Il progetto Nurnet, il suo spirito fondante, io credo (anzi lo so, in quanto co-fondatore) non sia affatto in competizione con il mondo accademico. Tutti coloro che vogliono esprimersi su questa piattaforma possono tranquillamente farlo. Scienziati, giornalisti, scrittori o semplici appassionati possono esprimere la loro opinione perché non esiste nessuna preclusione. Non si tratta di prevalere o di prevaricare, Nurnet è democraticamente "open" in tutti i sensi.
Può darsi che un giorno questo concetto sia meglio capito anche da chi oggi recalcitra a mischiarsi con il volgo.
Un giorno, potrebbe succedere che il presidente di Nurnet sarà un giovane archeologo o addirittura un famoso antropologo ultra titolato o, perchè no, un soprintendente per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici. Non ci sarebbe niente di strano e, come in altri casi, potrebbe essere la società civile stessa tramite il web a stabilirlo.
Nondimeno abbiamo dovuto iniziare questa avventura entusiasmante partendo dal basso, un po’ perché crediamo che le esperienze generalmente condivise per essere vincenti debbano necessariamente partire dal basso, almeno all’inizio; un po’ perché le imprese volontaristiche provengono sempre dal mondo della "passione" e non da quello del "professionismo".
L’archeologia è solo una parte, per quanto importante, di un ambizioso progetto; il marketing territoriale, il turismo, la storia, il romanzo – il racconto tradizionale e la leggenda popolare, l’arte, l’artigianato e perfino il comparto agroalimentare sono altri aspetti, non meno importanti, del suddetto. Tutto ciò vive sinergicamente con alcuni campi della programmazione, del partenariato, della statistica, del pubblico spettacolo, dello sport amatoriale, della grafica, dell’informatica, del commercio, dell’economia e delle più svariate competenze professionali in senso largo.
Tutti i campi professionali, nessuno escluso infatti, possono essere investiti da questo processo che, partendo da una percezione “d’amore profondo” per il patrimonio preistorico – materiale e immateriale della nostra regione, mira a coinvolgere tutte le agenzie del territorio.
Sono certo che un giorno, tuttavia, sarà proprio il mondo dell’archeologia professionale a godere appieno i frutti di questa esperienza che per adesso piace molto, sopratutto alla gente comune.
(Mlqrt Re)