Un villaggio nuragico autarchico

di Antonello Gregorini
VILLAGGI NURAGHE MANNU E NURAGHEDDU
In molti conoscono il sito di Nuraghe Mannu, dominante Cala Gonone, esattamente sopra la spiaggia e la Codula Fuili.
Il nuraghe Mannu. Foto P. Droz
In pochissimi però sanno che qualche centinaio di metri più a monte esiste il villaggio nuragico Nuragheddu.
Questo è uno dei più grandi della Sardegna ed è composto da più di 200 capanne, di diverse forme e dimensioni, prevalentemente in rovina e mai scavate.
Le immagini aeree, estratte dal nostro Geoportale danno l’idea della vastità e lo stato di rovina del sito
I Villaggi furono abitati ininterrottamente per un periodo molto lungo sino a tutta l’epoca romana fino ad età imperiale inoltrata. (sito Comune di Dorgali)
Chi conosce i luoghi, la loro morfo-geologia, la difficoltà di accesso dalle più importanti e abitate valli del Cedrino, non avrà difficoltà a immaginare una popolazione nuragica ancora totalmente avulsa e fuori dal controllo degli occupanti anche nel periodo della dominazione romana.
Il villaggio in quella posizione non poteva che vivere in regime di quasi assoluta autarchia, e non poteva rivestire importanza per i colonizzatori romani, dal momento che attorno vi sono solo l falesie di calcare, difficilmente pascolabili anche dalle capre.
Infatti l’accesso relativamente agevole, che oggi avviene attraverso la galleria stradale, in passato non esisteva.
Il passaggio a Sud era di difficoltà assoluta, in mezzo alle codule, versanti irti, rocciosi e spinosi.
Il passaggio da Ovest comportava il superamento del crinale sopra Dorgali.
Da Nord invece il passaggio avrebbe comportato comunque l’attraversamento della odierna Osalla, Cala Cartoe, e a mezza costa l’attuale Cala Gonone dove, peraltro, era presente l’altro importante villaggio del nuraghe Arvu.
Scriveva il Taramelli all’inizio del secolo scorso:
 “ Non credo inutili questi pochi elementi raccolti nel distretto del littorale tirreno dell’isola, sino ad ora così poco esplorato, per dimostrare da un lato la relativa fittezza degli avanzi riferibili alla civiltà nuragica che qui si svolse per lungo corso di secoli tranquilla ed inviolata dall’influenza fenicia e cartaginese. Per altra parte si può mettere in luce e l’accanimento dell’invasione romana e della resistenza sarda, come pure la persistenza sino a tarda epoca di molti elementi peculiari della cultura indigena di questa regione, nella quale i limiti estremi della preistoria si abbassano sino a toccare da vicino l’età della conquista romana”

 

Sulla montagna in agro di Dorgali i passi montani carreggiabili sul Monte Santo, che dalle aree interne consentivano l’accesso all’area portuale costiera di Nuraghe Mannu, erano quelli di Monte Ruiu (poco più a Sud del passo di Irghiriai secondo accesso di Cala Gonone) e di Suttaterra. Il termine romano sulcos era riferito ai canaloni del Golfo di Orosei che fungevano da approdi. 

Si può ragionevolmente ipotizzare che Sulcali fosse proprio il nome volgare della città romana di Sulci Tirrena collocata nella costa orientale sarda e richiamata nelle carte medioevali con la dizione di Civita Diruta collocata quasi sempre più a Sud di Capo Comino e della foce del rio Coedrus (Cedrino). Questa antichissima realtà urbana sarda della costa orientale fu già un importante porto nuragico e cartaginese e probabilmente sede vescovile in periodo tardo imperiale. La città collassò tragicamente intorno al 700 d.C. in seguito ad un sanguinoso attacco saraceno quando, secondo la tradizione locale, molta della sua popolazione fu catturata e tradotta per mare come schiava perendo quasi tutta in un naufragio al largo delle coste tunisine. (Wikipedia)

Sulkale, questo il nome del Nuraghe a strapiombo su Fujili. Intermediario di Sardi, Micenei, Fenici tra il Mare di Dorroles e le voragini del Supramonte. Qui si riparavano le Galere Bizantine, in viaggi pericolosissimi, tra le feluche arabe in vedetta. Intorno al 700 il villaggio fu devastato, da una incursione tunisina. Quando gli abitanti si trasferirono, all interno, fondarono Durgali. (Fancello)
Foto dal sito del Comune di Dorgali
Foto successive del Nuraghe Mannu di Patricia Droz