Il nuraghe in azienda

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di Antonello Gregorini

 

In Sardegna sono tanti i nuraghi inglobati nei manufatti delle aziende agricole.

Quello a mio avviso più noto, che tutti noi viaggiatori sulla s.s.131 Carlo Felice almeno una volta abbiamo visto, si chiama Nuraghe Funtana Codina.

Alla fine del lungo rettifilo che attraversa l’altopiano di Campeda, qualche centinaio di metri dopo la rampa ferroviaria, sulla destra per chi va da Cagliari a Sassari, appare la sua torre come inglobata e pertinenza dell’ovile.

In realtà è separato, meno male, seppur contiguo e perfettamente integrato nell’azienda.

 

Mappa dal Geoportale Nurnet

 

Il proprietario è cortese e, se richiesto, come d’obbligo, consente la visita all’appassionato di turno.

Dal parcheggio sulla stradina bianca, di fianco della 131, occorre superare un cancello e percorrere qualche centinaio di metri a piedi.

La visita vale la pena perché il monumento è relativamente in buono stato e mostra tutte le tipiche caratteristiche del nuraghe monotorre con scala elicoidale e “lastrico” superiore.

Vista del nuraghe e dell’ovile da Ovest

 

Vista dell’ovile e del nuraghe da Sud/Ovest

Il nuraghe posa su un tavolato di scuro basalto, ben visibile e scoperto nella corte antistante dove, oltre a qualche traccia di capanna, vi sono delle concavità che potrebbero essere state dei laccus, ricavati dall’uomo.

L’accesso avviene dal retro/Est, piegando per bene la schiena attraverso un portale in parte interrato.

Il calpestio sotto la tholos è ricoperto di letame ovino, la probabile presenza di zecche consiglia il mantenimento di una posizione eretta e l’evitare di poggiarsi sui muri.

Il portale e la tholos visti dall’interno

 

Attraverso la scala elicoidale i accede al ciò che resta del lastricato superiore.

Da qui la vista domina l’altopiano e si possono vedere diversi altri nuraghi, tra i quali un nuraghe gemello, posto a qualche centinaio di metri, che ha subito l’analoga sorte di contiguità e integrazione in un ovile.