di Antonello Gregorini
Un lettore ci ha inviato le foto del nuraghe Piricu, Santulussurgiu, “a pochi chilometri dalla frazione di Sant’Agostino, vicino alle Sorgenti di Santu Miale … Del tipo monotorre, è circondato da alberi e vegetazione, ma si trova comunque in ottimo stato di conservazione e raggiunge una considerevole altezza. Il nuraghe è costruito su due piani sovrapposti dei quali tutt’oggi anche quello superiore è quasi intero, mancando solamente la copertura a pseudocupola (tholos). Al piano superiore è presente una grande finestra che dà sul lato dell’ingresso. Purtroppo molto vicino al monumento si trova una porcilaia e non si esclude che anche la torre venga utilizzata dagli allevatori per ricoverare il bestiame” (ilportalesardo.it)
La presenza della porcilaia all’interno e in prossimità del nuraghe non può disturbare chi è abituato a percorrere le campagne della Sardegna, perché in realtà i nuraghi, come le TdG o le Domus de Janas non hanno mai smesso, nei millenni, di essere usate come ricovero di bestiame rinchiuso, a pascolo brado o essere rifugio di animali selvatici.
È molto vintage e incrementa il fascino del monumento, tuttavia non può sfuggire il fatto che una scrofa di un paio di quintali di peso, nel grattarsi sui conci del nuraghe e delle mura esterne potrebbe provocare qualche danno.
Lungo la s.s.131 il viaggiatore può vedere i nuraghi inglobati nelle stalle, gli abbeveratoi nei pozzi millenari o le pecore nelle domus de janas.
In tutta l’Isola saranno centinaia, quindi, o migliaia, i manufatti antichi soggetti a questo destino, utile ma poco glorioso.
Prendiamone semplicemente atto perché è comunque una sensazione bellissima quella provata dal lettore, e da tanti altri escursionisti che, in giro per il Montiferru, o la Sardegna, con la loro bicicletta, si ritrovano davanti a cotanto spettacolo, immersi nel silenzio della campagna.
Questa è Sardegna
Immagini di Claudio Manca – nuraghe Piricu
Immagine di Alessandro Spiga