Circoli megalitici poco conosciuti e purtroppo devastati da tombaroli

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 di Giuliano Usai

  Nel territorio comunale di Portoscuso in località Su Piccinu Mortu, in una zona pesantemente stravolta dell’antropizzazione dovuta alle industrie e in parte interessata da postazioni militari dell’ultima guerra, si conservano in una stretta lingua di terra tra due strade, alcune capanne neolitiche di forma circolare caratterizzate da grossi massi alti fino a 1,00-1,20 metri appoggiati sullo strato roccioso. Le povere costruzioni, spogliate delle pietre più piccole, si presentano tal volta in piedi, tal volta rovesciate per terra e ben nascoste tra cespugli, visibili solo agli occhi dei più attenti. Tutto intorno non di rado si possono incontrare frammenti di ossidiana, selce e diaspro rosso di Carloforte nonché cocci a pasta grossolana molto erosi dal tempo. Intorno al sito sono presenti alcuni tafoni naturali dove è possibile scorgere ancora i resti di quelli che sembrerebbero dei muretti di chiusura che fanno ipotizzare che i tafoni siano stati utilizzati come sepolture, purtroppo saccheggiate dai tombaroli.