Un gigante triste guarda al Ministero uno allegro a Monteprama

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di Antonello Gregorini. Immagini di Nicola Castangia

 

Un Gigante triste guarda a Roma, a quella poltrona sottoministeriale occupata da una barbaricina.

Guarda a Sassari e a Cagliari, con la bocca ricurva in basso, alle capitali Soprintendenti e accidiose.

 

Di converso un Gigante sorridente sostituirà i quattro mori, poveri bendati e disgraziati, a identificare la Sardegna del Risorgimento degli spiriti semplici e dell’ambiente

Sorriderà, il Gigante, quando vedrà le terre bonificate, i campi coltivati, i prodotti venduti, le esercitazioni militari come un ricordo di tempi trascorsi. Sarà felice quando la burocrazia assistita, ammortizzatore sociale, sarà solo un ricordo e quando i politici amerano la Sardegna più della poltrona e dello stipendio o dei rimborsi spese, sigh.

Riderà quando vi sarà un equilibrio nelle produzioni e mangeremo ciò che produciamo, quando l’energià verrà dal sole, raccolta di giorno e conservata di notte, non prodotta dagli scarti delle lavorazioni del petrolio o dal carbone solforoso.

 

Quando la rete della solidarietà sociale creerà valore e benessere ancor più degli scambi monetari, perché con efficienza farà sentir calore e vicinanza anche ai deboli.

Un’utopia: quel sorriso stampato sulla bandiera, un auspicio per la terra del benessere e di una equilibrata miscela di attività, del piccolo capitalismo distribuito fra agricoltori, artigiani, operatori dell’accoglienza e dell’intrattenimento, della comunicazione e delle tecniche digitali. Una terra di Maker: de genti chi fairi. Di comunicatori capaci di emozionare e di cortese ospitalità

Un sorriso per le piazzuole pulite e i boschi senza spazzatura appesa agli alberi o incastrata nei rami degli arbusti, ormai solo ricordo di un tempo buio.

E’ felice, il Gigante, per quelle persone che stanno proteggendo il suo ricordo e che, forse, con i giorni, con l’impegno e l’esempio, riusciranno finalmente a fissarlo nelle nostre e nelle altrui teste.

DICE: VENITE A MONTEPRAMA, ALMENO SINO AL 6 GENNAIO