Visibilità dai nuraghi. Presidio del territorio e delle coste.

di Antonello Gregorini

“Lo studio ancora in versione preliminare è stato realizzato tramite il plug-in “Viewshed analysis” del software QGIs. e riguarda aspetti prettamente GIS e non Archeologici.

I siti utilizzati nello studio sono i soli nuraghi. I parametri di calcolo sono essenzialmente due: l’altezza degli “osservatori” e “osservati”, posta a 15 m; il raggio visivo o capacità visiva posta a 8Km, considerando anche la visibilità sul mare.

Tali parametri sono modificabili in futuro a seconda delle caratteristiche (diverse) di ciascun nuraghe. Il risultato non tiene conto delle modifiche all’orografia del territorio avvenute nel tempo e della copertura boschiva che, nell’epoca nuragica, era sensibilmente superiore a quella attuale.

I pallini sono le Torri Spagnole. La sovrapposizione fra copertura dei nuraghi e quella delle torri spagnole è davvero notevole”, …

ma per certi versi ovvia.

 

legenda visibilità 8km

 

 

Le Torri Spagnole sono di epoca recente – dal 1570 circa, per volontà della Corona di Spagna, proprio in attuazione di un piano di difesa dalle scorrerie dei Saraceni (sardegnaambiente.it) –.

Chi scrive ritiene che gran parte di queste fossero state ubicate sopra nuraghi esistenti con l’utilizzo dei conci antichi per la realizzazione delle spesse mura o dei basamenti. Ciò è deducibile anche dalla mappa del geoportale attraverso dei semplici ragionamenti di buon senso, ma anche dalle triangolazioni di visibilità (vedi mappa tematica sul geoportale Nurnet) che portano a ritenere come molto probabile la presenza di torri nuragiche in luogo di quelle spagnole.

Sembra misurata e convalidata da un modello matematico, da un metodo verificabile e riproducibile, dell’interesse assoluto del controllo delle coste e in particolare degli approdi da parte dei costruttori delle torri nuragiche.

E’ bene ribadirlo, verso le tesi del secolo scorso, pur essendo cambiata nei decenni la narrativa di ordine accademico sull’interesse che i nuragici potessero avere riguardo il controllo delle coste e del mare. Su ciò non sembrano esistere più dubbi, anche se, di recente, un noto e autorevole archeologo sardo, in un convegno a Siamanna, ha affermato che “durante questi quarant’anni di scavi non ho mai osservato un nuraghe che potesse galleggiare e che somigliasse a una barca…” (Sigh).

La ragione di questo interesse, per chi scrive, non poteva dipendere dalla probabilità di attacchi o invasioni da parte di popolazioni esterne con il fine della predazione o dell’occupazione dei territori.

La capacità di presidio del territorio, costiero e interno, da parte dei sardi nuragici è evidente, in un’epoca in cui la Sardegna era intensamente popolata (si parla in letteratura di circa 500.000 abitanti).

Appare più logico, invece, che i nuragici usassero le coste per la propria comunicazione, i loro scambi. O che, in alternativa, qualora si desse credito alla possibilità di guerre interne, fra cantoni nuragici, dovessero presidiare approdi e coste da attacchi provenienti dalla stessa Sardegna.

Ancora, in alternativa, se consideriamo improbabile che i nuraghi costieri servissero a presidio visivo di attacchi interni -o quantomeno ciò poteva considerarsi una possibilità casuale e residuale perché magari c’era stato qualche screzio tra i clan-, sicuramente avevano un ruolo di vedetta sui traffici marittimi e, inoltre, se si dimostrerà che gli Shardana provenivano dalla Sardegna, erano punti di osservazione privilegiati sui porti dove sostavano le imbarcazioni “militari”.

Ogni nuraghe costiero poteva forse fungere da sede delle “capitanerie di porto” dell’epoca. Certamente alcuni di questi potevano svolgere una funzione di dispensa, deposito momentaneo a favore dei naviganti.

Se analizziamo la mappa, in sintesi, vediamo che un controllo totale, con visibilità del mare e degli approdi da un numero di torri superiore a 10, lo si aveva, da sud, in senso antiorario, sulla costa Quartu, Villasimius, Castiadas, salendo sino a Baunei, con brevi interruzioni a Quirra e Sferracavallo. Totale controllo delle Marine di Orosei e Posada;  un relativo vuoto in Gallura; mentre il presidio era buono a Vignola, totale a Castelsardo sino a Stintino; ottimo nelle baie di Alghero: totale da Bosa al Sinis e nel Golfo di Oristano. Scarso nella costa arburese (ma qui bisognerebbe capire cosa può esserci sotto le dune e dove sono “finiti” i nuraghi che avevano come necropoli le tombe dei giganti di Capo Pecora). Totale, infine, il controllo da Gonnesa, sull’Isola di Sant’Antioco e lungo la costa sud occidentale sino a Cagliari.