di Giorgio Valdès Da un articolo apparso il 2 agosto 2013 sul “Sole 24 Ore” a firma Stefano Biolchini: “E’ la Sardegna la prima meta delle migrazioni d’Europa. Pubblicata nell’ultimo numero della rivista scientifica “Science” (1) un’analisi dettagliata del Dna del cromosoma Y di 1.200 sardi che fa luce sulla storia evoluzionistica della popolazione isolana e, più in generale, contribuisce a ricostruire le vicende del primo popolamento in Europa, fornendo anche una stima sull’epoca di origine dell’Homo sapiens moderno. La ricerca, che per la prima volta ha applicato su una casistica così numerosa le più avanzate tecniche di sequenziamento dell’intero genoma da cui sono stati ‘estratti’ e analizzati i dati del cromosoma Y, ha visto primariamente coinvolti tre gruppi sardi: l’Istituto di ricerca genetica e biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche (Irgb-Cnr) di Monserrato (Cagliari), il Centro di sequenziamento e supercalcolo del Crs4 e l’Università degli Studi di Sassari. Il Dna varia da individuo a individuo in seguito ad errori durante la sua replicazione, noti come ‘mutazioni’, che quando riguardano le cellule deputate alla riproduzione sessuata si accumulano di generazione in generazione. Il confronto tra i punti in cui le sequenze di Dna differiscono tra individui o popolazioni in aree del mondo diverse (varianti genetiche), forniscono informazioni preziose su somiglianze, differenze, origini e relazioni passate, anche preistoriche. Il cromosoma Y è particolarmente adatto per tali analisi, poiché viene trasmesso solo dai padri ai figli maschi ed è presente solo nei maschi in copia singola senza i rimescolamenti tra i contributi paterni e materni tipici degli altri cromosomi. La frequenza delle mutazioni su questo cromosoma fornisce un orologio molecolare ideale per ricostruire avvenimenti del passato, anche remoto. “Abbiamo identificato nei cromosomi Y sardi che abbiamo analizzato, le varianti genetiche che permettono di risalire agli antichi progenitori che vivevano nell’isola e di collegare le varie linee ancestrali di questo cromosoma ad eventi di espansione demografica avvenuti nel passato”, spiega Paolo Francalacci, docente di Genetica presso il dipartimento di Scienze della natura e del territorio dell’Università di Sassari e primo autore dello studio. “In particolare, abbiamo ricostruito una serie di stratificazioni genetiche a partire dall’espansione demografica di un gruppo di individui avvenuta circa 8000 anni fa (che rappresentano il nucleo fondante di questa popolazione) fino ad arrivare ad apporti successivi nel Neolitico e in misura minore in epoca Romana e Vandalica” (omissis…) “Il nostro studio conferma che i sardi hanno nel loro Dna una serie di caratteristiche peculiari, ma rivela anche che posseggono la maggior parte della variabilità presente sul Dna del cromosoma Y degli altri popoli europei. Si tratta cioè della singola popolazione che sembra racchiudere meglio le caratteristiche genetiche di tutti gli europei”, prosegue Francesco Cucca, direttore dell’Irgb-Cnr e professore di Genetica medica del dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Sassari. “Tale caratteristica rende questa popolazione una risorsa preziosa, sia per studi evoluzionistici (come quello pubblicato su ‘Science’) sia per studiare i fattori genetici di rischio per malattie frequenti nell’isola e nel resto d’Europa…”. A maggior conferma di quanto riportato in questo articolo, il professor Cucca precisava inoltre (Unione Sarda 2 Agosto 2013) che “la prima espansione demografica risale a 7700 anni fa, grazie a un nucleo fondante, un gruppo che si espande in modo omogeneo in tutta l’Isola, qualunque fosse l’origine. Si suppone però venissero dalla penisola iberica ma tracce di varianti genetiche sono state trovate anche nell’ovest europeo”. Lo stesso scienziato già nell’anno 2006 aveva inoltre asserito che ”l’apporto genetico delle varie popolazioni che hanno occupato la Sardegna, Fenici, Punici, Romani, Bizantini etc, è stato sostanzialmente marginale”. Nell’immagine (Mibact): la grotta Corbeddu di Oliena, nella quale sono stati rinvenuti resti umani risalenti al paleolitico recente (20.000 – 10.000 a.C.) (1) “Science” è, insieme a Nature, la più autorevole rivista in campo mondiale. Al suo finanziamento parteciparono inizialmente sia Thomas Edison e Graham Bell, ai quali tra l’altro si devono rispettivamente l’invenzione della lampadina a incandescenza e quella del telefono.