Ancora sui nuraghi

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di Giorgio Valdès

La funzione dei nuraghi, simbolo potente dell’omonima civiltà, è la “vexata quaestio” intorno alla quale si sono cimentati storici, archeologi o semplici appassionati, ciascuno dei quali ha espresso pareri, spesso difformi, ma altrettanto  rispettabili. Ad oggi non si può affermare per certo a quale uso fossero destinate queste strutture e se assolvessero ad un’unica o a più funzioni, civili, sacre o militari. In assenza di testimonianze scritte il dubbio è destinato probabilmente a permanere a lungo e in tal senso si potrebbe estendere ai nuraghi quanto nel 2005 l’allora sovrintendente Nicosia affermò in merito al ritrovamento delle statue di Monte ‘e Prama: “Questi eroi sono ignoti perché a loro è mancato un Omero”.

Dal volume “Le torri, i metalli e il mare – Storie antiche di un’isola mediterranea”, è stato tratto questo stralcio in cui l’autore, l’archeologo Paolo Bernardini, esprime in merito le sue considerazioni:

“…a partire del XVI sec. a.C., fa la sua comparsa la società delle torri, caratterizzata da forme di popolamento organizzate intorno al nuraghe a ‘tholos’. L’analisi quantitativa  e qualitativa della diffusione territoriale dei nuraghi a ‘tholos’ mette in evidenza l’intensa proliferazione degli insediamenti e l’acquisizione e il controllo di habitat estremamente variati; siamo di fronte a un processo di espansione e di organizzazione spaziale gerarchizzata che configura in modo nuovo i territori abitati dai gruppi nuragici. Particolarmente significativo è lo sviluppo dei gruppi umani stanziati su media altura e su altopiano, che si accrescono attraverso la pratica di una ricca e variegata policoltura in grado di ottenere il raggiungimento di livelli cospicui di ‘surplus’. La costante crescita delle comunità e i fenomeni di rivalità economica dipendenti dall’appropriazione e dal controllo delle risorse provocano ulteriori progressivi fenomeni di divisione e di articolazione all’interno dei gruppi umani; si attivano infatti dinamiche di esplosione, di frammentazione e di disseminazione della primitiva cerchia tribale che, a loro volta, sono responsabili della proliferazione di nuovi nuclei insediativi. Il tradizionale schema evoluzionistico che proponeva l’esistenza di comunità raccolte intorno alle torri semplici (nuraghi monotorre) e, soltanto in una fase cronologica e culturale successiva, la formazione di una più opulenta e militarizzata società dei ‘castelli’ (nuraghi polilobati e fortezze complesse) è oggi in crisi e conta sempre meno sostenitori. Un approccio più moderno esamina i modi e i tempi, differenti nelle varie ‘regioni’ nuragiche, con i quali un gruppo gerarchizzato e stanziato in un territorio relativamente ampio si organizza intorno a un momento architettonicamente molto elaborato; quest’ultimo verrà concepito sia come centro focale di accumulo, di redistribuzione e di protezione delle risorse delle comunità sia come simbolo di potere e cassa di risonanza dei valori ideologici della famiglia-clan che governa il territorio. Tali processi di formazione modificano lo sviluppo delle varie comunità locali anche in concomitanza con i condizionamenti e le pressioni esercitati dai diversi contesti fisici, politici ed economici in cui gli insediamenti si vengono a trovare: per questo non esiste un processo lineare e cronologicamente unitario di crescita. I monumenti a torre, sia nella forma della torre semplice che in quella del nuraghe polilobato, esprimono di nuovo i caratteri di abitazione distinta e emergente sul piano comunitario, di contenitore-controllore dei beni del gruppo e di apprestamento militare che sono all’origine del nuraghe a corridoio; ma i nuovi modelli di insediamento rispecchiano una società evoluta nei propri processi di articolazione e divisione gerarchica. Si forma in questo modo il paesaggio politico-economico e ideologico delle comunità indigene del medio e tardo Bronzo, composto da frammentate unità di potere e di controllo locali che governano un’isola che mai conoscerà, nel corso della sua storia antica e fino all’arrivo di Roma, le forme di governo centralizzato. La tesi che riportava la realizzazione dei nuraghi a ‘tholos’ all’influenza dell’architettura egea ha perso sempre più sostanza man mano che sono aumentate le nostre conoscenze sulle tecniche di ingegneria nuragica e, in generale, sulla cultura materiale espressa da questa società…”