La Sacra Primavera dei costruttori di Nuraghi

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di Mlqrt R

Analogamente a quanto diverrà in uso secoli dopo presso le popolazioni italiche ( presso i Sabini e poi presso i Romani, per esempio) nella Sardegna nuragica – già da diversi secoli, esisteva un rito simile a quello del "Ver Sacrum". Si ipotizza infatti che la costruzione di un nuovo nuraghe e del villaggio antistante fossero preceduti dall’allontanamento dei giovani dalla comunità che si insediavano dunque in un nuovo territorio dove veniva edificato il nuovo insediamento[1] . Nell’età corrispondente all’età del primo ferro, con lo stesso rituale, nacquero i grandi santuari del popolo nuragico. Ho provato a riconsiderare e ad ipotizzare, in base agli elementi deduttivi adattabili al contesto sardiano, come potesse essere strutturato questo mito durante l’epopea del bronzo e come venisse svolta la migrazione guidata secondo una procedura totemica: si interpretavano i movimenti ed il comportamento di un animale-guida, per trarne auspici e indicazioni sulla direzione del viaggio. Ogni clan nuragico aveva un animale sacro agli Dei.

1.la consacrazione alla divinità (al Toro soprattutto, dio dei nuragici e patriarcalizzazione della Dea Madre neolitica) di tutti i prodotti di un determinato anno (in primavera, nel mese di fine febbraio/marzo, probabilmente dedicato al dio), in seguito ad un voto di purificazione o di espiazione per scongiurare un flagello come un possibile guerra o un’epidemia; 2.la migrazione, con intenti colonizzatori, di una classe di giovani in grado di portare le armi; 3.il ruolo dell’animale-guida, come un cervo o una scimmia, una volpe, un cane o altri animali (di solito raffigurati nei bronzetti) generalmente consacrati al Toro. E’ possibile che questi rituali, dalla Sardegna si siano estesi allo stivale, a cominciare dalla Toscana e dal Lazio, ove sarebbe stato praticato dai proto-etruschi, poi da Sabini, dai Sanniti, dai Romani. Addirittura c’è traccia di questo rituale mitico perfino tra gli Aborigeni australiani [2] E’ evidentemente molto complicato e in parte aleatorio voler tradurre in fatti concreti un rito così antico e permanentemente avvolto dal mistero della leggenda; una piccola certezza sulla veridicità di questo mito, forse, ce lo attesta la sua permanente vitalità nell’esoterismo. Difatti in nome (e col nome) del Ver Sacrum, negli anni ’70 nasce una società iniziatica di stampo massonico detta “Loggia Ver Sacrum” Nel sito della Loggia Ver Sacrum si legge: “La Loggia Ver Sacrum, costituita con bolla di fondazione emanata dall’allora Gran Maestro Lino Salvini in data 9 gennaio 1978, ha iniziato i propri lavori il 22 marzo 1978”. E subito dopo viene riportato: “I Fratelli fondatori di questa Officina, quasi tutti provenienti dalla loggia ‘I Figli di Horus’, avevano un’intenzione ben precisa: portare al di fuori della Loggia di appartenenza, quanto avevano potuto apprendere, e cioè il meglio dell’Arte Muratoria che, all’epoca, veniva espresso nell’Oriente di Perugia. [3]

 

 

[1] Giovanni Ugas, L’alba dei nuraghi, Cagliari, Fabula Editore, 2006. [2] Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, I 16.2 [3] VER SACRUM -Riflessioni-Primavera 2012-Francesco R. (www.rlversacrum.org)

 

Foto di Claudio De Tisi (tratta da www.lamiasardegna .it)