LE ROTONDE CON BACILE: DUE TEORIE A CONFRONTO

Curato da Antonello Gregorini

Le rotonde con bacile erano particolarmente diffuse all’interno dei villaggi nuragici (Barumini-Su Nuraxi; Alghero-Sant’Imbenia; Sa Sedda e’ Sos Carros-Dorgali;Lanusei-Gennacili (probabile); Sa Mandra ‘e Sa Giua-Ossi; San Luca-Ozieri; Santa Barbara-Bauladu;Palmavera-Alghero; Concaniedda-Sedini; Bonorchis-Sorradile; Sirai-Carbonia; Abini – Teti (1) (2).

Foto Nero-Argento Sant’Imbenia – ALghero

Inoltre, i frammenti di bacili con le stesse caratteristiche tipologiche recuperati in abitati che insistono in zone prive di rocce adeguate per la loro fabbricazione (S‟Arcu is Forros-Villagrande, Dorimannu-Irgoli), o che propongono diverse architetture cultuali (Nurdole-Orani, Sirilò-Orgosolo), spinge a ipotizzare che ques’oggetto fosse ormai diventato un modello radicato nelle sue diverse varianti tipologiche. (2)

Foto Gregorini (S’Arcu Is Forros – Villagrande Strisaili)

Con l’allocuzione di “rotonde con bacile” si indicano dei vani circolari con sedile perimetrale in pietra, muniti al centro di un bacile litico con piede modanato, che poggia su un pavimento lastricato e inclinato in direzione di un foro aperto sul paramento murario.(2) .

Nel tempo sono state proposte diverse teorie riguardo le funzioni che dovettero avere queste strutture così particolare e uniche nell’antichità.

Il Lilliu notò in queste strutture il ripetersi delle condizioni di giacitura degli spazi del forno e del sedile in organismo fuso con integrazione reciproca per il particolare scopo (Lilliu 1955, pp. 309-314) e, in riferimento a questi ultimi, come erano stati concepiti e costruiti l’uno per l’altro in organica associazione di funzione. Ancora Lilliu per la lavorazione dell’olio; per lo svolgimento di attribuzioni sacre al viso; per convivi sacri e particolari; quale battistero (ante litteram NdR); attività metallurgiche; luogo di culto dell’acqua; sauna e bagno turco ante litteram (Paglietti ibidem).

Barumini, capanna con bacile (foto Fondazione Barumini)

Teoria 1 (Paglietti)

La capanna sudorativa è una struttura ad uso collettivo, praticata da uomini e donne, talvolta in impianti distinti, le cui finalità ricadono nel campo dell’espressione culturale della comunità che la utilizza: per uso preventivo, terapeutico e di pulizia corporea, per rituali di preparazione alla caccia, al matrimonio, al parto e alla morte. La Sforza descrive l’utilizzo della sauna fin dall’Egitto tolemaico, delle terme nel mondo classico, dell’hammam in ambito islamico, dell’utilizzo nei paesi scandinavi, nella Russia, nel Giappone, tra le popolazioni eschimesi, tra i Nativi d’America e le popolazioni antiche e moderne del Messico. … La pratica di saune e di bagni termali in ambito occidentale mediterraneo è documentata nella tholos di San Calogero (Lipari) nella quale è stata individuata una fase di utilizzo durante la cultura di Capo Graziano nella media età del Bronzo (Cavalier 1988; Belli1992). Non dovrebbe stupire che anche in ambito nuragico si svolgesse tale pratica ( Paglietti  ibidem).

 

Teoria 2 (Salis)

La presenza a Seleni di apparecchiature idrauliche corrobora la tesi che mette in relazione le rotonde con cerimonie legate all‟acqua (Lilliu-Fadda), già confermata dal sistema di canalizzazione che termina nelle protomi di ariete scolpite nel tufo e funzionanti da doccioni perfettamente conservato a Sa Sedda’e sos Carros. Al contrario, non trovano conferme altre differenti ipotesi esplicative che le identificano come luogo per la panificazione (Lilliu, Ferrarese Cerruti Contu), laboratorio per la lavorazione dell‟olio di lentischio (Lilliu) o per attività connesse con la metallurgia (Basoli), ambiente per la pratica dei bagni termali  (Ugas); capanna sudorativa(Paglietti) (2).

Villaggio nuragico di Gennacili – Lanusei (foto Gregorini)

 

(1) GIACOMO PAGLIETTI (2009 – RSP pagg 335-354)

(2) GIANFRANCA SALIS – Soprintendenza ai BB AA province di SS e NU (2011)

Foto di Marco Cocco – Sa Sedda ‘e Sos Carros – Dorgali)