” … Quando la torre, si proiettava nel punto esatto all’interno della nicchia, i nuragici sapevano che quel giorno sarebbe iniziato il periodo freddo ma anche che le giornate avrebbero iniziato ad allungarsi quotidianamente! …”
Platone descrive il regno di Atlante nel Timeo e nel Crizia scrivendo di «un’isola grande più della Libya e dell’Asia», potente, civile e sacra a Poseidon, dio del mare, e i cui abitanti erano «costruttori di torri» … Questo scrive Platone e non è altro che un racconto sentito nella sua infanzia. E’ bello pensare che quelle torri fossero le nostre, ma purtroppo non ne abbiamo certezza. Certa è, invece, la presenza delle numerose torri che popolano la nostra isola. Alcuni dicono oltre settemila, altri, addiritura, oltre diecimila. Torri che noi chiamiamo Nuraghi.
Sicuramente era un simbolo, la torre, che caratterizzava la nostra terra sin dai tempi antichi, a tal punto da creare una finestrella di scarico che ne rappresentasse la foggia. Mi trovo ad Abbasanta, esattamente nel Nuraghe Zuras. Uno splendido esemplare di edificio monotorre datato verso la fine dell’età del bronzo. Una delle caratteristiche di questo monumento è la presenza della doppia finestrella di scarico (spazi creati appositamente sopra la porta d’ingresso, che evitavano che tutto il peso della struttura si scaricasse sull’architrave, incrinandola). Osservando bene da vicino ho potuto notare che la prima finestrella, partendo dall’alto, rappresenta una classica immagine taurina, mentre la seconda non parrebbe essere un toro, quanto una torre stilizzata (vedi foto).
Sotto la seconda architrave sono, inoltre, presenti tre splendide coppelle. Un’altra cosa strabiliante è rappresentata dal fatto che, durante il solstizio (invernale) la proiezione dell’immagine, grazie ai raggi del sole, va a finire esattamente nel bel mezzo della nicchia centrale e si colloca in una spazio tra diversi massi; spazio che ha la forma della stessa torre. Quindi, quando la torre, si proiettava nel punto esatto all’interno della nicchia, i nuragici sapevano che quel giorno sarebbe iniziato il periodo freddo ma anche che le giornate avrebbero iniziato ad allungarsi quotidianamente! Geniali, no? Il Nuraghe in sè è meraviglioso, la perfezione delle pietre ben levigate lo porta ad essere un nuraghe raffinato. Le tre nicchie presentano, ciascuna, una piccola tholos che le sovrasta. La tholos della grande camera è un’opera di alta ingegneria. Al centro del Nuraghe, abbiamo un grande focolare. Da non trascurare infine il fantastico spiazzo presente sulla sommità del nuraghe dal quale si può godere di una spettacolare vista che domina a 360 ° tutta la zona circostante, con un collegamento visivo diretto verso i nuraghi Alzola ‘e Lèperes, Nurru e Losa. Merita sicuramente una visita per poter ammirare in toto tutta la sua spettacolare bellezza.
Testo: Piera Farina
Foto: Bruno Sini