di Giorgio Valdès
In un commento a un recente post riferito al termine Jana, PeppeLuisi Pala notava che un sinonimo di “jana” è “enna” e non “ena” come da me indicato per mera distrazione. Osservava inoltre che “ena”, oltre al significato di vena sorgiva assume, in lingua sarda, anche quello di filo d’erba. Nell’antico Egitto, terra con cui abbiamo notoriamente intrattenuto lunghe e intense frequentazioni, il filo d’erba (o il giunco) era rappresentato da un segno geroglifico con valore fonetico “hn” (hen), la cui assonanza con “ena” è evidente. Tuttavia la “e” interposta tra la “h” e la “n” è convenzionale, perché l’egiziano, come l’arabo, manca di vocali. Conseguentemente nella translitterazione dal geroglifico, il filo d’erba “hn” può pronunciarsi “hen” o anche “han”. Il plurale di “hn” si ottiene invece aggiungendo una w e pertanto si pronuncia hnw/henw/hanw o anche yanw/yarw, come riportato nella sezione M 2 della lista stilata dal celebre egittologo Alan Gardiner (tra l’altro in gallurese il giunco si chiama yunu). Il fatto curioso è che nella tradizione nilotica esistevano i “campi d’erba” (o di giunchi o di canne), una sorta di paradiso situato nel “bell’occidente” (la terra del sacro Amenti), meta delle anime dei “giusti” che avevano concluso la propria vita terrena. Sarà pure una coincidenza, ma pensare a luoghi paradisiaci chiamati campi di hanw o campi d’hanw, mi intriga !