di Giorgio Valdès Si trae spunto da un post pubblicato sulla pagina fb della nostra Fondazione, in cui la dottoressa Lucia Schirru tratta del “richiamo turistico della Sardegna”, proponendo considerazioni condivisibili e citando tra l’altro una frase dell’attuale Assessore regionale dei Trasporti, Massimo Deiana, che nel Giugno del 2013 così scriveva sulla pagina del Centro Studi dell’Unione Sarda: “Potrebbe rivelarsi invece utile provare a capovolgere la prospettiva e valutare se non possa essere proprio l’attrattività turistica ad aiutare a colmare il deficit di domanda e far diventare la Sardegna un mercato trasportisticamente significativo. In altri termini, quando si è parlato di destagionalizzazione si sono investite risorse in maniera spesso avventurosa per sostenere collegamenti marittimi e aerei; potrebbe al contrario essere sostenuta (con un minore impiego di risorse) l’offerta di servizi turistici, con meccanismi più semplici e meno impattanti a livello comunitario, incrementando naturalmente la domanda di trasporto e favorendo l’apertura al mercato.”. A corredo dell’articolo della dottoressa Schirru e delle considerazioni del professor Deiana, si esprimono alcune riflessioni di base, sicuramente non esaustive ma che si auspica possano servire da spunto per successivi dibattiti ed approfondimenti, considerato che l’attuale situazione recessiva dell’economia, che penalizza soprattutto la nostra regione, potrebbe trovare sicuro giovamento dall’auspicato incremento della domanda turistica integrata e destagionalizzata. • Il mercato turistico internazionale “muove” più di 300 milioni di persone interessate alla destinazione mediterranea (rispetto a un miliardo e cento milioni di viaggiatori complessivi), con particolare propensione per il turismo culturale; • La Sardegna ha intercettato quest’anno solo 750 mila turisti stranieri; • Una parte consistente del turismo mondiale è interessato alle stagioni di spalla o comunque ai periodi dell’anno in cui le condizioni climatiche della destinazione prescelta siano migliori di quelle delle località di provenienza; • La globalizzazione del mercato ha ampliato a dismisura il ventaglio della concorrenza e quindi la Sardegna non può contare sulla presunzione di detenere il monopolio delle eccellenze in termini di ambiente, clima, tradizioni, mare, interno, eno-gastronomia e quant’altro. Peraltro, rispetto ad altre destinazioni concorrenti scontiamo, allo stato attuale, problemi connessi a diversi fattori come, per citarne alcuni, la carenza e i costi di trasporto aereo e navale, precarietà dei collegamenti interni, scarsa formazione e spesso anche servizi inadeguati ai canoni europei; • Le attuali dottrine di marketing individuano conseguentemente, come prioritari elementi di richiamo, le unicità presentate dalla destinazione che si propone; • Non vi è dubbio alcuno che le sterminate testimonianze ereditate da una storia infinita (domus de janas, dolmen, menhir, pozzi sacri, tombe dei giganti e soprattutto nuraghi), rappresentino per noi un’unicità a livello planetario, che sarebbe da incoscienti non valorizzare e promuovere; • La longevità delle nostre genti e in particolare di quelle che dimorano nelle aree interne, è un altro elemento che identifica la nostra regione come una delle terre “della lunga vita” (la Sardegna è una delle cinque “blue zone” del mondo), rappresentando quindi un’ulteriore unicità, seppur condivisa; • La nostra isola è poco conosciuta e frequentata a livello europeo (il mercato tedesco è per la Sardegna quello numericamente più consistente per quanto conti circa 200 mila arrivi sui 14 milioni che giungono annualmente in Italia) e quasi per niente nota a livello mondiale; • La Sardegna viene spesso identificata con la Costa Smeralda o addirittura come una terra nei pressi della stessa Costa Smeralda; • La destagionalizzazione è un problema assolutamente prioritario, che tuttavia si scontra con la pressoché totale assenza di collegamenti con i paesi europei in un periodo compreso tra novembre e marzo di ogni anno; • Per poter garantire una relativa continuità nei trasporti (soprattutto aerei), occorre “costruire” motivazioni idonee, in grado di coinvolgere una domanda adeguata, interessata a un turismo destagionalizzato, integrato e di qualità, e indurre quindi i vettori a non interrompere i collegamenti; • E’ sicuramente necessaria la progettazione, diffusione e commercializzazione di pacchetti turistici destagionalizzati, dove le eccellenze in termini di offerta siano comprese nel “contenitore” delle unicità; • E’ ugualmente auspicabile l’avvio di un’interlocuzione sia con i vari soggetti propositori dell’offerta (ricettività, servizi, ristorazione, produttori…), ma anche con i vettori interessati, allo scopo di individuare i mercati e i target preferenziali della domanda, condividendo ed attuando le strategie e i sistemi di promozione maggiormente idonei allo scopo.