IL MANIFESTO ORGOGLIOSAMENTE NURAGICO DEI PICCOLI COMUNI

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di Antonello Gregorini (nell’immagine il nuraghe Funtana – Ittireddu)

IL MANIFESTO* DEI PICCOLI COMUNI IL RECUPERO, “DE BASCIU” (BOTTOM UP), DI UN PATRIMONIO DI IDENTITA’ E DI STORIA

Ieri, presso il nuraghe Sant’Antine, luogo ad altissimo valore simbolico, i sindaci di Torralba, Ittireddu, Teti, Orune, Padria, Oniferi, Esterzili, Pattada, hanno presentato l’iniziativa titolata “NUOVE FORMULE DI PROMOZIONE CULTURALE: I PICCOLI COMUNI SI ASSOCIANO E PORTANO IL NOSTRO PATRIMONIO OLTRE I CONFINI ISOLANI”.

Oltre alla presentazione della mostra “Identità e orizzonti di una civiltà: La Sardegna nuragica” – che sarà presente a Venezia, 6 marzo al 20 aprile 2015 – questo evento rappresenta un punto di non ritorno nelle forme che, fatemi dire, i Sardi, dal basso dei piccoli comuni, hanno deciso di utilizzare per valorizzare l’elemento principale della loro potenziale, ed enorme, offerta turistica.

Dove è necessario fare rete, consorziarsi per essere più forti, questa iniziativa smentisce il tristo detto del “male unidos”.

Il fatto che il processo di promozione voglia essere direttamente gestito dai piccoli comuni offre la misura dell’incapacità e dell’insensibilità sino ad oggi dimostrata, verso questo valore e verso una formula di promozione più innovativa, dalle istituzioni di grado più alto.

Il successo di piccole realtà come quella di Teti hanno mostrato nei fatti la possibilità di costruire un intera economia attorno a questo volano, quando implementata con determinazione, passione, buone capacità gestionali.

Nel manifesto di presentazione si legge: “Si sta dunque portando avanti un “commercio” culturale del patrimonio secondo i dettami del codice. Soprattutto si sta tentando di fornire delle risposte alle nuove esigenze di conoscenza che … deve privilegiare la divulgazione. Tutto ciò ha lo scopo di avvicinare il cittadino ai luoghi della cultura e soprattutto di superare alcune assurdità scientifiche trionfanti.” (paura dei tutori del codice?)

I piccoli comuni che parlano in questo modo sono quelli ad alto rischio di spopolamento, quelli barbaricini, a cui stanno tagliando i servizi essenziali, a rischio reale di estinzione. Sono i sindaci della Sardegna più originale, meno globalizzata, che con orgoglio espongono la loro unicità.

A me, che ho scritto le stesse cose per Nurnet, che sin dal principio ho invitato a una reazione popolare “de basciu” (bottom up), questa iniziativa dei sindaci entusiasma e, sono convinto, che ognuno nel proprio piccolo, anche se non direttamente richiesto (come direbbero nella “BASSA “VECCHIA” SARDEGNA”), per mera passione, potrà contribuire alla creazione di un paesaggio intelligente (smart land) di crescita comunitaria: in cui ognuno opera a favore della salvezza o, se si preferisce, della buona evoluzione; dove gli scambi di informazioni e servizi avvengono per regolazione libera e naturale; senza regolazione da parte delle autorità burocratiche della scientificità cosiddetta ufficiale. AUTOPOIETICA O MITOPOIETICA?

 

*http://www.sardegnalive.net/news.aspx?ln=it&id=0&n=7429