Haou-Nebout del Grande Verde

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di Giorgio Valdès

Riprendo alcuni spunti tratti dal libro di Berni e Chiappelli “Haou- Nebout, i Popoli del Mare”.

Jean Vercoutter, celebre egittologo francese scomparso nell’anno 2000, scriveva che <<L’espressione “Isole che sono in mezzo al Grande Verde” designa in epoca ramesside, il paese d’origine dei “Popoli del Mare”, come dimostrano i testi del tempio di Medinet- Habu che dichiarano: “Gli stranieri nordici che erano nelle loro isole e con maggior precisione: “Quanto agli stranieri che erano venuti dal loro paese, dalle loro isole che sono in mezzo al mare…>>

Nel testo di Berni e Chiappelli viene citato anche l’orientalista Guy Bunnens, il quale scriveva (“I Filistei e le invasioni dei Popoli del Mare”): <<Si trova all’epoca di Tuhmosis III e di Akenaton (che regnarono a cavallo tra la metà del XV e la metà del XIV sec. A.C. – nota mia) il “mare” e “le isole che sono in mezzo al mare” citate dopo un’evocazione dei quattro punti cardinali, come se esse rappresentassero una specie di quinto punto cardinale che sarebbe il “centro”. Ora, almeno uno dei Popoli del Mare, quello degli Sherden, appare in un contesto che sembra trasportarlo in questa geografia astratta. La Stele degli Sherden che data dal tempo di Ramesse II (regnò dal 1279 al 1213 a.C. – nota mia) menziona in effetti questo popolo dopo i quattro punti cardinali, come se esso prendesse qui il posto occupato dal mare in altre enumerazioni. D’altra parte, in epoca ramesside il mare appare sotto i tratti di una divinità rapace e minacciosa dalla quale può sorgere un pericolo in ogni momento>>

A questo proposito Berni e Chiappelli osservano che “Erano audaci guerrieri Haou-Nebout del Grande Verde coloro che si stabilirono in Sardegna, sovrapponendosi alla civiltà megalitica che da secoli popolava l’isola…Dalla presenza ancora oggi di circa settemila castelli nuragici si deducono chiaramente le caratteristiche e gli aspetti di questa società fondata su confederazioni di tipo militare”.

A parte qualsiasi considerazione sulla presunta sovrapposizione alla civiltà nuragica di questi “audaci guerrieri” e sulla società fondata su confederazioni di tipo militare, che lascia il tempo che trova, da quanto sinora riferito si potrebbe desumere l’identificazione degli Haou-Nebout con le milizie Shardana.

Si tratta degli stessi Haou-Nebout che compaiono al primo posto nelle raffigurazioni dei “nove archi”, le nove razze che per gli egizi rappresentavano l’intero genere umano. Queste popolazioni sono rappresentate nella raffigurazione allegata, la cui lettura va fatta da destra a sinistra e che rappresentano in primo piano proprio gli Haou-Nebout (Isole) e, a seguire: Shat (Alta Nubia), Ta-Shema (Alto Egitto), Sekhet-Iam (Oasi), Ta-Mehou (Basso Egitto), Pedjtou-Shou (Deserto orientale), Tehenou (Libia), Iountiou-Seti (Nubia), Mentiou-nou-Setet (Asia).

E quest’ordine, scrive ancora Vercoutter, “non è certo casuale”!