I Sentieri del Mito

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di Giorgio Valdès

Nell’allegato (“Ovunquesardo”) all’edizione dell’Unione Sarda del 18 agosto u.s. Giovanni Ugas propone un interessante articolo titolato “Quando la flotta dei Sardi assediò l’isola di Minosse”. Articolo in cui il nostro archeologo percorre anche i sentieri del mito. Sappiamo che il solo proferire questa parola scatena diffuse reazioni esantematiche, ma siccome siamo convinti – come afferma un altro celebre archeologo, Louis Godart secondo il quale dietro le vecchie leggende si cela  una verità storica che “la critica moderna deve tentare di ritrovare e di spiegare”- che i miti non vanno demonizzati ma analizzati serenamente, riportiamo volentieri, per chi non lo avesse letto, la prima parte del citato articolo di Giovanni Ugas:

<<Gli antichi Sardi non ci hanno lasciato alcun documento scritto sulla loro storia e sui rapporti con gli altri popoli e, non considerando i testi egizi relativi agli Shardana, soltanto nella letteratura greca e latina si trovano importanti informazioni, sia pure talora in forma mitica, sui Sardi della civiltà nuragica. Di non semplice interpretazione è innanzitutto lo scontro tra Perseo, re di Argo, e Medusa (Regina), antenata di Norax, una delle Gorgoni che abitavano nei paesi occidentali. Talora Medusa è presentata come figlia di Forcus, noto sia come divinità del mare sia come re dei Sardi e dei Corsi, il quale con la sua flotta affrontò Atlante (sinonimo dell’Africa nord Occidentale e di Cartagine) ma, sconfitto, scomparve e fu divinizzato. Perseo, che regnò nella prima metà del scolo XIV a.C., avrebbe tagliato la testa di Medusa dopo essersi recato in Occidente, ma secondo un’altra fonte sarebbe stata Medusa ad attaccare Perseo in Grecia. In ogni caso Medusa simboleggia un pericolo marinaro occidentale per i Micenei. In precedenza, stando a Diodoro Siculo, le Gorgoni guidate da Medusa avrebbero conteso la terra nordafricana delle Atlantidi alle Amazzoni della Libia, cioè ai Mashuesh (Amazig) della Tunisia più tardi alleati degli Shardana contro l’Egitto. La relazione, talora conflittuale dei Sardi con la Grecia continentale è adombrata anche dalla notizia riguardante la presenza Sarda nella famiglia regnante di Micene e Argo alla fine del sec. XIV. Presentata come figlia del re Stenelo, dunque nipote di Perseo e sorella di Euristeo, Sarda può simboleggiare la presenza di mercenari sardi al servizio del re Euristeo, padrone nemico di Ercole, oppure un intervento dei Sardi a fianco dei Tebani in occasione del primo dei tre tentativi di conquista del Peloponneso effettuato dagli Eraclidi guidati da Iolao e Illo, rispettivamente nipote e figlio di Ercole, che portò all’uccisine di Euristeo e all’occupazione temporanea di Micene. Infatti secondo  Diodoro Siculo e altri autori, Iolao avrebbe guidato gli Eraclidi tespiesi a colonizzare la Sardegna e poi sarebbe ritornato a Tebe e in sostanza si prefigura una presenza dei Sardi in Beozia. Invece, a un doppio ruolo dei Sardi in Creta, ora quali mercenari ora come conquistatori, indirizza un passo di Simonide di Keos in cui si afferma che una flotta di Sardi assediò l’isola di Minosse, difesa dall’eroe di bronzo Talo, una o due generazioni prima della guerra di Troia…>>.

Ci permettiamo di aggiungere alcune ulteriori considerazioni “genealogiche”.

Medusa aveva come sorellastre le Gorgoni e, come scrive Giovanni Ugas, era figlia di Forco, re di Sardegna e Corsica. Per inciso, anche le Esperidi, custodi del giardino in cui cresceva l’albero dai pomi d’oro posto al di là delle Colonne d’Ercole, in quanto figlie di Ceto e Forco erano sorellastre di Medusa e delle Gorgoni. Quando Perseo mozzò il capo di Medusa, dal suo collo reciso nacquero Pegaso e Crisaore. Quest’ultimo, unitosi a Calliroe, generò Gerione, primo re mitologico di Tartesso.  Gerione ebbe una figlia, Eritheia, che unitasi a sua volta ad Hermes concepì Norace, ritenuto il fondatore di Nora. E’ altrettanto curioso osservare che  secondo la leggenda Hermes era il semidio che aiutò Zeus, trasformatosi in candido toro, a rapire Europa mentre si trovava su una spiaggia di Tzur (probabilmente Tharros), regno di suo padre Agenore.

Insomma, in un modo o nell’altro si ricasca sempre in Sardegna.

Tralasciando le ulteriori considerazioni riferite al fatto che secondo diversi ricercatori, individuando la biblica Tartesso si troverebbe anche il mitico regno di Atlante, è interessante osservare, a proposito della presunta colonizzazione della Sardegna da parte di Iolao e dei figli di Tespio (sempre citati da Ugas), che in alcune antiche mappe della città di Cagliari, tra cui una di Bastianus Florentinus (XV-XVI secolo), il rione Marina veniva indicato come Ioleapolis, quindi trasformato in Gliapola e infine, in tempi più recenti in Lapola (secondo una certa interpretazione Lapola deriverebbe da Leppula, probabilmente la macchina di sollevamento e carico delle merci, che permetteva un rapido sviluppo delle attività portuali ).

Non siamo linguisti e certamente non intendiamo invadere un campo che non ci appartiene, ma azzardiamo l’ipotesi che il lemma Ioleapolis voglia significare proprio “città di Iolao”.