di Giorgio Valdès
Il quaderno n.26/2015, pubblicato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Sardegna, riporta anche un articolo a firma di Riccardo Cicilloni, Emerenziana Usai e Sandra Carta, in cui si rileva in particolare che nel “sito archeologico archeologico di Cuccurada, in comune di Mogoro, è stato posto in luce, a partire dagli anni ’90 del secolo scorso, un vasto insediamento pluristratificato che ha restituito varie fasi di occupazione preistorica e protostorica dal Neolitico Recente (cultura di Ozieri), passando dall’Eneolitico (cultura di Monte Claro) sino alle Età del Bronzo e del Ferro, con momenti di rioccupazione più tarda di epoca romana e medievale”. Di quest’articolo riportiamo l’interessante conclusione del dottor Cicilloni (si omettono, per brevità espositiva, i riferimenti alle note e alla bibliografia):
“…l’evidenziazione a Cuccurada di un’importante fase insediativa Monte Claro sopra cui sono state edificate strutture protostoriche induce a riflettere sulla relazione tra la cultura Monte Claro, pertinente alle fasi evolute dell’Eneolitico sardo, ed il nascere del ciclopeismo nuragico. Una simile sovrapposizione è documentata anche in altri siti del Mogorese, con monumenti nuragici che insistono su precedenti insediamenti Monte Claro in località Su Guventu, Enna Pruna, Serra sa Furca, Arrubiu. Numerosi casi di tale sovrapposizione si possono trovare in tutta l’isola, ad esempio nel vicino territorio di Gonnostramatza, precisamente nel sito di Bingia ‘e Monti, dove la famosa tomba Monte Claro-Campaniforme-Bonannaro sorge ai margini di un’area con un insediamento Monte Claro su cui insiste una struttura nuragica. Il sovrapporsi di insediamenti nuragici su quelli eneolitici risulta di estremo interesse sia nell’ottica della ricostruzione dell’organizzazione sociale e politica della cultura di Monte Claro, sia per i rapporti tra quest’ultima cultura e la successiva civiltà nuragica. Tale sovrapposizione può essere spiegata innanzitutto con la medesima volontà di controllo territoriale. Il sito di Cuccurada, infatti, è ubicato in un luogo di grande interesse strategico, sull’orlo dell’altopiano di Sa Struvina, allo sbocco del Rio Mogoro, in una posizione dominante sia sulla pianura campidanese, sia sul retrostante altopiano che, appunto, sulla via di penetrazione naturale costituita dalla valle del Rio Mogoro. In epoca nuragica il nuraghe Cuccurada era addirittura il perno di un complesso sistema di controllo strategico, con una serie di nuraghi che “difendevano” il pianoro basaltico di Sa Struvina, ad ovest (nuraghi Cuccurada, Cobaia, Is Carrelis o Monte Itta, Pranu Ollastu, Enna Pruna o Mustatzori) e ad sud-est (nuraghi Cuccurada, Is Mindas, Scoma Quaddu, Nieddu, Siaxi, Guventu, Picciu). Sul versante opposto della valle del Rio Mogoro, inoltre, ai margini dell’altopiano di Perdiana, si evidenzia un’altra linea di controllo, costituita dai nuraghi Puisteris, Arrubiu e Pala Merenzia. Di tale complesso sistema di controllo territoriale facevano appunto parte anche i nuraghi di Su Guventu, Enna Pruna e Arrubiu che, come si è detto, sorgevano nell’area di precedenti insediamenti Monte Claro. Il primo è una struttura monotorre, ubicata nella parte nord-orientale del pianoro basaltico, a qualche centinaio di metri dall’orlo scosceso dello stesso; nel sito di Enna Pruna (o Mustatzori), invece, il nuraghe di tipo complesso sorge sul margine settentrionale dell’altopiano; il nuraghe Arrubiu, poi, è un nuraghe complesso ubicato sul ciglio nord-occidentale dell’altopiano di Perdiana, anch’esso in posizione di ampio dominio visivo. A Serra Sa Furca, infine, sul probabile insediamento eneolitico sorge un nuraghe complesso, non facente parte dei sistemi di controllo sopra descritti ma ubicato comunque sulla sommità di una modesta altura, nella parte occidentale dell’agro mogorese. Luoghi alti, quindi, con valenza di dominanza visiva sul territorio circostante. Durante l’età del Rame, difatti, rispetto alla precedente fase neolitica, sembra evidenziarsi un forte cambiamento culturale e sociale, testimoniato dalle differenti scelte insediative: si preferiscono ora, infatti luoghi elevati, legati ad esigenze strategico-difensive, spesso, come si è visto, difesi da muraglie ciclopiche. L’ubicazione degli abitati Monte Claro del mogorese, quindi, sembra corrispondere ad una prima organizzazione di controllo territoriale che sarà poi utilizzata ed ampliata anche in epoca nuragica. Più problematico, chiaramente, capire se esista un rapporto diretto tra le popolazioni che modellarono le tipiche ceramiche scanalate Monte Claro e le più recenti manifestazioni culturali dei costruttori di nuraghi, rapporto in qualche modo evocato dalla continuità di frequentazione dei medesimi siti in zone come il mogorese e in siti come Cuccurada. Nonostante la carenza di datazioni radiometriche, sembrano infatti passare vari secoli tra le attestazioni Monte Claro e le prime fasi nuragiche, queste ultime forse già riferibili alla fine del Bronzo Antico ma sicuramente riconoscibili solo con gli inizi dell’Età del Bronzo Medio. Il problema è complesso e merita un approfondimento specifico in altra sede. In ogni caso, si vuole sottolineare il ruolo probabilmente formativo della cultura di Monte Claro per la civiltà nuragica, almeno dal punto di vista costruttivo: è già stato messo infatti in evidenza come l’esperienza costruttiva nuragica non sia dovuta ad apporti allogeni, se non limitati, ma ad una tradizione architettonica che si sviluppa a partire dal Neolitico Recente per svilupparsi durante l’Eneolitico. In quest’ottica, le muraglie Monte Claro rappresentano il più diretto antecedente delle ciclopiche costruzioni nuragiche, in quanto, allo stato attuale delle ricerche, non si conoscono monumenti sicuramente attribuibili alla cultura di Bonnanaro (facies di Corona Moltana) e tantomeno al precedente episodio campaniforme, facies che si configurano nell’isola come aspetti culturali eminentemente “funerari”. La ricerca, oltre che cercare di ottenere nuove datazioni, deve approfondire le conoscenze su queste ultime due culture, che si collocano cronologicamente tra la fine dell’Eneolitico e l’inizio dell’età del Bronzo, e chiarire quindi il ruolo della cultura Monte Claro nel lungo percorso che porterà poi alla formazione della civiltà nuragica”.