Sardegna Possibile, me, Nurnet e l’intellettuale sassarese.

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di Antonello Gregorini

 

Come accade facilmente su facebook, anche io, come altri 2500, sono stato stato invitato all’evento dell’Assemblea di Sardegna Possibile che si è tenuta a Serrenti il 18 gennaio scorso. Nella pagina dell’evento segnai la probabilità della mia partecipazione, più per un atto di cortesia e di simpatia che per altro, sapendo perfettamente che non sarebbe stata opportuna e non avrebbe avuto un senso la mia presenza, ancor più adesso che sono indicato pro tempore quale presidente di Nurnet. Un caro amico, appartenente all’organizzazione e presente all’Assemblea, mi ha raccontato che per quella occasione si è levato a parlare un noto intellettuale sassarese, già candidato con loro alle precedenti regionali, corsivista della Nuova Sardegna e docente nella accademia per gli operatori dei beni culturali. La stessa persona che nelle proprie dispense pubbliche aveva scritto che per la datazione dei Giganti di Mont’e Prama vi è una tesi che le farebbe risalire al IX-X secolo a.C., proveniente da “alcuni studiosi, che avvicina le statue ai mitici <<Shardana>>, … seguita da ambienti neo-nazionalisti che combinano in tal modo – non tutti – elementi di orgoglio etnico … da proiettare simbolicamente nella contemporaneità.” Ci si domanderà cosa ci fa, in una organizzazione politica di stampo nazionalistico, progressista, uno che scrive queste cose, contrarie agli obiettivi politici dell’organizzazione stessa, peraltro sbagliando pure, visti gli ultimi risultati dell’analisi al C14, che confermano per le statue proprio la datazione – tacciata come “neo nazionalista”-, al IX-X secolo a.C.. Questi però sono problemi di Sardegna Possibile che, immagino, saranno risolti. L’intellettuale, di cui mi sfugge il nome, ha parlato della mia persona e ha detto che il progetto di Nurnet è estramamente negativo per la cultura sarda e che, pertanto, se io mi fossi avvicinato a Sardegna Possibile, lui, e i suoi amici, si sarebbero allontanati. La stessa colta persona agli inizi del 2014 aveva fatto pubblicare un articolo sulla Nuova Sardegna in cui indicava Nurnet come movimento politico di destra, con contatti con la Qatar Holding, quale organizzazione e progetto promossi da persone di valori etici neghittosi. In sostanza ciò che si contestava a Nurnet e ai suoi soci era di essere dei CRUMIRI, in quanto lavorando gratis alla valorizzazione dei BB.CC., toglievano spazio e lavoro alle persone che per questo hanno studiato. In uno Stato ideale, invece, immagino asserisca, è lo Stato medesimo che finanzia la cultura e garantisce il diritto del lavoro a queste persone. Nessun richiamo allo sfascio e al debito della finanza pubblica e al fatto che il trend attuale non consente l’accrecimento della spendita pubblica e che l’unico settore in crescita sia il cosiddetto terzo settore. Nurnet invece, questo lo dico io, ha orgogliosamente una visione opposta: vuole creare infrastrutture e valore attraverso il terzo settore, gli accordi volontari, per il beneficio pubblico, a favore di tutti, non solo degli operatori dei BB.CC. ma anche dell’immenso indotto dell’economia turistica. Raccontato l’antefatto, io, vorrei dire una cosa a tutti ma in questo caso soprattutto agli amici di Sardegna Possibile. Chi divide, in politica, non avrà mai successo e tenersi dentro i lobbisti di un solo settore, sfavorendo il resto dell’economia isolana, non è un bene per nessuno ma, soprattutto, è un disvalore per voi. Non facciamoci del male!