di Antonello Gregorini
L’approvazione del disegno di legge noto come dell’Autonomia Differenziata porterebbe al paradosso di una Sardegna meno speciale di altre regioni che, per storia e specificità fisiche, sono certamente meno speciali.
Sto all’ambito dei beni culturali, per i quali la Sardegna non è competente per la tutela, ma solo per la valorizzazione, pur avendo la possibilità, per il dettato dell’art.5 dello Statuto d’Autonomia, di emanare norme di integrazione e attuazione, sulle seguenti materie:
a) istruzione di ogni ordine e grado, ordinamento degli studi;
b) lavoro; previdenza ed assistenza sociale;
c) antichità e belle arti;
Con l’art. 10 L. Cost 3/2001 si afferma che la riforma del titolo V non può dare alle speciali meno prerogative delle ordinarie, quindi anche loro (la Sardegna) possono usare l’Art. 116, anche se pensato per le ordinarie.
Mi sfugge la ragione della contrarietà di molti riguardo la possibilità che la Sardegna sia più responsabile e autonoma.
Mi sfugge, altresì, la ragione per cui la RAS non abbia attivato l’opzione di “accodamento” all’autonomia differenziata e resti passiva riguardo la possibilità che le regioni del nord diventino più autonome di quelle la cui specialità è riconosciuta in Costituzione e dalla storia.
Sono tanti i temi e le competenze su cui la Sardegna idealmente vorrebbe, a parole, essere autonoma e responsabile, mentre in realtà così non è. Si chiedono, anzi, gli indennizzi per deficit di insularità invece che far di tutto per trasformare l’insularità in felice opportunità autonomistica.
Gli indipendentisti e quelli a favore di una maggiore autodeterminazione della Sardegna dovrebbero essere felici dell’avvio di questo processo “federativo”. Invece sento solo lamentele.
La Proposta di Legge che anche ieri abbiamo consegnato ed esposto a tre rappresentanti di tre Commissioni della Regione, con il supporto degli estensori costituzionalisti prof.ssa Ruggiu e dott. Montaldo, prevede l’istituzione di un Parco (o sistema) dei Beni Identitari Nuragici (cosiddetti).
La Proposta si mantiene all’interno delle competenze regionali e del dettato dell’Art.5 dello Statuto. Però, in virtù della Legge ieri approvata la competenza sulle antichità considerate a ragion veduta identitarie (o su tutti i BB.CC.) potrebbe essere richiesta e acquisita dalla Regione.
Uno Stato Italiano inadempiente (Ugas-Zucca) non ha censito e posto le appropriate tutele sull’intero patrimonio preistorico e nuragico. Causando l’assurda aggressione odierna al paesaggio sardo per la moltitudine di richieste per impianti di produzione energetica. Possiamo far di meglio? Dobbiamo far di meglio a difesa della nostra identità e storia?
Non sarebbe opportuno che la Sardegna chiedesse competenze e responsabilità specifiche su questo?