di Antonello Gregorini
Nurnet procura emozioni e genera storie. L’anonimo che ha scritto “Uno sogno chiamato Nurnet” ne è la riprova, ma non è stato e non sarà l’unico. Come sapete il sito archeologico dello scavo dei Giganti di Monteprama è senza guardiania. Sono terminati i soldi ed è i vigilantes si sono ritirati. La notizia è stata ripresa dai giornali ed è rimbalzata nelle menti e nei cuori di tutti noi in vari modi.
Già l’altro giorno sono arrivate delle lettere che sollecitavano Nurnet perché attivasse una raccolta firme e promuovesse la nascita di un corpo di guarda volontario. Non ho mosso alcuna reazione ma mi è rimasto un tarlo nell’animo perché alle richieste di aiuto si risponde, soprattutto se riguardano l’essenza stessa del progetto per cui, insieme agli amici, operi da più di un anno. Capita però che il flusso degli eventi ci reiteri i segnali di attenzione e a quel punto diventa difficile astenersi dall’attivarsi. E’ così che stamane, appena sveglio, nel prendere il cellulare in mano, ho visto l’icona di un sms in arrivo. Ora di trasmissione 5,57 del mattino. Ho letto: “Ciao Antonello, ti scrivo a quest’ora perché sono di rientro da Monteprama dove ho fatto il guardiano assieme a un altro ragazzo di Nuoro. Lui era presente sul sito dalle quattro del pomeriggio di ieri e dormirà a Cabras. Ha trascorso la giornata lì per sorvegliare il sito e io l’ho raggiunto alle 2 del mattino. Questo è il suo numero di telefono, per favore chiamalo perché vorrei che Nurnet si mettesse in contatto con lui e lo aiutasse a raggiungere il suo intendo: mettere insieme una o più squadre di volontari che possano coprire il buco lasciato da chi poco ha a cuore la nostra Storia. Penso che tu debba chiamare i giornalisti, far muovere i media perché scuotano gli animi. Dobbiamo mostrare che l’interesse è vivo e non fa spegnere questa fiammella di passione nuragica: diversi volontari erano lì e hanno sorvegliato. Questo è stato il loro Natale. Può sembrare surreale, patetico, ridicolo, ma è un Natale da patriota! Conto su di te Presidente! Questo è il numero del ragazzo di Nuoro, promettimi che lo chiamerai… +39377… …” Ho chiamato il ragazzo di Nuoro ma non risponde. Eccomi qui, quindi, per strada, speaker corner, a interrogare il nostro pubblico. Che facciamo?