Il nuraghe Oes

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di Giorgio Valdès
Il nuraghe Oes di Giave, posto a breve distanza dalla Reggia nuragica di Santu Antine a Torralba, è una delle più importanti strutture del genere presenti sul territorio sardo. A questa costruzione ciclopica si era a suo tempo interessato Alberto Ferrero della Marmora (o Lamarmora), ma anche il naturalista e botanico nizzardo Jean Baptiste Barla (1817 – 1896), giunto in Sardegna, nel 1841 per incontrare la sorella Luigia, moglie del capitano dei Granatieri di Piemonte Bruno Boglione, allora di stanza a Cagliari.
A quest’ultimo si deve la tavola a colori (affiancata alla veduta prospettica realizzata appunto dal Lamarmora), che pubblicheremo domani nel post corrispondente a quest’articolo sulla pagina Nurnet di facebook .
Alle eleganti rappresentazioni grafiche di un tempo oggi si sostituisce la tecnica digitale, che consente di realizzare foto di qualità come quella allegata, tratta dall’album degli amici Nurnet Federica Cruccu e Dan Floris, o addirittura rilievi effettuati ricorrendo al drone ed alle avanzate tecnologie “laser scanning” (cfr. link a fondo pagina).
Del nuraghe Oes e del suo rilievo tridimensionale si parla in quest’articolo dell’archeologa Luisanna Usai, tratto dalla pubblicazione Mibact edita nel 2013 in occasione della XVI Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum.
La campagna di scavo archeologico, realizzata grazie ad un finanziamento ministeriale, ha riportato alla luce il cortile antistante il mastio e una torre laterale liberandoli da un potente strato di crollo che impedivano l’accesso alle strutture e rivelando soluzioni architettoniche ardite ed insolite. Inoltre lo scavo stratigrafico ha consentito di evidenziare le diverse fasi di occupazione in epoca preistorica e romana; in particolare il rinvenimento di alcuni frammenti caratteristici sul lastricato del cortile consente di datare la struttura (torre centrale e torri aggiunte) ad una fase avanzata del Bronzo Medio. Nell’ambito del progetto è stato inserito anche un programma di rilievi speditivi con l’ausilio di un drone, un velivolo esacottero radiocomandato, capace di navigazione semiautonoma mediante waypoint GPS preimpostati, e in grado di scattare da punti noti aerofotografie ad alta risoluzione (18 megapixel). I voli hanno consentito di acquisire un gran numero di scatti, sia obliqui che verticali, a quote variabili dai 10 ai 45 metri sul piano di campagna. Tali immagini rappresentano in sé una documentazione fotografica utilizzabile per scopi scientifici (studio del manufatto architettonico e della sua struttura, individuazione di strutture adiacenti) e ai fini di tutela (quadro completo dello stato del monumento, controllo ciclico del bene culturale). Un ulteriore finanziamento da parte della Fondazione del Banco di Sardegna ha consentito di attuare anche il progetto di ricerca “Rilievo 3D, studio e anastilosi del nuraghe Oes di Giave (SS)”. In questo caso i rilievi sul campo sono stati eseguiti con tecnologia laser scanning e hanno restituito un modello tridimensionale del nuraghe, fotorealistico e misurabile con una precisione millimetrica. La scansione 3D ha consentito di documentare scientificamente lo stato attuale dell’edificio nuragico dal quale partire per proporre una ricostruzione ipotetica virtuale. Fornisce, inoltre, una fondamentale base per la progettazione di interventi di consolidamento e per il monitoraggio delle fratture che interessano i paramenti murari. L’intervento, che andrebbe completato con ulteriori indagini di scavo, costituisce la base per un ampio progetto di valorizzazione da collegare a quello già in atto al nuraghe Santu Antine di Torralba. Lo scavo, sotto la responsabilità scientifica della scrivente e con la Direzione Lavori dell’Arch. Gianluca Vitagliano della Direzione Regionale della Sardegna, è stato realizzato dalla Società Cooperativa Archeologica ARA. I lavori sul campo sono stati seguiti dalla Dr.ssa Valentina Leonelli, mentre i rilevi con drone sono opera dei Dr.i Pino Fenu, Francesco Saliola, Fabrizio Vecchiarelli dello Studio associato Metra e quelli con laser scanner sono stati eseguiti dalla Dr.ssa Laura Lai e dal Dr. Matteo Sordini.