di Giorgio Valdès L’identificazione o meno dei Sardi nuragici con gli Shardana è un tormentone infinito che chissà per quanto tempo ci porteremo dietro prima che qualche novello Sherlock Holmes riesca a sbrogliare definitivamente la matassa. Tuttavia a parte Leonardo Melis, che ha “sviscerato” con passione e competenza la materia, un parere autorevole proviene dal professor Giovanni Ugas, che qualche tempo fa aveva rilasciato a Sardinia Point un’intervista da cui ho tratto alcuni dei passi più rilevanti: “Non c’è differenza fra l’esame delle civiltà della Sardegna e quello che è lo sviluppo delle civiltà dei grandi popoli del Mediterraneo. La storia di questi popoli ha interferito con la storia della Sardegna. E non si può capire la storia della Sardegna senza occuparsi delle vicende culturali del Mediterraneo. La Sardegna è un’isola e il mare è un elemento di relazione e non di separazione. Il mare è una strada, è un elemento di raccordo con le altre aree, e non è detto che il mare sia più pericoloso della terra. Io non ho mai separato lo studio della cultura materiale dall’esame della civiltà, ho sempre cercato di avere una visione storicistica del dato archeologico: in questo sono vicino al mio maestro Giovanni Lilliu”….”I fatti archeologici sono da inquadrare dentro gli eventi storici. Se voglio capire chi erano i nuragici, ma è meglio parlare di sardi costruttori dei nuraghi, devo inquadrare la loro civiltà nel contesto del Mediterraneo. Devo sapere che cosa unisce i sardi dell’età del bronzo agli altri popoli e che cosa li divide”. “Per capire se c’è una possibilità d’identificazione fra Shardana e Sardi nuragici”, prosegue il nostro esimio archeologo “ bisogna sapere chi sono gli Shardana e chi sono i Sardi nuragici”, osservando al proposito che essi “hanno operato nello stesso tempo. Gli Shardana appaiono nella metà del XIV sec. nell’Egitto dei faraoni, in bassorilievi e iscrizioni a partire da Akenaton, nel tempio di Amenofi IV e operano almeno fino al XII sec, ma li ritroviamo anche in documenti dell’XI sec. Quindi la loro cultura si manifesta in Egitto per un lungo periodo di circa tre secoli e questo periodo coincide con l’apogeo della civiltà dei Sardi nuragici”…. ”Se osserviamo i bronzetti e le armi dei Sardi nuragici troviamo una straordinaria corrispondenza fra le descrizioni degli egiziani da un lato e l’iconografia dei bronzetti e i ritrovamenti archeologici dall’altro”. Inoltre “per gli Egiziani essi sono uno dei Popoli del Mare, ma più precisamente sono il popolo delle isole che stanno in mezzo al grande verde ed è ragionevole pensare che per gli Egiziani le isole che stanno “in mezzo” al grande verde non fossero Creta o le isole dell’Egeo, molto più vicine all’Egitto della Sardegna, con le quali avevano scambi frequenti e documentati. Gli Shardana, che a detta di Ugas provengono dalla nostra isola, posta al centro del “Grande Verde”, identificabile con il Mediterraneo occidentale, sono inoltre “usati dagli Egiziani come guardia personale del faraone. Come mercenari al servizio dell’Egitto costituivano un corpo scelto posto a difesa delle fortezze, oppure impiegato durante gli assedi”. Non solo, ma “Le numerose navicelle votive, i bronzetti e le armi ritrovate ci restituiscono dei Sardi esattamente l’immagine di un popolo di navigatori e di guerrieri.” In definitiva Ugas afferma che gli Shardana, popolo guerriero che si muove con le navi e proviene da un’isola, possono assolutamente identificarsi con i Sardi Nuragici.