Sisini

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di Giorgio Valdès

Nel territorio di Sisini è presente l’omonimo nuraghe, da molti identificato come proto-nuraghe o nuraghe a corridoio. Sta di fatto che la sua struttura ricorda, planimetricamente, quella del pozzo sacro di S.Cristina a Paulilatino, ma anche quella del nilometro di Kom Ombo in Egitto, recentemente postata sul profilo FB di Nurnet e precedentemente proposta nei suoi scritti da Leonardo Melis. La struttura del pozzo di S.Cristina a sua volta raffigura, secondo un’opinione generale assolutamente condivisibile, l’organo sessuale femminile che in diversi aspetti, unito o disgiunto dal principio maschile, informa tutto il nostro megalitismo. Analoga considerazione può proporsi per il nilometro e anche per altri oggetti ed emblemi tipici di alcune civiltà con cui la Sardegna è stata a lungo in contatto in tempi remoti. Nell’allegato appaiono in ordine: la planimetria del pozzo sacro di S.Cristina a Paulilatino; il contrappeso menat simbolo della dea egizia dell’amore e della fertilità Hator (che il sacerdote Imothep tiene al collo nell’immagine successiva); l’ankh egiziano, ideogramma geroglifico che indica lo spirito vitale e l’emblema di Tanit, dea punica dell’amore, della gioia e della fertilità. L’ultima immagine si riferisce infine alla planimetria del nuraghe Sisini, la cui similitudine con le figure precedenti è piuttosto intuitiva. Quest’ultimo monumento, in periodo nuragico, era probabilmente un importante centro religioso dedicato a quel culto delle acque di cui parla Raffaele Pettazzoni, uno dei maggiori storici italiani delle religioni, nel suo libro “Religione primitiva in Sardegna”. E’ al proposito altrettanto interessante proporre il parere del linguista Salvatore Dedola, secondo il quale Sisini potrebbe essere "uno degli antichi nomi divini di Yahweh" il dio unico dei sardi nuragici (e anche il dio degli Shardana), riconducibile all’ebraico Seh Sinay, con il significato di ‘Quello del Sinai’.