponente sulla rigogliosa piana di Canai. Non risulta tuttavia sia stato studiato e scavato dagli archeologi. Non è l’unico esempio di Nuraghe complesso che “vede” il mare. Non per questo motivo deve essere considerato semplicemente un nuraghe “torre di controllo”, anzi, proprio il fatto che le tholos un tempo fossero chiuse suggerisce un diverso utilizzo o forse un insieme di utilizzi diversi. Risulta tuttavia da più fonti, provenienti dal Territorio, che il nuraghe, insieme agli altri dello stesso circuito (la zona sarebbe dovuta divenire una valle dei Nuraghi del sud), versi in un cattivo stato di manutenzione (erba alta, sentieri sporchi e ormai nascosti dagli arbusti) che ne rendano difficoltosa la frequentazione e la fruizione. Nurnet si auspica, come per tutti i monumenti “abbandonati” dalle amministrazioni, che il Comune di Sant’Antioco si adoperi per recuperare completamente l’utilizzo dei sentieri per una fruizione adeguata.

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