Un Ruolo nella Storia

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Un ruolo nella Storia (di Mlqrt Re)

“Il mito è quindi un elemento essenziale della civiltà umana; lungi dall’essere una favola, è al contrario una realtà vivente, alla quale non si cessa di ricorrere; non una teoria astratta o uno spiegarsi d’immagini, ma una vera codificazione della religione primitiva e della saggezza pratica… Tutti questi racconti sono per gli indigeni l’espressione di una realtà originaria, più grande e più ricca di senso di quella attuale e che determina la vita immediata, le attività e i destini dell’umanità. La conoscenza che l’uomo ha di questa realtà gli rivela il senso dei riti e dei doveri di ordine morale, e nello stesso tempo il modo secondo cui deve compierli “ (Bronislav Malinowski)

Se i sardi non hanno avuto il ruolo che avrebbero meritato nella Storia (intesa come cronaca del periodo storico, ossia dalla punicizzazione in poi) è ciò la conseguenza della precedente e poco conosciuta Preistoria. Ma della sua Preistoria non è stato diffuso il mito: nessuno a quell’epoca è stato in grado di raccontarlo o, se l’ha fatto (pensate per esempio alla famigerata biblioteca di Cartagine rasa al suolo dai romani), se n’è persa la traccia scritta. La maggior parte dei miti greci, cronache romanzate e cronologicamente tardive, sono state raccontate da Esiodo e Omero, dai rapsodi e dai mitografi, da personaggi molto lontani dalla “comprensione” del mito sardo.

Perciò spesso è preferibile cominciare dallo studio del mito nelle società arcaiche e tradizionali, e lasciare ad un esame successivo le mitologie dei popoli che hanno avuto un ruolo importante nella Storia. La buona notizia è che i miti dei « primitivi » rispecchiano ancora una condizione spirituale primordiale.

La società sarda, per esempio, è un “concentrato etnologico ultra millenario” in cui i miti sono ancora viventi e fondano e giustificano tutto il comportamento e l’attività dell’uomo. Il ruolo e la funzione dei miti sono suscettibili (o lo sono stati fino a questi ultimi tempi) d’essere minuziosamente osservati e descritti dagli etnologi. A proposito di ciascun mito, a differenza di ogni rituale delle società arcaiche, nelle quali è stato possibile interrogare gli indigeni, in Sardegna è sufficiente ‘interrogare’ i bronzetti, le ceramiche, la statuaria, le pietre e tutte le costruzioni di epoca Prenuragica e Nuragica per apprendere, almeno in parte, i significati che essi vi attribuiscono, comparandoli con le manifestazioni tradizionali (erroneamente dette folklore) ancor oggi in uso ed in evidenza. E’ possibile a tutt’oggi confrontare il racconto del mito ‘scritto’ con gli stilemi dell’arte nuragica con il racconto del mito tramandato nelle sagre tradizionali popolari cittadine e paesane. Sono tutte valide: dalla Sartiglia di Oristano, alle tantissime pariglie disseminate in ogni contrada dell’isola, dalle diverse cavalcate (Faradda di li candareri di Sassari, s’Ardia di Sedilo, sa carrela ‘e nanti di Santu Lussurgiu, ecc..) alla Sagra popolare e sacra di S.Efisio di Cagliari, dai riti ierogamici pagani di San Giovanni di Quartu S.Elena al Festival del folklore di Nuoro in occasione della sagra religiosa del “Redentore” (festa cattolica che si trascina dietro tonnellate di rituali pagani arcaici come il mito dell’axis mundi, occasione nel quale si celebra anche il rapporto dei nuoresi con la loro “Montagna Sacra” dell’Ortobene), alle tante maschere antropomorfe e animalesche del carnevale sardo, riscoperto e mai così in auge come di questi tempi. Evidentemente questi « documenti viventi» registrati nel corso delle inchieste condotte sul posto, non risolvono affatto tutte le nostre difficoltà, ma presentano il vantaggio considerevole di aiutarci a porre il mito nel suo contesto sociale e religioso originario.

“I personaggi dei miti sono Esseri Soprannaturali; essi sono conosciuti soprattutto per ciò che hanno fatto nel tempo prestigioso delle « origini ». I miti rivelano quindi la loro attività creatrice e svelano la sacralità (o semplicemente la « soprannaturalità ») delle loro opere… In seguito agli interventi degli Esseri Soprannaturali l’uomo è quello che è oggi: un essere mortale, sessuato e culturale.” (Mircea Eliade)