Vagavamo sulla terra leggeri e il capitale sta a guardare

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di Nicola Manca Uri 8 e 9 marzo. Va in scena uno spettacolo iterato nel tempo, arrivato alla 25esima edizione: la sagra del carciofo. Una bella occasione, come tutte le sagre, per esporre i frutti del proprio territorio ma, rispetto ad altre sagre ho visto qualcosa in più. Al di là dei numeri che parlano di 20 mila visitatori nei due giorni, circa 140 espositori e migliaia di pasti a base di carciofo spinoso distribuiti, un gruppo di appassionati ha messo in moto un processo di valorizzazione del territorio che andasse oltre la statica dell’esposizione. Il gruppo Archeouri Vagando nato per condividere la ricchezza della terra e il lascito dei nostri antenati, decidendo di costituirsi come associazione ha gettato le basi per abbracciare tutti gli appassionati, sardi e non, di archeologia e di escursionismo. Ho scorto l’entusiasmo dei partecipanti nel camminare in certi luoghi, l’estasi nel fermarsi a scrutare il paesaggio archeologico, l’attenzione nell’ascoltare storie della tradizione o racconti di civiltà perdute e infine l’appetito nel partecipare al simposio. Ma le iniziative non erano certo finite: il gruppo ha costruito una riproduzione a grandezza naturale della stele Pedra Longa utilizzando la carta pesta e facendola diventare padrona della sala espositiva nella quale è stata allestita la mostra “Vagavamo sulla terra leggeri”. Quindi hanno decorato la sala con mappe, fotografie meravigliose, filmati, materiale informativo legato al territorio e prodotto dall’Associazione, conditi dalla capacità espositiva dei soci hanno portato più di un migliaio di firme, il che implica anche un maggior numero di presenze. Il culmine con il canto a Tenores all’interno della sala, il cui vibrare non ha lasciato i presenti indifferenti. Ma facciamo i conti della serva, per capire se hanno vagato leggeri per via delle tasche svuotate da ogni risorsa, oppure per la gioia di aver condiviso il territorio a loro tanto caro con chi, inevitabilmente, ne è rimasto incantato. Due ragazzi appassionati hanno portato circa 30 persone in escursione, dalle 9:30 fino alle 15. La mostra aveva una 30ina di fotografie cartonate divise fra meraviglie di Uri e della Sardegna in genere. Filmati, cartine, materiale informativo (tutti beni riutilizzabili, dunque) e un bicchiere di vino offerto di tanto in tanto agli ospiti potrebbero mai generare una perdita in bilancio di qualche milione di euro? Vi era un Nuraghe in sughero per le offerte. Non ho chiesto per discrezione se i costi di questa prima edizione abbiano superato la generosità e l’apprezzamento della gente tradotto in un contributo, ma un’idea me la sono fatta. Un bell’esempio per la Sardegna, da imitare perché facilmente replicabile. Credo che anche questa volta, la voglia di fare abbia battuto il capitale, due a zero, palla al centro. BRAVI!