di Giorgio Valdès
La Betica è quella parte della Spagna sud occidentale che comprende la città di Cadice, un tempo chiamata Gadir. Nella guida alla mostra “L’Isola di Herakles”, curata da Bartoloni, Bernardini, D’Oriano, Mastino, Spanu, Zucca e altri esimi studiosi, il professor Julian Gonzales dell’Università di Siviglia afferma che “il culto di Ercole nella Betica è profondamente legato all’Ercole Gaditano (Ercole di Cadice/Gadir)”. Tuttavia lo stesso Gonzales afferma che “nonostante l’enorme diffusione che il culto di Ercole Gaditano acquistò in tutto il Mediterraneo occidentale e che sopravvisse al IV secolo d.C., non è stata ritrovata né a Gades (Cadice) né in alcun altro luogo della Betica un’iscrizione dedicata alla suddetta divinità”. In realtà il toponimo Gadir è comunissimo nell’area mediterranea, dove assume il significato di “fortezza”, per cui a quei tempi non era solo Cadice a essere chiamata Gadir. Con questo nome esiste ad esempio una località dell’Isola di Pantelleria, che nel passato era stata un importantissimo scalo portuale, tappa intermedia delle rotte tra il mediterraneo orientale e quello occidentale. Pertanto, quando Platone racconta nel suo “Crizia” che Gadiro, fratello gemello di Atlante, traeva il suo nome dalla terra su cui regnava, che a sua volta si chiamava in tal modo perché rivolta verso la regione gadirica prospiciente le “Colonne d’Ercole”, se si propende per la sistemazione delle “Colonne” ai lati dello Stretto di Gibilterra si può ovviamente ventilare l’ipotesi che Gadir fosse realmente Cadice, ma se la loro ubicazione era invece in corrispondenza del Canale di Sicilia (come tra l’altro sostenuto dal nostro massimo archeologo Giovanni Lilliu), è allora probabile che la terra gadirica (in cui regnava Gadiro, fratello di Atlante), fosse ubicata in Sardegna e confinasse a sud est con l’attuale Capo Carbonara. Sta di fatto che contrariamente all’inesistenza di qualsiasi iscrizione dedicata a Ercole in area di Cadice, nella nostra terra i riferimenti a questo eroe abbondano e persino l’isola dell’Asinara un tempo gli era stata dedicata (Herculis Insula). Non ritengo quindi che possa considerarsi sardo-centrica l’ipotesi che il centro cultuale di Ercole e quanto ne consegue si trovasse in Sardegna, essendo tale ipotesi supportata da svariati ritrovamenti e dalle testimonianze di tanti studiosi, mentre è sicuramente ispano-centrico Julian Gonzales quando sostiene che a Cadice/Gades si professava il culto di Ercole, senza che in loco si sia mai trovata alcuna “iscrizione dedicata alla suddetta divinità”.
Nell’immagine: la porzione di un’antica cartina della Sardegna con l’Asinara /Herculis Insula; il frontespizio della guida citata nell’articolo e una statuetta dell’eroe rinvenuta in territorio di Posada