I TRE NURAGHI DELLA BAIA DI NORA, che non ci sono più.

di Antonello Gregorini

Per chi conosce la Baia di Nora la descrizione dei luoghi apparirà di facile comprensione. Chi non conosce i luoghi può fare riferimento alla mappa del geoportale NURNET, qui riportata.

Area Sarroch, Villa San pietro, Pula

Nella Baia, dal Promontorio di Coltellazzo, a sud, alla Punta Santa Vittoria, a nord, i Punici e i Romani avevano realizzato l’approdo per le imbarcazioni. Ancora oggi a metà della baia è distinguibile il molo, realizzato sui lastroni naturali di arenaria, su cui si distinguono i grossi blocchi di granito, verosimilmente trasportati dalle colline a ovest.

Baia di Nora

 

Fra il Promontorio e l’Isolotto di Coltellazzo, per chi va per mare con maschera e pinne, è visibile un grande deposito di blocchi di andesite, a mio avviso artificialmente disposti, che sembrano formare una chiusura e un passaggio tra le due alture, per un utilizzo ancor più valido per l’epoca ante Cristo in cui la superfice marina era più in basso di circa due metri.

Vista aerea del canale fra il Promontorio e l’Isolotto di Coltellazzo. Si noti il cumulo di blocchi lapidei sott’acqua

La baia era pertanto protetta da tutti i venti, salvo dal Levante, dalla cui onde ci si metteva, probabilmente, a ridosso nella baia a sud di Porto D’Agumu.
Prima delle popolazioni chiamate Fenice, che ivi aprirono verosimilmente un fondaco, dei Punici e dei Romani, i Sardi Nuragici, contrariamente a ciò che si pensa, avevano il controllo assoluto delle baie e dell’entroterra.
Esistevano tre nuraghi che inscrivevano la baia al loro interno. Sfortunatamente sono tutti spariti sotto tre costruzioni militari di diversi periodi.
Se per i primi due, Nuraghe Monte Santa Vittoria e Nuraghe Guardia Is Mongiasa  abbiamo certezza della loro esistenza, per il terzo possiamo solo riferirci a fonti incerte ma qualificate e alla logica dei modelli di ubicazione e intervisibilità fra torri nuragiche.
Da nord a sud.
Il Nuraghe Monte Santa Vittoria fu inglobato nella monumentale Batteria Boggio, realizzata nel corso della seconda guerra mondiale (vedi foto nel geoprtale e mediateca). Di esso, all’esterno, residua un grosso paramento indubitalmente nuragico. Il resto è inaccessibile, fintanto che non verrà realizzato il progetto di riqualificazione e restauro del Parco Monte Santa Vittoria e delle Batterie Boggio (speriamo anche delle componenti nuragiche). Da esso si aveva il controllo sino ai nuraghi di Sarroch e Perde Sali a nord, e sino a Cala d’Ostia al sud e, naturalmente, sul mare e sulla laguna.

Il nuraghe Guardia Is Mongiasa era un quadrilobato con mastio centrale, una reggia, che, come sempre per queste fattispecie architettoniche, doveva avere attorno il pertinente villaggio. Ce ne offre certezza il rilievo grafico del La Marmora e la menzione del Cugia (vedi tavole grafiche). I Romani utilizzarono il nuraghe quale supporto dell’acquedotto della città di Nora. I setti di sostegno delle canalizzazioni sono visibili, in parte, ancora oggi (foto), ma sono ben messi in risalto nel disegno del La Marmora.
<span;>Il nuraghe andò demolito in seguito alla costruzione della caserma e antenna radar della Marina Militare Italiana circa 50/60 anni fa.


Il Cugia fa menzione di “almeno due pozzi” posti nelle immediate vicinanze del nuraghe.
Nel periodo barbarico e medievale quel tratto di costa si impaludò e così restò sino ai tempi recenti, quando furono realizzati i canali di bonifica verso la foce del Rio Pula.
La caserma, sostanzialmente, si può immaginare fondata sui filari del nuraghe, dal momento che esso da forma alla conformazione in rialzo su cui fu costruita (vedi foto attuali).
Il terzo nuraghe doveva trovarsi sul Promontorio, in luogo della Torre spagnola e del fortino pertinenziale. Ne dà notizia il Cugia, poi richiamato in una recente tesi di laurea (Uccheddu).
La presenza di un “pozzo sacro” nuragico nel cuore della città di Nora ci parla anch’essa del loro insediamento. Non possiamo pertanto escludere che la stessa città punica, poi romana, fosse stata costruita sopra un ulteriore insediamento nuragico.
Lungo la costa fra Sarroch, Villa San Pietro e Pula, i nuragici presidiavano con torri ogni porzione di territorio, gli approdi e gli accessi alle risorse naturali, i passi e i fiumi. In particolare a Sarroch la presenza nuragica doveva essere ancara più intensa, data la forte presenza di torri e il grande numero di necropoli, tombe dei giganti, di cui si ha evidenza.

È intessante riflettere, suggestivamente sul mito seguente

Per verificate che “la genealogia di Norace riferisce sempre alla Sardegna: Forco, re di Sardegna e Corsica genera Medusa, che genera Crisaore, che genera Gerione, primo re mitologico di Tartesso. Quest’ultimo genera Erithia che unitasi a Hermes genera Norace, fondatore di Nora”, come sempre mi ricorda Giorgio Valdès.

Il territori di Nora, a quanto sembra, fu importante per i Romani ma, ancor prima, lo fu per i Sardi Nuragici, i quali anche qui, come altrove, accettarono pacificamente la presenza degli avamposti commerciali di genti che, successivamente, realizzarono un’ampia cittadina.