di Antonello Gregorini
La cronaca di una giornata a Monteprama si snocciola con l’appello dei giovani che vogliono organizzare un presidio volontario; la pubblicazione delle foto che mostrano lo stato di abbandono del cantiere e del sito. Si è conclusa circa un’ora fa con i carabinieri che, giustamente, hanno rilevato l’identità dell’unico presidiante rimasto e gli hanno cortesemente chiesto di allontanarsi.
Loro, i carabinieri, “guarderanno il sito” stando in giro nottetempo. Sempre giustamente avvertono che, per organizzare un presidio volontario, occorrerà chiedere l’autorizzazione e fornire preventivamente i nominativi dei presidianti.
Fanno il loro mestiere, il loro dovere. E gli altri?
Quello che più esperti e commentatori hanno definito il sito archeologico più importante del Mediterraneo, dagli scavi del quale si potrebbe pervenire a quel tassello che consentirebbe di ricostituire il puzzle della storia antica della Sardegna e del “grande Verde” … è lì, praticamente aperto alla mercé di chiunque. Non sorprenda, questo è sempre stato il destino della nostra storia e non sembra esservi ragione per capovolgerne le sorti e aver speranza. Scava e Scrivi; Scrivi e Cresci; sembra dire la Soprintendenza. Parla e Figura; Chiagni e Fotti; Finanzia e Aspetta; sembra dire il Ministero. Della valorizzazione del sito e della nostra storia ne riparleremo con calma, tutto stagna … zzz zzz zzz Dei programmi presentati al pubblico e delle garanzie offerte reciprocamente sembra essere rimasto ben poco. Un buco nel campo; nell’etere; nell’ordine e nell’efficienza burocratica e amministrativa; nel senso del dovere; così come il buco nella nostra Storia. Restano i carabinieri che “girano attorno”, nel più importante sito archeologico del Mediterrano, dentro l’Isola Sacra, Oltre il Grande Verde. Restano i nostri giovani patrioti che nei prossimi giorni, forse, chiederanno l’autorizzazione al presidio. Restiamo noi, qui, a parlarci addosso delle nostre denunce