di Giorgio Valdès
Un’interessante iniziativa riportata in un articolo di Cinzia Loi, Liliana Spanedda e Marcos Fernàndez Ruiz, pubblicato nell’edizione di Gennaio/Febbraio 2018 della rivista “Archeologia Viva” sotto il titolo “Arte preistorica del Barigadu: Nuove indagini”:
<<Un progetto per la Sardegna centrale: L’associazione Paleoworking Sardegna, nell’ambito del progetto “Sas Mandras” – sostenuto da “Archeologia Viva” e finalizzato a raccogliere fondi utili al restauro della Tomba Dipinta di Mandras (Ardauli-Or), ma anche ad approfondire il fenomeno ipogeico del Barigadu (Sardegna centrale) – ha avviato, con il consenso della SABAP-CA (Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e per le province di Oristano e Sud Sardegna – nota dello scrivente) e in collaborazione con il Departamento de Prehistoria y Arqueologia dell’Università di Granada, una campagna di rilievo fotografico delle “domus de janas” censite finora in questo territorio. Le indagini, grazie all’ausilio del programma DStretch (strumento per il miglioramento digitale dei pittogrammi- nota dello scrivente), consentiranno di individuare eventuali elementi pittorici non più visibili a occhio nudo. DStretch è stato impiegato fin dal 2005 dal suo creatore Jon Harman, sia negli USA che in America latina, mentre in Europa le ricerche condotte finora hanno interessato alcune rappresentazioni rupestri della Spagna e, in Sardegna, le “domus de janas” di Perdonigheddu (Sorgono-Nu) e il riparo sotto roccia di Crabiosu (Ardauli-Or).
Obiettivo principale del “progetto Sas Mandras”: E’ lo studio delle manifestazioni di arte pittorica nelle “domus de janas” del Barigadu, territorio ricchissimo di testimonianze. In primo luogo sarà importante verificare l’articolazione dei motivi pittorici che caratterizzano la Tomba Dipinta di Mandras (motivo “a reticolato”, riproduzione di soffitti), resi simbolicamente tramite pittura rossa. Altrettanto interessante sarà analizzare le raffigurazioni della Tomba XII di Campu Maiore di Busachi (Or): all’interno della cella maggiore, si osserva una serie di piccoli triangoli equilateri resi sempre tramite pittura rossa, che si uniscono a comporre una banda orizzontale. Lo stesso vale per la tomba II di Sas Arzolas de Goi e la Tomba I di S’Angrone di Nughedu S.Vittoria (Or), che mostrano entrambe le pareti dipinte di colore rosso suddivise da semipilastri e finte nicchie. Si tratterà poi di comprendere se la decorazione pittorica fosse presente pure in quelle “domus de janas” che oggi, almeno all’apparenza, non ne conservano tracce, se tale accorgimento venisse utilizzato unicamente in determinati ambienti o in maniera indistinta in tutti i vani della sepoltura, oppure ancora se l’intento fosse quello di porre in evidenza soltanto alcuni dettagli architettonici della tomba come gli elementi legati alla sfera magico-religiosa e/o le riproduzioni di parti strutturali della casa dei vivi >>
La foto della domu de janas di Mandras ad Ardauli è di Nicola Castangia.