di Antonello Gregorini
Nel precedente post, il tempo dei Fenici – 6, sono incorso in un piacevole dialogo con l’archeologo Francesco Carrera. Faccio qui un sunto di quanto già detto per poi rispondere ai quesiti posti dal Carrera, e alla richiesta di bibliografia in merito alla cronologia del nuragico.
Giusto per aggiungere un pizzico di polemica Carrera prende 21 likes su una frase in cui afferma
“Mi spieghi però, cosa conosce di nuragico di quel periodo, quali oggetti, quale vasellame o struttura che può essere ricondotta a tale società, perché attualmente non vi è nulla che possa essere ricondotto al nuragico. Fortunatamente, visioni così radicali della storia sarda – che voi vorreste ricondurre solo al nuragico e per la quale pensate di rappresentare tutta la Sardegna – non sono così diffuse al di fuori dei social e c’è ancora chi apprezza tutta la bellezza di millenni di storia che si intrecciano reciprocamente con le altre culture mediterranee, quel meltin pot che porterà all’attuale cultura sarda. Volete riscrivere la storia con una narrazione inesistente e castrata unicamente per fini politici, mi auguro che fallirete. La Sardegna merita di più di fantasie di Shardana o Atlantidei.”
Il mio amico Gerolamo direbbe che è seguito da uno stuolo di “lecchini” (termine anni sessanta, scolastico, ormai in disuso).
Tra questi si distingue il responsabile di una pagina che si definisce “Sardegna Turistica – Archeologia e Turismo Culturale”, per la quale Carrera merita “10 minuti di applausi 👏👏 anche se credo sia una perdita di tempo, non si può insegnare al cobra di non morsicare 😅 teorizzano e parlano di storia mixando periodi, autori, civiltà inserendo opinioni personali. Sembra di vedere dei bambini che giocano con il piccolo telescopio di casa, e pretendono di insegnare a un fisico il movimento dei 5 pianeti visibili 😅😅 Mixare periodi, date e luoghi è la tecnica inventata da Peter Colosimo per scrivere le sue teorie.. fantarcheologiche”.
Da appassionato lettore e responsabile di questa pagina ho spiegato, garbatamente, che mi è noto, per studi e dialoghi, che la cronologia nuragica, per una parte della “Accademia” termina al XII a.C., in cui si smette di costruire le torri a tholos; per altri termina al VI secolo a.C. con la conquista dei Punici; per altri ancora coni Romani. Su questo mi viene richiesta bibliografia, con sarcasmo riferito alla sua assenza in ambito scientifico. E così conclude il dottor Carrera:
“Nurnet – La Rete Dei Nuraghi non ho fretta, attenderò con ansia. Di colleghi che parlano ne conosco molti, ma quando si parla di fatti ci vogliono gli scritti. Attualmente non conosco articoli o libri che mostrino scavi di villaggi nuragici, dove si distinguono ceramiche attribuibili a tali culture, tra VIII e V. Non posso essere io a dover provare nulla, anche perché per me non esistono, l’onere della prova lo deve fornire chi afferma come vuole la teoria della Teiera di Russell.”
Quindi, pur avendo poco tempo mi costringo a riprendere le vecchie letture. E’ sempre un piacere/dovere, ma dovrebbe esserlo per tutti, senza supponenza titolata.
Cito dal commento di Carrera eletto a testo dell’ultimo post:
“(…) è possibile pensare ad un sistema (…) di convivenza pacifica, inclusiva da parte degli indigeni olbiesi (…). Parlo di indigeni, non per sminuirne valore o società, ma perché in quel momento non si possono più ravvisare gli elementi precipui con i quali si definisce la civiltà nuragica (inoltre i nuragici non sono né autoctoni né aborigeni).”
Dunque (la parte che mi colpisce), “i nuragici non sono né autoctoni né aborigeni”. Ecco, proprio per la teoria della teiera di Russel, Carrera dovrebbe portare lui le prove della fondatezza di questa affermazione.
Carrera viene smentito inoltre proprio dagli studi genetici.
Però, andiamo alle ricerche in letteratura che Carrera, mi meraviglia non conosca, quale funzionario di soprintendenza, responsabile della Eredità Culturale dei Sardi e del Mondo.
Lilliu, Sardus Pater
Ugas, professore ed emerito archeologo in quiescenza.
Paolo Melis , Archeologo, Sassari.
Zucca, professore, Sassari
“I sardi tra il sesto e il quarto secolo a.C. sono gli eredi della grande civiltà che ha eretto i nuraghi. Le grandi torri non vengono più costruite ma sono un simbolo orgoglioso per gli eredi di antenati mitici. Forse nel loro nome e ricordo vengono scolpite le grandi statue degli eroi guerrieri di Mont’e Prama. I sardi commerciano già da secoli con i fenici arrivati da oriente, i loro insediamenti sono empori multilingue e una ricchezza che gli isolani tengono in pugno e amministrano.”
Intervista a Momo Zucca (Tottus in pari – 9 giugno 2021)
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In conclusione, resto sorpreso dell’ignoranza e della supponenza di archeologi e guide turistiche ma ancor più del fatto che chi preposto alla tutela del Patrimonio Archeologico dei Sardi e della Sardegna, del Mondo, non conosca le cronologie note a tutti, anche a me che titolato non sono, ma umile lettore e appassionato di storia e identità del Popolo Sardo.
Antonello Gregorini