di Giorgio Valdès La bella foto di Gianni Alvito ritrae una notevole porzione del promontorio di S.Elia/Sella del Diavolo. La frequentazione del promontorio di S.Elia risale al neolitico recente (VI-V millennio a.C.), con i primi ritrovamenti di indizi di vita preistorica nella Grotta di S.Elia (scavi realizzati da Enrico Atzeni) e nelle Stazioni all’aperto della Sella del Diavolo o Marina Piccola (A.Taramelli). Al neolitico medio (IV millennio a.C.) risale il ritrovamento di un vaso biansato presso la grotta del Bagno Penale. Il posizionamento della grotta è sulla parete settentrionale sottostante l’attuale faro di S.Elìa, affiancato alla così detta “torre dei segnali” o “torre de armas”, il cui impianto originale risale all’anno 1638. La presenza umana è quindi attestata, nei periodi successivi, nelle domus de janas di S.Bartolomeo, oggi praticamente distrutte, nella Stazione del Poetto e nella Grotta di Colombi, attualmente raggiungibile esclusivamente via mare. Proseguirà nel Bronzo antico e recente e quindi, senza soluzione di continuità, nell’epoca storica che ci ha lasciato in eredità i resti del tempio fenicio di Ashtart, in cui si racconta fosse praticata la prostituzione sacra, una cisterna e alcune opere di canalizzazione di epoca punico/romana, in seguito utilizzate dai monaci che si stabilirono in quel luogo in diversi periodi. La torre di S.Elìa risale invece al 1500 come quella del Poueht (in spagnolo:pozzetto) da cui prende il nome la spiaggia dei cagliaritani (Poetto).